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Via Regina, lettera di Locatelli: “Bloccati i flussi insensati di migranti, chiusura scelta naturale”

Nei giorni scorsi, avevamo dato conto – con questo articolo – della lunga e articolata lettera inviata al sindaco Mario Landriscina e all’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Locatelli, in cui 12 associazioni appartenenti alla Rete comasca degli enti e servizi per la grave marginalità (circa 400 volontari coinvolti) chiedevano di evitare la chiusura del centro migranti di via Regina, cosa invece accaduta lo scorso lunedì.

Oggi – anzi, ieri sera in consiglio comunale prima di tutto – Locatelli risponde a sua volta con una lunghissima lettera (ovviamente spedita ai diretti interessati) dove rivendica la scelta di chiudere il campo e spiega, tra cifre e progetti, le iniziative già in campo o in arrivo anche sul fronte della grave marginalità. Di seguito, pubblichiamo il testo integrale.

Carissime Associazioni,

ci tengo a rispondere alla vostra lettera esprimendo il mio pensiero. Per prima cosa vorrei a sottolineare, come sempre, quanto io apprezzi personalmente e come amministratore, il lavoro quotidiano di tutti i volontari che aderiscono alle associazioni presenti sul nostro territorio. Ritengo che ogni persona che metta a disposizione degli altri il proprio tempo sia una risorsa di inestimabile valore per tutta la Comunità.

La questione dell’area occupata dal Campo Cappelletti in via Regina va chiarita una volta per tutte, e mi accingo a farlo qui di seguito. Nel 2016, in seguito all’emergenza di sbarchi che si era venuta a creare in tutto il Paese, il Governo allora in carica aveva chiesto a tutte le Prefetture di attivarsi sui territori per accogliere, in strutture provvisorie ed emergenziali, i migranti che transitavano nelle varie Province.

A Como proprio in quel periodo abbiamo vissuto una grave crisi, dovuta all’accampamento di circa 500/600 migranti nei pressi del parco della Stazione
San Giovanni. Un’esperienza drammatica che ha penalizzato la nostra città da allora e per tutto il periodo a seguire. La soluzione proposta dalla Prefettura è stata intrapresa proprio in esecuzione delle indicazioni ministeriali e non è mai stata accolta con entusiasmo dalla popolazione e soprattutto dai residenti. Si è proceduto spostando i migranti accampati illegalmente sul prato della Stazione in un area allestita in via straordinaria per consentire di tamponare momentaneamente l’emergenza.

Adesso, dopo circa due anni da allora, grazie a un orientamento diverso del nuovo Governo, i flussi migratori si sono ridotti, soprattutto si sono ridotti sensibilmente sia gli sbarchi, sia le riammissioni dalla Svizzera. Como città di confine vede finalmente oggi un arresto di tutti quei flussi incontrollati e insensati che non era in grado di assorbire.

A oggi la dismissione del Centro di via Regina è un fatto fisiologico e naturale, che va di pari passo con le condizioni di emergenza venute a mancare. Ritengo pertanto chiaro il motivo per cui, in ordine all’assenza di ragioni emergenziali, spese di mantenimento ingenti e presenza di posti in strutture legittime disponibili, la chiusura del Centro Temporaneo di via Regina non sia più derogabile.

Per quanto riguarda la destinazione di quell’area, ricordo che il Governo l’ha avuta in concessione per via dell’emergenza e che ha agito in deroga alle
normative vigenti proprio per la situazione straordinaria venuta a crearsi.  Il vincolo cimiteriale impone che non possano essere adibite ad abitazioni le aree contigue a un Cimitero; inoltre, la destinazione urbanistica stessa di quell’area non prevede l’uso abitativo. Il Comune, rientrando in possesso di quell’area, provvederà semplicemente al rispetto di quanto disposto dalla normativa.

L’Amministrazione Comunale interviene sul tema della Grave Marginalità attraverso molteplici azioni e l’investimento di risorse economiche.
Solo la gestione del dormitorio di via Napoleona richiede un investimento pari a 150.000 euro, più altri 40.000 euro di affitto che vengono corrisposti a Ozanam.

