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VIDEO Piscina viale Geno. Rapinese: “Convinto che il Comune farà decadere Pallanuoto Como”. Dato: “Nostri numeri tornano, eccome. Aspettiamo le chiavi”

E’ una querelle infinita, quella che vede protagoniste Como Nuoto e Pallanuoto Como. La raccontiamo da anni, con rapide accelerazioni da qualche settimana.

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La vicenda, in sintesi estrema, vede Pallanuoto Como oggi formalmente assegnataria con sentenza del Consiglio di Stato delle piscine storicamente gestite da Como Nuoto che dal canto suo contesta i dati presentati dai concorrenti in sede di Bando, in particolare i numeri degli atleti agonisti. (Qui l’ultimo intervento del presidente di Como Nuoto, Mario Bulgheroni).

Da diverso tempo la questione è stata portata in aula consiliare nel Cernezzi dal capogruppo della lista Rapinese Sindaco, Alessandro Rapinese. Che ieri sera è tornato sul tema. L’intervento è nel video pubblicato dallo stesso consigliere, con premessa:

Sono fermamente convinto che a ore il mio Comune farà decadere Pallanuoto Como dalla aggiudicazione del plesso sportivo di Viale Geno (alla luce dei fatti e soprattutto degli atti non vedo alternative), ma se ciò non accadesse i comaschi vedrebbero assegnare un luogo di sacro sport COMASCO ad un insieme di associazioni sportive (Pallanuoto Como e la genovese Crocera Stadium) che:

– avrebbe tra i propri associati il 96% (novantaseipercento) di associati non comaschi (i soci di Pallanuoto Como infatti pesano solo il 4% – quattropercento – del “consorzio”);

– avrebbe tra gli atleti tesserati agonisti (requisito richiesto a chiare lettere dalla commissione di gara, requisito accettato da TUTTI i partecipanti nel 2018) (sempre che i dati dichiarati in gara fossero veritieri – fatto contrastante con quanto GIÀ riportato da FIN Liguria prima e FIN Lombardia poi) l’80% (ottantapercento) di atleti tesserati agonisti non comaschi e nemmeno lombardi.

Il bando concepito da Landriscina & Co. era un bando comaschicida che favoriva chiunque tranne chi a Como fa del bene (senza profitto – SENZA PROFITTO) da oltre un secolo.

Grazie a Dio Como Nuoto tornerà a casa. Con buona pace di chi voleva prendere a calci nel culo una radicata e prestigiosa associazione al 100% (centopercento) comasca, associazione tra l’altro insignita con la STELLA D’ORO AL MERITO SPORTIVO.

Concludo: appena sarò sindaco Como Nuoto affiancherà all’ORO della STELLA AL MERITO SPORTIVO quello dell’ABBONDINO, la massima benemerenza civica comasca.

Dall’altro lato della vasca, il presidente di Pallanuoto Como, Giovanni Dato che questa sera ha diffuso una nota, accompagnata da un video per offrire la propria ricostruzione dei fatti. Anche in questo caso, riportiamo video e testo.

Abbiamo parlato poco, perché le parole pesano sempre e perché le istituzioni vanno rispettate, anche quando non se ne condivido tempi e azioni. Oggi leggo qualche riga, perché ci sarebbe da dire tanto ma non è ancora il tempo di farlo e quindi cerco di evitare di dilungarmi. Perché quando in ballo ci sono i destini di un bene pubblico, dei cittadini tutti (perché i danni erariali eventuali li paghiamo tutti, come le perdite di tempo, l’assenza di servizi, il mancato sviluppo di opportunità), quando in ballo ci sono cose così importanti occorre essere molto seri, molto precisi e molto responsabili.

