Attacco durissimo quello di Marco Benzoni, presidente del Comitato Amici del Farée e Valle, nella lettera aperta inviata oggi ad Anas, Regione Lombardia, Consorzio Stabile Sis S.c.p.a. (impresa vincitrice dell’appalto), Provincia di Como, Prefetto e Comune di Centro Valle Intelvi. Il gruppo, attivo da ormai più di un anno, è stato costituito per opporsi all’utilizzo dell’ex cava Citrini di Castiglione d’Intelvi per lo smaltimento dello smarino (materiale di risulta) che verrà prodotto dai lavori per la costruzione della Variante della Tremezzina. ComoZero segue fin dai primi giorni le proteste del comitato: qui tutti gli approfondimenti. Dubbi e perplessità non solo sulla lavorazione degli scarti ma anche sull’eccessiva movimentazione dei mezzi in zona e il rischio di inquinamento.
Il comitato negli ultimi mesi è stato ricevuto più volte dal sindaco di Centro Valle Intelvi Mario Pozzi, ottenendo ogni volta rassicurazioni sull’utilizzo dell’impianto solo per il deposito e non per la lavorazione, limitando decisamente i disagi.
Arrivati ad un mese dall’inizio dei lavori, la situazione sembra tutt’altro che risolta. Di tutte le rassicurazioni ricevute non è mai arrivata l’ufficialità da Anas e dagli enti competenti, così Benzoni ha mandato la lettera aperta. Egli denuncia non solo le problematiche che deriveranno dal traffico (70 mila metri cubi di carico trasportati da 18 autocarri, per un totale di 35 transiti quotidiani, in circa 1200 giorni lavorativi, per un totale di 6 anni di attività), ma anche la mancanza di comunicazioni da tutte le istituzioni oltre alle difficoltà nel reperire i documenti, che dovrebbero essere di pubblico accesso.
Si legge infatti (sotto documento integrale): “non si può non rilevare come, a circa un mese dall’apertura del cantiere, non solo il Comitato, ma tutti i cittadini della Valle Intelvi, non abbiano ricevuto la benché minima informazione e non abbiano la più pallida idea di cosa li aspetterà per i prossimi 6 anni, salvo ritardi. E ciò non da ora, ma sin dall’avvio del progetto nessuna informazione è giunta alla popolazione, se non quanto riportato dagli organi di stampa, mentre dagli Enti istituzionali preposti al progetto e dalle Amministrazioni del Territorio, nulla, se non in modo del tutto interlocutorio.”
E ancora: “Oggi, la voce che ora circola con più insistenza riferisce che, oltre alla ex cava di Castiglione, verrà utilizzata anche una cava in Lanzo, con trasporti formati da convogli di 7 mezzi preceduti e seguiti da staffette. Chi percorre giornalmente la SP 13 capisce benissimo cosa ciò possa comportare, ancor più nel periodo coincidente con la chiusura di Colonno, che sposterà verosimilmente una considerevole quota di traffico sulla strada della Valle. Inoltre, da notizie di stampa, si apprende che è stata riattivata una ex cava in direzione Erbonne dove verrà depositato il materiale proveniente dal cantiere della futura variante di Casasco”.
Accusa Benzoni: “La comunità di Castiglione, almeno secondo il progetto iniziale, comunque l’unico sinora a conoscenza, sopporterà il peso maggiore. A poche settimane dall’avvio del cantiere nessuno ancora sa cosa verrà fatto e dove. Sarà svolta la lavorazione dello smarino come da progetto originale, o vi sarà solo deposito di materiale? Non si sa. E dove? Presso l’ex cava Citrini, (durante l’estate la Cava è stata abbondantemente svuotata senza che al Comitato venisse fornita spiegazione nonostante le richieste ufficiali inoltrate) o presso l’area nei pressi del distributore di carburanti, già indicata come alternativa migliorativa dall’allora Sindaco di Castiglione nella conferenza dei servizi del 2014? Non si sa”.
E ancora l lungo elenco di timori espressi nei mesi: traffico di mezzi e auto, inquinamento dell’aria e acustico, rischio percolamento.
Qui sotto la lettera intergrale che consigliamo di leggere per vastità dei rischi denunciati e degli argomenti toccati:
Lettera Aperta Marco BenzoniLa questione, nonostante le rassicurazioni degli ultimi mesi, sembra lontanissima dalla parole fine, l’inizio del cantiere è alle porte e i cittadini di tutta la Valle Intelvi sono ancora senza risposte.