“Abito di fronte l’ospedale Valduce a Como”.
Inizia così Salvatore Amura, già rettore dello Ied di Como (Accademia Galli), già direttore di Fondazione Volta e tante altre cose. Non ha bisogno di presentazioni, davvero.
E’ di questa sera il suo racconto. Sapete quella storia dell’immagine che vale più di un’inondazione ubriaca di parole? Ecco, è proprio è vera. Un colpo, un cazzotto, al cuore.
Dunque, racconta Salvatore (cui abbiamo chiesto di poter pubblicare parole e scatto): “Abito di fronte l’ospedale Valduce a Como, i primi piani sono occupati dai reparti Covid, da Marzo medici e infermieri si muovono freneticamente notte e giorno. Bardati e incessanti curano, portano conforto e cercano di fare tutto il possibile per salvare le persone”.
Continua Salvatore: “Capita spesso vedere familiari e amici che cercano di salutare i propri parenti, fargli sentire una vicinanza, la presenza degli affetti. Dalla strada anche per ore senza successo. Nello foto che ho scattato a tardo pomeriggio, una ragazza che da stamattina provava a salutare la sua Mamma. Si disperava perché non riusciva a vederla. Ma senza demordere. E’ sopra il tetto della sua auto che prova ancora a farsi riconoscere. Speriamo che tutto questo finisca presto”.
Non sappiamo se la mamma della ragazza sia ricoverata per Covid e non importa. Questo è quanto accade quest’anno, questo è quanto viviamo, questa è la storia degli ospedali adesso.
E, vivaddio, abbiamo questi medici, questi infermieri, questo personale sanitario. In tutte, tutte, le strutture sanitarie.
Non c’è davvero bisogno di aggiungere altro.