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Cronaca

VIDEO – Don Roberto, le ultime colazioni per gli invisibili, poi l’omicidio. Ecco chi l’ha ucciso

I suoi ragazzi questa mattina lo stavano aspettando per consegnare le colazioni ai senzatetto in vari punti della città. Come facevano insieme ogni giorno, quelle colazioni che tanto hanno fatto discutere due anni fa. Don Roberto Malgesini però non è mai arrivato.

Stava caricando l’auto con i pasti quando ha incontrato uno dei senza fissa dimora che ben conosceva. Fuori dalla casa parrocchiale, in piazza San Rocco, poco lontano dal cortile dove tante volte ha permesso loro di dormire.

Era un tunisino di 53 anni, in Italia da oltre vent’anni. E’ stato lui a sferrare i fendenti mortali contro il “prete degli ultimi”, come in tanti questa mattina con le lacrime agli occhi lo hanno definito. I suoi ragazzi, non vedendolo arrivare, si sono preoccupati e si sono recati alla casa parrocchiale e lì purtroppo hanno trovato la tragedia, senza poterci credere.

Don Roberto Malgesini aveva compiuto 51 anni lo scorso mese di agosto. Ordinato prete nel giugno 1998, era stato vicario a Gravedona fino al 2003, poi a Lipomo dal 2003 al 2008. Dal 2008 era diventato collaboratore a San Rocco, poi divenuta, con San Bartolomeo, comunità pastorale “Beato Scalabrini”, proprio lui che fondò un ordine di missionari dediti alla cura degli emigrati.

Ogni giorno, da piazza San Rocco, luogo tanto vicino quanto lontano dal cuore pulsante di Como, il prete dava vita a qualcosa di speciale: un gesto gentile, un caffè, che portava con il sorriso a chi non ha nulla.

Impossibile, mentre Carabinieri e Polizia di Stato stanno ancora indagando, sapere cosa abbia scatenato il folle gesto del tunisino. Da quanto è stato possibile ricostruire fino a questo momento, più volte al 53enne straniero sarebbe stato proposto di intraprendere un percorso di assistenza psichica ma attualmente in nessun istituto psichiatrico sono aperte pratiche a suo nome.

Irregolare sul territorio italiano, aveva alcuni precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. Attualmente era in attesa di udienza in Tribunale per l’espulsione dal Paese. Proprio questa situazione potrebbe avere alimentato i fortissimi disagi che viveva.

LA TESTIMONIANZA (RACCOLTA DA THOMAS USAN)

 

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