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Via Magenta, la scuola in giallo. L’architetto Brambilla: “Sacrificata alla moda di oggi, colorare ogni istituto in modo infantile”

Era quasi fatta. Ancora cinque anni e il grande complesso scolastico tra via Viganò e via Magenta, progettato dall’architetto Silvio Longhi, e costruito tra il 1957 e il 1958, avrebbe ottenuto lo status di bene culturale concesso agli edifici pubblici a settant’anni dalla loro realizzazione.

E invece no, di anni ne sono passati “solo” sessantacinque e questa scuola – che oggi ospita la media Virgilio, l’IIS Leonardo da Vinci-Ripamonti, la scuola primaria “Gobbi” e i bambini che frequentavano il vicino asilo Sant’Elia, chiuso ormai dal 2019 – è solo un edificio come un altro, tela bianca per interventi di qualsiasi tipo, anche con il rischio di tradire senza una ragione apparente gli intenti di chi l’ha ideato ispirandosi apertamente al Razionalismo, tanto da creare “uno degli interventi più qualificati dell’edilizia pubblica dei secondi anni Cinquanta”, come viene descritto nel libro “XXXCO. L’architettura del XX secolo in provincia di Como”, pubblicato da NodoLibri nel 2017.

Proprio in queste settimane, infatti, gli edifici progettati da Longhi per richiamare, nei volumi e nelle scelte cromatiche, i vicini capolavori di maestri come Giuseppe Terragni, sono oggetto di un intervento di manutenzione e “abbellimento” che ha trasformato la facciata bianca, ingrigita dal tempo, in una parete gialla modello condominio qualsiasi con gli sfondati dei porticati sottolineati da un arancione più scuro, che fa tanto allegria ma poco architettura razionalista.

E a denunciare questa ennesima mancanza di sensibilità nei confronti di un’opera architettonica che andrebbe, invece, toccata con rispetto, è l’architetto Paolo Brambilla, strenuo difensore di una città che troppo spesso si dimentica della propria identità: “Questo edificio non è certamente un capolavoro al pari dell’Asilo Sant’Elia, siamo d’accordo, ma ha comunque una dignità architettonica che dovrebbe essere rispettata invece di sacrificarla alla moda di oggi di colorare ogni edificio scolastico in modo infantile e giocoso, annebbiando il lavoro di un buon architetto in una città intrisa di Razionalismo come la nostra – dice – se Longhi avesse voluto differenziare i lotti e utilizzare colori di questo tipo, lo avrebbe fatto e non capisco il senso di una scelta del genere che va ben oltre la semplice manutenzione”.

A sorprendere l’architetto comasco, inoltre, è anche la modalità di esecuzione dei lavori che, nonostante l’impatto estetico sull’intero quartiere, viste le dimensioni del complesso scolastico, sembrerebbero non essere stati discussi in Commissione Paesaggio: “Al di là del rispetto per l’ispirazione Razionalista, che può essere anche opinabile, quando si va oltre la semplice manutenzione e si cambia in questo modo il colore di un intero quartiere, perché l’edificio di Longhi occupa praticamente un intero lotto di città, il minimo che ci si aspetterebbe è che il progetto venisse condiviso e discusso in Commissione e non deciso in autonomia ed eseguito in modo quasi carbonaro, ma d’altra parte dopo quello che è stato fatto a un monumento riconosciuto come l’Asilo Sant’Elia non mi stupisco più di niente”.

“Amministrare vuol dire avere cura delle cose ma anche delle idee e mi dà fastidio vedere che il patrimonio che abbiamo la fortuna di avere venga buttato via con questa leggerezza – conclude Brambilla – temo che ormai per l’edificio di Longhi sia troppo tardi per rimediare, ma mi auguro che una cosa del genere non succeda più. Il mio vuole essere proprio un appello: difendiamo il Razionalismo in tutte le sue espressioni, anche minori. Non perdiamo altri pezzi”.

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7 Commenti

  1. Andate a vedere come sono conciati i marciapiedi vicino alla Casa del. Fascio
    Con cartellone di divieto di transito dei camion sulla lariana, all’angolo
    via Pessina, sostenuto da tubi “innocenti”!
    Vengono da tutto il mondo e si trovano quello scempio!

  2. Il long covid ha colpito il progettista..effettivamente anche l’asilo mi risulta sia stato ristrutturato in tempi record..

  3. Vorrei leggere commenti solidali alla denuncia avanzata dall’arch. Brambilla, ed io sto con lui.
    Como non è solo battello, funicolare e gelato sul lungo lago.
    I visitatori, non ituristi, sanno apprezzare meglio della maggior parte dei residenti la storia della città.
    Semplicemente la invito ad approfondire le sue conoscenze.

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