Non sono solo gli over 80, a quanto pare, a essere in difficoltà per la gestione delle vaccinazioni anti-Covid.
Il caso di Licia (78 anni, residente a Menaggio) ad esempio, lo abbiamo riportato qui poche ore dopo l’apertura delle registrazioni per la vaccinazione per la fascia 75-79 anni:
Ed ecco un altro caso di persona in difficoltà, stavolta si tratta di un paziente cronico. Ci ha contattato infatti Francesca Bianchi, 41 anni, con asma cronico da quando ne aveva 20. Per la sua categoria, ci spiega, ad oggi nessuna indicazione in merito alla vaccinazione è arrivata da Regione Lombardia.
“Sono abbastanza sconfortata – racconta – e mi sento un po’ abbandonata”.
L’odissea di Francesca ha inizio un paio di mesi fa, quando viene contattata dal Servizio Pazienti Cronici di Regione Lombardia a cui è iscritta – che si occupa ad esempio di prenotare visite di controllo ed esami – per chiederle se fosse interessata a ricevere il vaccino anti-Covid.
“Il 21 gennaio mi arriva la mail dal Servizio Pazienti Cronici, a cui ho risposto ovviamente di sì ma poi non li ho più sentiti né ricevuto indicazioni in merito alla vaccinazione – spiega – Pensavo che mi chiamassero, in quanto paziente cronico anche se non fragilissimo, soprattutto perché mi avevano rivolto una domanda che credevo avrebbe poi avuto un riscontro. Purtroppo nemmeno il mio medico sa nulla, è tutto così mortificante”.
E il suo non è l’unico caso: “Anche mio suocero, che ha 79 anni, è diabetico e cardiopatico – così Francesca – e come me è stato abbandonato fino a oggi. Per fortuna questa mattina (2 aprile, Ndr) hanno aperto le registrazioni per le persone tra i 75 e i 79 anni, quindi abbiamo fatto la prenotazione del suo vaccino altrimenti anche lui avrebbe avuto il mio stesso problema per ancora non so quanto tempo”.
Tra l’altro oggi, 2 aprile, dopo mesi di attesa Francesca ha ricevuto una risposta dal Servizio Pazienti Cronici. Ma non è quella che sperava.
“Mi hanno scritto una mail spiegando che a gennaio avevano raccolto solo una manifestazione d’interesse per la vaccinazione anti-Covid – ci dice – suggerendomi di registrarmi al portale regionale nella fascia d’età a me riservata, quando arriverà il momento. Dovrò quindi aspettare il mio turno che arriverà a giugno o luglio, sperando nel frattempo di non prendere il virus. Non voglio strade privilegiate, solo che chi dovrebbe tutelare la mia salute mi aiutasse”.
Ancora, Francesca non può fare smart working e questo la fa sentire ancora più a rischio in quanto lavora, ci spiega, “in un’azienda in cui ho anche contatti con il pubblico”.
Francesca, inoltre, nel 2020 a causa della pandemia si è vista annullare visite ed esami per la sua patologia. “In quest’ultimo anno non ho avuto alcun tipo di controllo, niente visite né esami – conclude – fortunatamente sto bene ma la mia ultima visita è stata nel 2020 poco prima di marzo e comunque in ritardo di un anno. Questa sarebbe la sanità della Regione motore d’Italia? E’ imbarazzante”.
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2 Commenti
In cura dopo un anafilasdi grave bifasica da puntura vespa ed attualmente in immunoterapia per tale veleno.
E idonea che vengo vaccinata in ambiente protetto con accesso di bene periferica e attesa dopo la vaccinazione di 60 minute.
A chi devo dare questa i formazione prima dal vaccino ??
Colto in pieno il problema. Gli anziani e i loro parenti con cui mi è capitato di parlare, non sembra siano tanto preoccupati per la penuria di vaccini o per i rari casi in cui ci sono stati gli effetti collaterali. Sono sconfortati per la disorganizzazione del sistema di prenotazione e per il senso di abbandono che ne deriva. Non riescono a capire quando e dove saranno vaccinati. Il caos regna sovrano e le richieste di informazioni ai gentilissimi operatori del call center sono sempre inconcludenti. Il fallimento di Regione Lombardia è principalmente questo. L’incapacità di fornire un servizio alle persone fragili, agli ammalati e agli anziani, senza fargli pesare la loro fragilità con inutili complessità. Imperdonabili.