Gravi momenti di tensione si sono registrati nella Casa Circondariale di Como, il carcere del Bassone. Secondo quanto reso noto, “sarebbe stato sventato un tentativo d’evasione” e, nel corso dei disordini, “un agente sarebbe stato costretto a riparare in uno sgabuzzino, assediato da alcuni detenuti”.
La notizia è stata diffusa da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. De Fazio ha precisato che “rinforzi della Polizia penitenziaria stanno accorrendo dal Provveditorato regionale di Milano e da altri istituti lombardi” per riportare la situazione alla normalità.
Secondo gli aggiornamenti disponibili, le tensioni avrebbero causato dei feriti: si apprende che due agenti di Polizia Penitenziaria sarebbero contusi e ci sarebbero anche dei feriti tra i detenuti, uno in gravi condizioni.
Sono state allertate anche le altre forze dell’ordine. I sanitari del 118 sono poi entrati al Bassone. Sul posto Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del fuoco e la Polizia Locale.
In serata, sul tema, è intervenuto Paolo Emilio Russo, deputato comasco, capogruppo di Forza Italia in commissione Affari Costituzionali alla Camera con una nota:
Solidarietà agli agenti della Polizia Penitenziaria feriti nel carcere Bassone di Como, costretti a lavorare in condizioni difficilissime. Sovraffollamento ed evidenti limiti strutturali rendono ancora più complicato garantire qui più che altrove sicurezza ai lavoratori e, allo stesso tempo, il giusto equilibrio tra certezza della pena per chi ha sbagliato e il rispetto dei diritti umani per chi paga – giustamente – i propri errori. Le carceri non possono e non devono più essere “non luoghi” dove non valgono leggi e diritti, governo e maggioranza hanno stanno investendo sul riammodernamento delle strutture e, soprattutto, sul personale: sono già state assunte – tra assunzioni ordinarie e straordinarie – ben 7000 figure tra personale della polizia penitenziaria e giudici di sorveglianza. E’ necessario continuare a lavorare contro il sovraffollamento, senza evidentemente che ciò significhi far uscire persone pericolose. Abbiamo per esempio proposto di consentire ai tossicodipendenti la possibilità di scontare la pena in comunità come di creare le condizioni perché i detenuti possano lavorare dentro agli istituti e, per quelli che scontano pene minori, fuori durante il giorno. Ma il sovraffollamento, in attesa che siano finalmente costruite nuove carceri, realizzate con sistemi più moderni, si contrasta anche con un uso più accorto della carcerazione preventiva: la custodia cautelare non può e non deve essere trattata come un anticipo della pena.
Subito dopo l’intervento della capogruppo del Partito Democratico alla Camera, la comasca Chiara Braga:
Il tentativo di evasione in mattinata, la successiva sommossa e il grave episodio del sequestro di un agente di polizia penitenziaria avvenuti oggi nel carcere Bassone di Como sono fatti di estrema gravità, che impongono una riflessione seria e urgente sullo stato della Casa Circondariale del comasco.
Desidero innanzitutto esprimere la mia vicinanza e il mio ringraziamento, insieme a quello di tutto il Partito Democratico, al personale della Polizia penitenziaria che, con professionalità e coraggio, è intervenuto tempestivamente riportando la situazione sotto controllo. A loro va la nostra gratitudine, e l’augurio di pronta guarigione agli agenti rimasti feriti.
Il carcere di Como, purtroppo, non è nuovo a situazioni di tensione: da tempo soffre di un sovraffollamento cronico e di una carenza strutturale di organico, sia tra il personale di polizia sia tra gli operatori. Le condizioni di vita all’interno dell’istituto sono spesso denunciate da avvocati, associazioni e operatori del territorio, che segnalano da tempo carenze e criticità che rendono difficile garantire la sicurezza di chi lavora in carcere e condizioni dignitose ai detenuti.
Occorre che il Governo imposti soluzioni strutturali e durature per affrontare queste criticità, spesso comuni a diversi istituti di detenzione. Non è possibile continuare a intervenire solo nelle emergenze o nei casi più gravi. Serve una politica penitenziaria capace di garantire sicurezza, dignità e legalità.
Poi il comunicato di Rifondazione Comunista/Sinistra Europea:
All’interno del Carcere del Bassone di Como è scoppiata una rivolta e la notizia sta facendo il giro dei media. Purtroppo non siamo stupite/i di quanto è accaduto, da anni denunciamo le condizioni disumane nelle quali versano le persone private della libertà personale all’interno della stragrande maggioranza delle carceri italiane e, in modo particolare, nella struttura della nostra città che, risaputamente, è una delle peggiori sul piano del sovraffollamento, della mancanza pressoché totale di attività di reinserimento sociale, della mancanza di personale qualificato come psicologi e mediatori culturali. Purtroppo, era una questione di “quando” non di “se” ed oggi è accaduto. Davanti ad un fatto simile riteniamo che un sistema che non rispetta il dettato costituzionale che, all’articolo 27 recita “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” è un sistema complice di ciò che è accaduto e delle conseguenze – gravi – che questo atto avrà.
Fabrizio Baggi, Direzione nazionale
Pierluigi Tavecchio, Segretario provinciale Como