Dopo tre settimane abbondanti dalla frana che ha anche provocato la caduta di alcuni alberi sulla strada per Como, la frazione di Civiglio resta per metà isolata. E al momento, non si intravedono spiragli per un ripristino rapido della situazione, anzi. Il terreno in questione è privato e per la verità i proprietari finora hanno compiuto i primi interventi nei tempi possibili e a breve dovrebbero posare i teli di contenimento sul fronte più a rischio. Per quanto riguarda la parte pubblica, invece, il Comune di Como sta aspettando di ricevere una seconda relazione geologica sullo stato dei terreni, documento da cui poi dipenderà la redazione della messa in sicurezza vera propria. Inutile dire che a quest’ultimo passaggio sono legati i tempi di riapertura della strada, a oggi nemmeno pronosticabili.
Nel frattempo, da Civiglio riceviamo e volentieri pubblichiamo gli aggiornamenti sul posto da parte dei residenti-reporter. In questo caso, oltre alla puntuale documentazione del punto franato, le perplessità sono sul mancato taglio di piante e vegetazione che incombono sulla strada.
Per scriverci o inviare foto e video, la mail è redazionecomozero@gmail.com ma ci sono anche il whatsapp 335.8366795 e la pagina facebook.
Da segnalare, infine, che per quanto riguarda il trasporto pubblico, in assenza finora di una navetta, sono stati messi in piazza a Civiglio gli orari della linea C43 ma solo fino a Ponzate, senza che si sappia che ora il bus passi dal Civiglio.
2 Commenti
A proposito di un precedente articolo: ma se civiglio facesse una fusione con Brunate o Tavernerio non ci guadagnerebbe?
Particolarmente complicato e oserei dire insostenibile a lungo il percorso alternativo per raggiungere il paese da Brunate: la strada è sistema e non ci sono spazi se si incontrano due auto, senza contare la ripida salita in un tratto critico, c’è il rischio di imbottigliamento a catena. Almeno il comune potrebbe predisporre un semaforo o altro per rendere accettabile la situazione. Non posso immaginare chi deve raggiungere il posto di lavoro al mattino. Senza parlare delle difficoltà che riscontrano anche gli operatori ecologici. Siamo davvero abbandonati