Fin qui l’abbiamo fatto, noi di Pallanuoto Como e non intendiamo tradire questo stile. Anni fa abbiamo partecipato a un bando pubblico per il compendio sportivo di viale Geno 14. L’abbiamo fatto carichi di progetti in seno a una società sana, stimata da Unicef perché prima ad aver garantito lo svincolo sportivo per i suoi atleti, quindi la loro libertà, che fossero bambini (sì, vengono monetizzati anche i cartellini dei bambini) o professionisti. L’abbiamo fatto scegliendo come partner una società leader nel mondo sportivo acquatico e nella preparazione degli atleti paraolimpici, Crociera Stadium. Una collaborazione nata dopo aver letto il bando emesso dal Comune, che dedicava molto spazio all’attenzione alla disabilità. L’abbiamo fatto credendo che questa fosse un’occasione in più per abbattere le barriere architettoniche, spesso anche sociali, rispetto a chi è “diversamente uguale”, di chi non deve pagare l’inadeguatezza di un mondo per normodotati perché disabile.

Ed è importante ricordare questo: i beni pubblici vanno a gara proprio perché rimangano tali, perché il livello manutentivo degli stessi resti all’altezza, perché si evitino “pastette” o perché l’uno o l’altro soggetto NON si sentano proprietari di un bene che è della società tutta. E di cui la società tutta deve poter usufruire. L’Ati, ovvero l’unione temporania d’impresa, è poi indicata e promossa dalle norme europee, atte a garantire trasparenza, accessibilità e competitività.

Dicevo, abbiamo partecipato a un bando. Durante la gara sono state richieste integrazioni a Como Nuoto rispetto alle loro liste atleti presentate. A noi non sono state domandate perché ritenute valide e verificate. Abbiamo perso di pochi centesimi e abbiamo ritenuto di chiedere al Tar di verificare alcuni aspetti della gara per noi poco chiari. Il Tar ci ha dato ragione.

Como Nuoto e Comune di Como (come anche il sindaco Landriscina ha ricordato in consiglio comunale) ci hanno trascinati al Consiglio di Stato. Abbiamo vinto.

Nel frattempo, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato vinciamo anche il bando ponte: Como Nuoto doveva lasciare lo stabile, non lo ha. Arriva la sentenza definitiva del Consiglio di Stato il 24 febbraio, TOTALMENTE A NOSTRO FAVORE, una sentenza ancora non eseguita. Como Nuoto non ha ancora lasciato lo stabile.

La sentenza del Giudice sportivo ha dichiarato “in parte irricevibile e in parte respinto” il ricorso presentato da Como Nuoto su presunte irregolarità relative alle arrività dei nostri atleti. E siamo a tre sentenze a favore di Pallanuoto Como. Speriamo di non essere costretti a collezionarne altre.

A tre anni e oltre dal bando ci vengono richiesti numeri e verifiche: i dati presentati da Pallanuoto Como non sono mai cambiati e sono da sempre coerenti con la richiesta del bando: “atleti che hanno svolto attività agonistica”. Siamo molto sereni rispetto all’esito ultimo e definitivo di questa vicenda.

E qui, nonostante il disappunto per le enormi perdite di tempo fin qui registrate, spieghiamo anche perché il Comune ha fatto bene a domandare l’elenco degli “atleti che hanno svolto attività agonistica” e non dei tesserati agonisti. Perché se il criterio è quello di far sì che il compendio sportivo non abdichi alla funzione sociale e sportiva che l’amministrazione ha scelto per lo stesso, occorreva e occorre ovviare ai tesseramenti d’ufficio di chi poi non pratica sport. Perché questo rischierebbe di modificare a torto l’esito di una gara.

Per essere preciso e responsabile, come detto sopra, sottolineo che non ho né ho mai avuto tessere di alcun partito. Mi sono candidato anni fa come indipendente per Fucina Liberale, all’interno di un progetto-laboratorio in cui la destra si apriva ai moderati. Non credo sia una colpa, e di certo non è cosa attinente a questa situazione.

Invito chi vuole provare a fare chiarezza in merito a questo stallo a leggere bene le carte, informarsi e leggere molto bene il bando, le sentenze emesse, che vanno lette per intero, anche quelle del Giudice sportivo. Una volta fatto con attenzione questo, scoprirà con sollievo che i numeri di Pallanuoto Como tornano eccome. E che ovviamente questo può essere provato in ogni sede preposta.

