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VIDEO Via Anzani, chiuso il bar ‘Fratelli Matubber’: “Pregiudicati tra i clienti, fatti gravi e sicurezza pubblica in pericolo”

Intervento della Polizia di stato intorno alle 13.30 in via Anzani dove è stata notificata la sospensione dell’attività per 20 giorni al bar all’angolo con via Magenta. Solo ieri dalla questura facevano sapere come fosse stata decisa la chiusura della sola parte di locale dedicata alla gastronomia a causa di alcune irregolarità. Oggi invece il provvedimento ha coinvolto tutta la struttura per questioni ben più gravi.

L’episodisi inserisce nella stretta sul fronte dei controlli da parte delle forze dell’ordine dopo la rissa in strada di alcuni giorni fa, cui è seguita una stringente attività di presidio e controllo della zona: qui le cronache.

AGGIORNAMENTO DELLE 14.07
ECCO QUANTO FA SAPERE LA QUESTURA IN UNA NOTA CHE RIPORTIAMO INTEGRALMENTE

La Polizia di Stato, nella mattinata odierna ha adottato un provvedimento di sospensione per 20 giorni della licenza dell’esercizio pubblico “F.lli Matubber” di via Anzani a Como, cui è stata data immediata esecuzione ai sensi dell’art. 100 T.U.L.P.S (Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, l’articolo cento regolamenta appunto la sospensione dell’attività dei locali in date circostanze, Ndr).

Il provvedimento è scaturito dalla documentata attività svolta dalla Polizia di Stato e dai controlli attuati dagli operatori della Divisione Polizia Amministrativa e di Sicurezza della Questura, – in ultimo il controllo effettuato l’altro giorno che ha collezionato l’attività documentale (qui la cronaca) – che hanno svolto anche la conseguente ed accurata attività istruttoria che si è avvalsa anche dei diversi interventi effettuati dall’Arma dei Carabinieri che avevano registrato situazioni contrastanti con l’ordine e la sicurezza pubblica.

Il provvedimento si inquadra inoltre nell’ambito di una generale intensificazione dei servizi di vigilanza, in particolare verso gli esercizi pubblici che possono diventare luogo di ritrovo di persone pericolose e di pregiudicati e dove il principio di auto-responsabilità non è stato rispettato dai titolari. Particolare attenzione è stata riservata al territorio cittadino, più volte fatto oggetto di un’intensa attività di prevenzione e repressione da parte delle forze di polizia.

In tale contesto il Questore di Como Marco Calì, nella sua qualità di Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, ha finalizzato l’emanazione del provvedimento di sospensione della licenza, ex art.100 T.U.L.P.S., nei confronti del titolare dell’esercizio commerciale.

È stato infatti accertato, che in più occasioni il locale pubblico era frequentato da persone gravate da pregiudizi penali, di polizia e sottoposti a misure di prevenzione e che in più circostanze nelle sue pertinenze sono avvenuti fatti gravi, che hanno messo a repentaglio la sicurezza pubblica.

In ultimo, nei precedenti controlli che ha visto impegnate Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Ispettorato del Lavoro e ATS, erano state rilevate irregolarità amministrative che avevano permesso di chiudere parte dell’attività del bar.

VIDEO RISSA E TERRORE IN VIA ANZANI: residenti esasperati in strada, il quartiere di Como insorge

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13 Commenti

  1. Finalmente si agisce per il bene di una città che vuole la tranquillità che è sempre stata il suo vanto,auguro a tutte le autorità competenti di continuare in questo lavoro di bonifica

  2. Anche io voglio ringraziare la Redazione di Comozero, il Questore, la Polizia di stato e tutti quelli che hanno contribuito a questa ” tregua” nel nostro quartiere ,sperando che non sia temporanea ma duratura e che il quartiere torni ad essere ” vivibile” .

    1. Eh sì, proprio duraturo come evento. Chiuso il bar non berranno più, non usciranno più di casa, non infastidiranno più nessuno.
      Suvvia Sergio dai, non credi che semplicemente troveranno un altro posto di ritrovo? O stai solo fingendo di non saperlo?

    1. Certo Luigi, il problema è che non si è scoperto niente. Quello che stiamo osservando è solo la punta dell’iceberg.
      Magari avessimo scoperto tutto il problema.
      Ti do un paio di spunti: malessere economico, povertà culturale, difficoltà sociali, scarsa integrazione.
      Ora, unendo i punti e analizzandoli più a fondo capirai bene che il problema non era un bar, quello era solo lo sfogo di una rete più vasta di problemi. Chiudendo il bar non risolviamo nulla, al massimo sposteremo il problema altrove e poi via, ripartirà la tiritera.
      Se volessimo veramente (provare a ) risolvere il problema forse dovremmo cominciare ad affrontare altri problemi.
      Capisco sia più facile invece inseguire i like e un provvedimento rapido

  3. Voglio esprimere il mio più sentito ringraziamento alla Redazione di Comozero (che ha dato voce e eco a un problema sino ad ora vissuto, in modo preoccupato e drammatico, in solitudine dai residenti), al Questore, alla Polizia di Stato e a chi si è adoperato per cercare di arginare questa situazione divenuta insostenibile.
    Spero davvero che l’attività repressiva e preventiva prosegua, perché la zona possa tornare ad essere ciò che è stata da sempre: un piacevole e normale quartiere, densamente abitato e frequentato da famiglie, bambini, ragazzi, che non devono temere per la loro incolumità nel rientrare a casa o per passare da quei marciapiedi.

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