Pochi posti sono iconici tanto quanto l’Onda di Cernobbio, il locale in Riva che per 45 anni ha ospitato migliaia di turisti, residenti cernobbiesi e visitatori comaschi nelle calde serate estive.
Un’attività cominciata nel 1974, quando Antonio Santoro (allora rappresentante Coca-Cola) rilevò il bar “Ristoro” proprio su piazza Risorgimento e la cui storia parrebbe essersi conclusa negli ultimi giorni del 2018, allo scadere della concessione comunale che permetteva a Elena Santoro, figlia di Antonio e gestrice, di utilizzare il locale.
A gennaio, l’amministrazione di Matteo Monti, sindaco di Cernobbio, dopo la scadenza della concessione, aveva annunciato l’apertura di un nuovo bando di assegnazione entro metà febbraio.
IL CASO ONDA: QUI TUTTE LE TAPPE
Al tempo, la revoca della concessione aveva scatenato qualche fulmine in Riva, aprendo un momento di tensione tra il primo cittadino entrante – Monti appunto – e il predecessore, Paolo Furgoni. È notizia di questa settimana che, principalmente a causa di adeguamenti tecnici, il bando slitterà ad aprile, probabilmente compromettendo l’apertura estiva (sotto qualsivoglia gestore).
IL CASO ONDA: QUI TUTTE LE TAPPE
Tra delibere e adeguamenti, negli ultimi mesi, Elena Santoro ha sempre tenuto un profilo basso. “A me non interessa nulla della politica”, tiene a sottolineare. Il peso di tutta questa storia, prima che amministrativo è personale, spiega a ComoZero.
Come ci si sente, a un paio di mesi dalla revoca della concessione?
Ovviamente sono molto delusa. È una storia che durava da 45 anni, in cui mio padre, mia madre e noi fratelli abbiamo investito tanto. Se l’Onda è quello che è ora, è per merito nostro. Io non voglio parlare di politica. Capisco il bando ma qui si ignora la storia del locale.
LA PETIZIONE
Chiudere cosa ha comportato?
L’Onda, d’estate, impiegava circa 25 dipendenti, a cui sommiamo i fornitori. Si tratta di famiglie e ragazzi che rimangono senza lavoro.
Cosa pensa della nuova delibera sull’apertura del bando ad aprile?
Il bando dovrà stare fuori due mesi. Ci saranno dei lavori obbligatori, i permessi, l’ottenimento della conformità. È difficile che l’Onda possa riaprire in tempo per la stagione. A inizio marzo, ho chiesto quindi al Comune di poter affittare il locale da aprile a ottobre sulla base del mio diritto di prelazione, in modo che almeno l’Onda non rimanga chiusa.
Nel frattempo è anche stata organizzata una raccolta firme (qui) per il 24 marzo per chiedere la riapertura dell’Onda.
Si tratta di amici, ex dipendenti, fornitori, chi è passato dall’Onda negli anni. La cosa più triste è essere in questo limbo in cui non si sa cosa succederà. A parlarne salgono le lacrime, ma il punto è tornare al lavoro, a casa, anche se casa non c’è più.
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.
4 Commenti
Mi auguro di tutto cuore che la famiglia Santoro possa presto gestire ancora l’Onda con il garbo , la gentilezza , la professionalità che da sempre li distingue.Enzo Molteni.
I modi e la gentilezza della famiglia Santoro erano un marchio di fabbrica per la riva e l’onda e’ sempre stata il traino per tutte le attività commerciali della riva
X chi non ha vissuto l Onda e il suo Proprietario Antonio non può capire il dispiacere è un pezzo di giovinezza e di famiglia che se ne ve xche’ è sempre stato il punto di ritrovo dove ci si sentiva a casa. Grandi questi due sindaci che hanno e ha sempre dato priorità ad altre cose che non fanno di Cernobbio un ritrovo x tutti e x i turisti grazie di avere fatto di Cernobbio un nuovo cimitero. Dove adesso nessuno ha un posto di ritrovo.
Mah, sembra lavorassero per beneficenza…