Quasi trenta euro per fare due chilometri in taxi, dalla stazione San Giovanni all’appartamento prenotato in città murata (per segnalazioni, foto e video: redazionecomozero@gmail.com o la pagina facebook). Due chilometri e una manciata di minuti pagati salatissimi da una turista australiana che da Melbourne è arrivata, nei giorni scorsi, per godersi una vacanza sognata da tempo con la sua famiglia e iniziata nel peggiore dei modi, con l’amara sensazione di essere stati fregati appena messo piede in città.
Ed è con questa consapevolezza, e con il desiderio di avvisare altri potenziali “polli da spennare”, che ha raccontato quanto accaduto su uno dei tanti gruppi in cui i turisti si scambiano informazioni di viaggio, ed è qui che l’abbiamo contattata per farci raccontare la sua disavventura. “Siamo arrivati a Como in treno alla stazione San Giovanni e, anche se la distanza fino al nostro appartamento era solo di un paio di chilometri, avendo parecchi bagagli abbiamo preferito prendere uno dei taxi che si trovano sul piazzale esterno senza preoccuparci di chiedere il prezzo, vista la distanza davvero ridotta – racconta, chiedendo però di restare anonima – il tassista ha acceso il tassametro e il viaggio è durato pochissimi minuti ma, quando si è fermato per farci scendere a circa cinquanta metri dalla via dove avevamo chiesto di essere accompagnati, siamo rimasti scioccati dalla cifra che ci ha chiesto: 27 euro”.
Prima ancora di riuscire a realizzare cosa stesse succedendo, complice la stanchezza del viaggio, la famiglia ha dato trenta euro al tassista che, al danno, ha voluto anche aggiungere la beffa: “Come se non bastasse, mentre eravamo in attesa del resto l’abbiamo anche sentito chiamarci ‘turisti taccagni’, dal momento che, evidentemente, si aspettava che gli lasciassimo anche i tre euro che ci doveva”.
“Quello che è successo è davvero inconcepibile visto che una corsa del genere, anche immaginando che si trattasse di un festivo, non dovrebbe costare più di dieci/dodici euro – sono le parole di Alberto Tabacco, vicepresidente di Radio Taxi Como – è vero, si sta studiando un nuovo regolamento e un controllo più accurato dei tassametri, ma faccio il tassista da trentacinque anni e non ho mai visto controlli, sospensioni o provvedimenti e, di conseguenza, c’è chi se ne approfitta, soprattutto alle spalle dei turisti”.
In caso di dubbi sulla correttezza della tariffa, si può sempre segnalare l’accaduto al Comune riportando il numero del taxi ma ovviamente, soprattutto nel caso di visitatori stranieri (le vittime preferite, oltretutto), è impensabile che venga fatto: “Abbiamo già chiesto più volte al Comune di trovare il modo di indicare le tariffe medie degli spostamenti più richiesti in città e fuori città, ci sembra il minimo per una città turistica – spiega – inoltre sui taxi dovrebbe essere pubblicizzato chiaramente il canale a cui presentare eventuali segnalazioni o lamentele, anche per facilitare gli stranieri Poi dovrebbe cominciare a saltare qualche licenza”. E, ciliegina sulla torta, le disavventure della famiglia australiana con i mezzi di trasporto locali è proseguita anche “via lago”, dove i problemi di gestione dell’enorme flusso di turisti sono all’ordine del giorno: “Ci è piaciuto molto qui ma il sistema dei trasporto su acqua va migliorato – ci ha raccontato infatti la turista a fine soggiorno in città – il servizio veloce (gli aliscafi Ndr) non può essere prenotato online, è sempre tutto esaurito e ci sono sempre code lunghissime e nessuno a cui chiedere informazioni. Abbiamo trovato l’organizzazione piuttosto confusa, anche se prima di arrivare ci eravamo informati il più possibile”.
“Alla fine abbiamo noleggiato una barca per due ore ed è stato fantastico – conclude – ci siamo divertiti un mondo”. Insomma, alla fine per fortuna abbiamo il lago e le sue bellezze che ci salvano sempre da figuracce mondiali.
8 Commenti
È ora di finirla con il mercato a numero chiuso. Aprire a nuove licenze
Peccato perché per qualche idiota disonesto si rovina le reputazione anche di quelli onesti. Sulla Navigazione no comment. Siamo indietro di 100 anni! Che figure di m….!
E sì che siamo conosciuti in tutto il mondo…farsi fregare ancora così…
Melbourne Australia è così solidale con la comunità italiana.Como Zero, per favore comunica al visitatore australiano che la gente di Como è applaudita e speriamo che la famiglia si goda il soggiorno in Italia!!
Affidarsi a qualche controllo non servirebbe a nulla meglio rivolgersi alla tecnologia e al GPS certificata e senza possibilità di manomissione con un banca dati delle corse fatte e i introiti percepiti.
…magari qualche controllino in borghese…
Non abbiamo già sentito questa storia?
Grazie Taxi Driver per aver rovinato la reputazione di Como.
Ascoltiamo la loro storia!
Il modo migliore per affrontare i cattivi conducenti è rilasciare più licenze di taxi. I cattivi proprietari dovrebbero competere per i clienti e fornire un servizio eccellente.
Le persone dovrebbero anche nominare e svergognare i cattivi guidatori. Pubblica il numero del taxi e la targa sui social media.
Una volta queste cose capitavano a Roma. Chiedevi di portarti in un posto e ti facevano fare un giro turistico fino a quando gli si faceva presente di conoscere la città Adesso capitano anche a Como e per di più senza giro turistico. Non si può dare la colpa alla categoria dei tassisti. Un tassista furbacchione su circa 45 tassisti comaschi onesti è ancora una percentuale accettabile. E non si può dare la colpa a Rapinese Sindaco che non ha ancora mantenuto le promesse di Rapinese Candidato di raddoppiare le licenze. Lo slogan “..il Comune può tutto in fatto di licenze…” risuona ancora al Sociale come del resto la pernacchia del tassista furbacchione alla Stazione San Giovanni. Si può solo agire contro i singoli. Quindi come a Roma massima attenzione all’identificativo del taxi, niente contanti che non lasciano traccia e pagamento con POS (obbligatorio anche per i taxi) e soprattutto pronti a denunciare i furbacchioni a Rapinese Sindaco. In fatto di concessioni, da quel che dice Rapinese Candidato, può tutto! 😊