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Ticino, il Consiglio di Stato chiede la chiusura dei valichi minori con l’Italia

Il Consiglio di Stato ticinese torna a chiedere la chiusura dei valichi minori con l’Italia. Lo ha fatto con una lettera diretta al Consiglio federale evidenziando che “il notevole flusso transfrontaliero appare solo parzialmente legato a motivi professionali”.

E ancora: “Poiché il recente decreto del Governo italiano limita gli spostamenti tra le regioni italiane, ma non verso gli stati confinanti, il Governo ticinese ha quindi rinnovato la richiesta alla Confederazione – già formulata il 4 novembre e il 21 dicembre scorsi – di introdurre misure di controllo alla frontiera. È stata inoltre richiesta la chiusura dei valichi minori, prevedendo fasce mattutine e serali di eccezione, in particolare nei valichi più utilizzati dal personale sanitario”.

Di seguito, la nota integrale del Consiglio di Stato.

Coronavirus: il Governo chiede controlli sistematici alla frontiera

Il Consiglio di Stato ha scritto ieri al Consiglio federale esprimendo la propria preoccupazione per la situazione alla frontiera con l’Italia: il notevole flusso transfrontaliero appare infatti solo parzialmente legato a motivi professionali. Il Governo ha rinnovato la richiesta di introdurre controlli sistematici e di chiudere i valichi minori, con delle fasce orarie di eccezione in particolare per i valichi maggiormente utilizzati dai lavoratori del settore sanitario.

Anche se i dati epidemiologici mostrano un miglioramento della situazione nel nostro Cantone, la presenza accertata della nuova «variante inglese» del virus preoccupa le autorità cantonali. Il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha introdotto misure di protezione accresciute per le prossime settimane, vietando le visite nelle case per anziani, negli ospedali del settore acuto, nelle strutture di riabilitazione e negli istituti per invalidi.

Nella giornata di ieri inoltre, l’Ufficio del medico cantonale del DSS, d’intesa con il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, ha posto in quarantena tutti gli allievi e i docenti della scuola media di Morbio Inferiore. La misura si è resa necessaria dopo che nell’istituto sono stati constatati 13 casi di positività, almeno due dei quali riconducibili alla «variante inglese».

A seguito di tali decisioni il Consiglio di Stato ha tempestivamente deciso di introdurre il divieto di attività sportive con contatto fisico e quelle svolte in spazi chiusi di bambini e giovani fino al compimento dei 16 anni in tutto il Mendrisiotto.

Il Consiglio di Stato ha nel frattempo trasmesso una lettera al Consiglio federale, esprimendo nuovamente la propria preoccupazione sulla questione del controllo alle frontiere, tuttora irrisolta: l’attuale assenza di controlli sistematici rischia infatti di ridurre l’effetto delle misure restrittive e gli sforzi profusi nella campagna di vaccinazione.

Poiché il recente decreto del Governo italiano limita gli spostamenti tra le regioni italiane, ma non verso gli stati confinanti, il Governo ticinese ha quindi rinnovato la richiesta alla Confederazione – già formulata il 4 novembre e il 21 dicembre scorsi – di introdurre misure di controllo alla frontiera. È stata inoltre richiesta la chiusura dei valichi minori, prevedendo fasce mattutine e serali di eccezione, in particolare nei valichi più utilizzati dal personale sanitario.

Secondo il Consiglio di Stato sarebbe inoltre auspicabile sottoporre sistematicamente a test rapidi i viaggiatori che rientrano in Svizzera da viaggi all’estero, in particolare da aree a rischio, anche europee.

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Un commento

  1. Ottimo sia per loro che per noi.
    Se poi ci fosse qualcuno che bloccasse i pendolari della spesa CH verso i nostri supermercati l’operazione sarebbe completa. Invece hanno tolto la Polizia di Frontiera, sarebbe opportuno metterla, ad esempio, a Chiasso-Ponte Chiasso

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