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“Vi racconto i taxi boat pirata sul Lago di Como. Ma la bolla si sta gonfiando, tanti piangeranno”

C’è una Como turistica e una Como più turistica di quella turistica e trova spazio in un fazzoletto di lungolago che possiamo identificare in viale Geno, da piazza Matteotti e piazza De Gasperi. Lì il turista diventa una preda. Un pollo da spennare. C’è una pressione simile a quella di un bazar di Marrakech, dei mercatini a fianco alla Torre di Pisa o all’ingresso di Pompei.

I camerieri propongono un tavolo e i menu in modo più o meno discreto, ma soprattutto nella bella stagione il suono più ricorrente è questo: “Boat tour, boat tour, boat tour, boat tour…” è un continuo, come con il venditore del cocco sulle spiagge della Romagna. E se ti fermi o chiedi informazioni, quel promoter non te lo scolli più di dosso. E’ più abile e insistente di un vu cumprà. Certo, qualcuno ha modi di fare un po’ loschi, da spaccino del bosco di Rogoerdo. Ma sono tutti determinati a vendere un boat tour sul Lago di Como a qualsiasi costo e prima dell’agguerrita concorrenza. Ma cosa è successo a uno dei servizi più richiesti dal turista medio e alto spendente? E’ giusto che chi non vuole aspettare un’ora in coda per una crociera in battello debba essere accolto in questo modo? Cosa è cambiato nel giro di un anno nel mondo del taxi boat e dei motoscafi con conducente? Il primo imprenditore ha chiamato in redazione perché non ne può più della situazione dei taxi boat. “Vi dico tutto, basta che non mettete il mio nome” dice.

Quando ha iniziato quattro anni fa a trasportare turisti sul Lago di Como era tutto un altro mondo e lo è stato fino all’estate 2022, poi qualcosa è cambiato.
Fino a due anni fa c’era rispetto e autoregolamentazione. Nessuno si fermava al pontile di Sant’Agostino. C’era lavoro per tutti tanto, con una sproporzione tra domanda e offerta. C’era una bella collaborazione anche perché tutti viaggiavano pieni, dalle compagnie storiche ai piccoli. Dal 2023 è cambiato tutto, è una guerra chi è più furbo, a chi non rispetta le regole. Ci sono operatori che io definisco abusivi, e sono diversi. Hanno motoscafi appostati, che fanno sorpassi pericolosi per rubare clienti ai colleghi, qualcosa di inaudito. Poi ci sono alcuni personaggi che restano fissi al pontile con le loro barche e un paio di energumeni a terra con metodi che risulterebbero incivili anche nei peggiori porti di mare.

Come lavorano questi pirati del Lago di Como?
Hanno fatto debiti, comprato e messo in acqua tutto quello che avevano a livello di barche. A terra, nella zona tra piazza Matteotti e viale Geno, hanno i loro promoter, che fanno volantinaggio e si scontrano con gli altri venditori di tour. Si sono già menati tre volte in questa stagione. Uno di loro vende i viaggi in motoscafo con un grosso cane al guinzaglio che ha già aggredito un paio di cani di clienti.

Che tipo di struttura ha questo tipo di società?

Due o tre barche, un dipendente, quando una barca fa salire il cliente, si piazza la seconda. Non lasciano fare salire a bordo i clienti degli altri motoscafi, c’è una maleducazione e un mancato rispetto di qualsiasi regola della nautica e del buonsenso. Poi ci sono personaggi diciamo borderline. Uno straniero che smazza servizi per tutti, non so se sia o meno assunto da una, due, tre o quattro compagnie. E’ bravo a vendere, nulla da dire, ma mi piacerebbe sapere quale regime fiscale rispetta lui. Noi paghiamo fior di tasse e lavorando con gli alberghi è tutto tracciato.

Quella che descrive sembra quasi una questione di ordine pubblico.
Esattamente e peggiorerà nelle prossime settimane se il Comune di Como non ci mette mano. Il sindaco doveva fare un’ordinanza, invece non ha fatto proprio nulla. Da un anno ha promesso che sarebbe arrivato un regolamento. Aveva promesso che dall’8 luglio avrebbe chiuso Sant’Agostino e portato i tour in viale Geno. Solo chiacchiere che non hanno avuto seguito. E il trasloco avrà effetti nefasti, potete scommetterci. A rimetterci saranno ancora una volta gli operatori più seri, perché un certo tipo di clientela si rifiuterà di raggiungere quel pontile.

La concorrenza fa anche una politica di prezzo aggressiva?
Sì e quando può, sottrae i clienti agli altri. Noi lavoriamo con gli hotel ed è tutto fatturato sulla camera d’albergo, altri per non perdere il cliente ora chiedono una caparra, ma si sono sentiti dare del truffatore.

Come vede il futuro del settore?
I segnali che la bolla si sta sgonfiando sono già evidenti. Quindi, se non si interviene subito il futuro sarà nero. Gli ultimi personaggi arrivati si sono indebitati per comprare le barche. Hanno rate di 3-4mila euro al mese. Quest’anno il meteo è stato avverso e se ci sarà mezza crisi ancora saranno in tanti a piangere.

C’è stato un incontro in Camera di Commercio non molto tempo fa.
E’ stata un riunione tragicomica, il sindaco è andato via dopo cinque minuti. C’era anche il personale della Guardia Costiera, ma hanno spiegato che avrebbero avuto bisogno di un po’ di tempo per studiare il diporto, visto che stavano sulle petroliere. La polizia locale non c’era. Una settimana dopo ha multato chi vendeva tour d’agenzia, mentre la Guardia di finanza un attimo primo non aveva ravvisato irregolarità.

Ma lei quale soluzione avrebbe in mente?
Per Sant’Agostino serve un gestore che regolamenti l’accesso delle barche e questo è palese per tutti. Altrimenti scoppierà presto una guerra tra le compagnie e qualche personaggio è davvero poco raccomandabile. Poi c’è il discorso del divieto di collocare nuove boe e pontili tra Villa Olmo e Villa Geno, una legge del 1995 che va modificata, perché l’utenza del Lago di Como oggi non ha nulla a che vedere con quella di trent’anni fa.

Altre idee?
Tolto quel divieto, basterebbe realizzare due bei pontili, nella zona di Villa Olmo, uno per le attività di noleggio barche con o senza patente, l’altro per il trasporto pubblico, Ncc e taxi boat. Se ci fosse la volontà si potrebbe risolvere la situazione nel giro di poche settimane. Mettere in acqua un pontile e ancorarlo è un lavoro banale. Il Comune potrebbe trarne anche profitti. Altrimenti il rischio è altissimo per tutto il sistema turistico del Lago di Como”ì.

In che senso?
Nel senso che chi paga 5mila euro a notte per venire a Como e vuole fare un giro in barca e deve salire oggi a Sant’Agostino non tornerà mai più sul Lago di Como fino a quando detteranno legge certi loschi personaggi. Non si tratta di folklore qui, ma di mancato rispetto delle regole e di una deriva pericolosa.

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2 Commenti

  1. Che dire? Bello schifo. E chi deve fare qualcosa , cosa fa? Poco o nulla. Altro che Marrakech; qua li abbiamo superati e distanziati. E non solo nei taxi boat (si chiama economia liberista in salsa italiana)

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