A breve dovremo indire un nuovo bando e intendiamo potenziare la parte progettuale di vita che viene proposta agli ospiti, in modo da tracciare un maggior numero di strade inclusive per tutti. Il punto di riferimento e orientamento più importante per la grave marginalità, come è noto, è il Servizio “Porta Aperta”, attraverso il quale la Caritas indirizza le persone senza dimora ai vari servizi (mense, centro diurno, dormitorio, punto per il vestiario, centro ascolto…) e il Comune sostiene il servizio con 35.000 euro.

Intendiamo, peraltro, fare una riflessione che consenta di valutare un supporto maggiore anche in questa direzione.  Abbiamo stanziato 8.000 euro per l’Emergenza Freddo, mentre in passato la cifra era la metà. Abbiamo stanziato 4.000 euro per dare la possibilità di mantenere aperto il Centro Diurno anche nei giorni di giovedì e domenica, visto che nel periodo invernale è utile mantenere un punto di accesso in più sul territorio.

I bagni pubblici, in particolare quelli di via Sirtori e Ponte Chiasso, sono dati in gestione attraverso un bando e consentono, con orari che abbiamo più volte modificato per andare incontro alle esigenze e ai bisogni delle persone, di accedere ai servizi e alle docce; la gestione di tutti i bagni oltre a quelli citati, vale circa 250.000 euro.

Abbiamo attivato un progetto di inclusione lavorativa per alcune persone provenienti dalla Grave Marginalità, che attraverso i voucher implica risorse
per circa 20.000 euro, stiamo attivando il progetto “Strade Verso Casa” (sempre riguardo alla Grave Marginalità) che è gestito dai Piani di Zona, sia per
l’acquisto di beni di prima necessità, sia per l’attivazione di servizi come l’housing first e il supporto di interventi di strada.

Abbiamo deciso di stringere una Convenzione anche con Ozanam per aumentare il numero di posti disponibili nelle strutture presenti sul nostro territorio e intendiamo proseguire su questa strada collaborando con associazioni, enti e cooperative impegnate su queste tematiche.

È evidente che non sono esauriti così i problemi che una Città come la nostra può avere.

Ritengo però che l’impegno e la partecipazione di questa Amministrazione in termini di risorse sia importante. In veste di assessore alle Politiche Sociali posso dire che è faticoso poter attendere ai bisogni di tutte le categorie delle persone più fragili, soprattutto quando il bilancio è per gran parte assorbito dalle risorse obbligatoriamente destinate per esempio: ai Minori stranieri non accompagnati (circa 4 milioni di euro quest’anno).

Abbiamo dei margini discrezionali molto ridotti rispetto ad altri settori, tenendo conto che le nostre priorità di azione hanno degli indirizzi imprescindibili legati al mantenimento dei minori in strutture (circo 3 milioni di euro quest’anno), al sostegno a persone disabili (circa 2 milioni di euro quest’anno) e anziane in strutture adeguate (circa 1.115 mila euro quest’anno), e l’erogazione di contributi e bonus a nuclei e singole persone in grave disagio economico. Cerchiamo ogni giorno di migliorare gli interventi, e questo grazie agli Assistenti Sociali e agli psicologi, ma anche a tutto il personale dei Servizi che, malgrado sia presente in numero ridotto, con un grande carico di lavoro e grosse responsabilità, è dotato di cuore e passione e non si tira mai indietro.

E’ in questo panorama, in cui è difficile poter soddisfare i bisogni di tutti ed esaurirne le richieste, che l’amministrazione si impegna a mantenere attive tutte le collaborazioni e i servizi esistenti, che incoraggia e sostiene le azioni di enti e associazioni che operano sul territorio per una maggior prossimità al
cittadino più debole e che, attraverso i servizi sociali e le risorse disponibili, affronta ogni giorno le eventuali emergenze dei propri cittadini.

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