Il neo cardinale Oscar Cantoni è arrivato a Palazzo Cernezzi dieci minuti prima dell’inizio del consiglio comunale. Dopo aver stretto mani e parlato con molti dei presenti, compresi gli spettatori della seduta, è arrivato il suo saluto all’assemblea riunita. Introdotto dal presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo, il cardinale ha voluto essere dunque presente in consiglio comunale a Como, dopo la recente nomina cardinalizia a Roma.
“Invito a non dimenticare che siamo qui per metterci umilmente a disposizione della comunità”, ha detto Anzaldo.
“Grazie per l’invito. Saluto tutti con cordialità e ringrazio quanti si sono spesi per questa visita. La mia nomina ha coinvolto positivamente non solo la comunità cristiana ma anche la società civile suscitando gioia profonda. La città di Como in ogni componente si è sentita onorata e commossa per essere stata valorizzata davanti al mondo – ha esordito il cardinale – Il cardinalato è espressione di un dono e una responsabilità mia ma anche una realtà da condividere, un impegno da affrontare insieme con una coerente immagine di città moderna, che riconosce le sue potenzialità e dei singoli cittadini. Siamo anche una città di confine che deve saper affrontare insieme i problemi reali, presenti e futuri”.
“Il clima è positivo e di forte speranza . ha aggiunto il cardinale – La pace non ha prezzo, bisogna trovare le vie possibili per farla. La società civile e il mondo della cultura invocano una gestione alta della politica. Ciascuno a livello civile e ecclesiale deve portare il proprio mattone per la casa comune nel rispetto delle diversità. Oggi più che in passato ci vogliono persone coraggiose e competenti, capaci di liberare speranza e sogni. Non valgono soluzioni facili che appoggiano interessi immediati e suscitano facili consensi. E’ necessario aprirsi a prospettive realistiche sentendosi responsabili non solo dell’oggi ma anche di quelle che possono determinare positivamente il futuro. Auguro un confronto schietto e sincero nel rispetto di visioni diverse”.
4 Commenti
I preti devono stare fuori dalla politica, come loro non tollerano ingerenze nel loro campo, allo stesso modo dovrebbero evitare di mettere il becco dove non hanno titolo.
Non siamo (più) uno stato confessionale, per fortuna, anche se qualcuno ne è ancora convinto.
Oggi più che in passato ci vogliono persone coraggiose e competenti, capaci di liberare speranza e sogni. Non valgono soluzioni facili che appoggiano interessi immediati e suscitano facili consensi. E’ necessario aprirsi a prospettive realistiche sentendosi responsabili non solo dell’oggi ma anche di quelle che possono determinare.
Esattamente il contrario di R.
Ma un cenno alla questione dei senza tetto?
Finalmente un discorso sulla politica nella/della Città di Como, diretto, breve, concreto, con una misurata saggezza pre-politica, ma ugualmente capace di porre, e proporre, i tratti dell’indispensabile stile amministrativo che voglia raccogliere frutti duraturi e condivisi.
Forti i criteri ispiratori indicati dal Cardinale,, speriamo trovino seguito!