Stanchi ma sereni, aspettiamo fiduciosi la convocazione ufficiale del Comune per la consegna delle chiavi.

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13 Commenti

  1. cosa sei il paladino dello sport.. assieme al tuo amico sceriffo della città. Per i disabili hai partecipato a varie iniziative, tanto di capello, ma lo hanno fatto anche tanti altri. quindi per favore continua a fare l’allenatore e dimostra di organizzare qualcosa tu, con te in prima persona, con te che prendi e organizzi e ti sbatti a fare cose. non sentenziare dalla tastiera.

    1. Caro Marco F. hai letto il mio commento? Ho solo esternato un pensiero su un argomento dove sono sensibile senza sentenziare nulla, e tantomeno pensando di essere paladino dello sport (tutt’altro), sono solo felice di tanta gente che si occupa seriamente dell’argomento cosa che provo a fare da anni , anche ora,..in silenzio e in privato senza nessun doppio senso, ma se vuoi ne posso parlare anche con te…
      PS sull’amico sceriffo sono ben contento di conoscere un politico che reputo onesto da sempre a prescindere dal bando Viale Geno.
      In ogni caso sono a disposizione perché molto umilmente mi firmo con nome e cognome.

  2. In provincia di Como esistono associazioni sportive con più tesserati di Como Nuoto. Si lasci dire che i suoi interventi denotano costantemente ignoranza del contesto, delle regole di diritto pubblico, di tutto.
    I bandi seri di altri comuni scrivono una cosa molto semplice: contano i tesserati e i soci residenti nella provincia, ossia gli unici che possono effettivamente sfruttare la sede in palio (senza scopo di lucro).
    In questo caso si è lasciata aperta una autostrada a una manovra legittima, ma totalmente contraria all’interesse pubblico.

    1. Ma, infatti, la cosa che continuo a non capire è perchè ci si concentri sul numero degli agonisti quando, secondo me, l’aspetto scandaloso e che ci sia una società che abbia vinto un bando facendo figurare fra i propri soci persone che risiedono in Liguria.
      Della questione mi interessa poco, non avendo mai messo piede in vita mia negli impianti in questione (men che meno lo farò in futuro, visti i figuri che, da entrambi i lati, sono in lizza), però non capisco come mai tale aspetto della vicenda rimanga sempre sullo sfondo.

  3. Imbarazzante Dato che cita i disabili e l’Unicef per giustificare ambizioni personali e coinvolgimento di una società sportiva di Genova. C’è chi con i disabili e per i disabili lavora da anni senza sbandierarlo ai quattro venti. Ma chi crede di prendere in giro?

  4. In una concessione pubblica il Comune ha il dovere di massimizzare l’interesse e gli introiti.

    Il fatto che Como Nuoto sia una buona società e sia già lì da un secolo non significa che quell’impianto le spetti di diritto. Anzi, qualunque società ha il diritto di competere per aggiudicarsi la concessione. È bene che questo punto sia ben chiaro.

    Il Comune di Como invece ha predisposto un bando inserendo il numero di atleti agonisti tra i criteri: quale società avrà il numero di atleti più alto negli anni passati se non chi già gestiva l’unico impianto in città? (a tal proposito Rapinese si ricorderà della Citta dei Balocchi quando diceva “vi dico già chi vincerà il bando, lo hanno preparato su misura”).

    Qualcosa però non è andato come previsto: Pallanuoto Como ha creato un consorzio così da avere più atleti. Cosa che può far storcere il naso, ma dovuta appunto al bando capestro.

  5. No non ci sto, solo parlare di disabilità della società di Genova per avere…. accesso al Lido di Como…. no questo no…
    E lo dico da vicepresidente dell’ associazione Waterpolo Ability Lombardia. Il resto del video mi va bene tutto, è al vaglio di un PM, in bocca al lupo ma no no no….quel pezzo non ha senso….

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