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“Black wave”, il maestro Carlo Pozzoni in mostra al Baradello racconta la moda etica e la creatività

Black Wave è la seconda mostra del 2023 ospitato all’interno degli spazi espositivi del Castel Baradello e nella rassegna Castello Live! una trasformazione in vera e propria galleria di arte contemporanea nata da una intuizione di Slow Lake Como, Slow Moon art & events e l’Ente Parco Spina Verde. Black Wave nasce da una idea di Carlo Pozzoni e Francesca Gamba e fa da madrina agli eventi del mese di maggio dedicato alla interculturalità, il castello dalla limes romana al castrum di Barbarossa ha sempre rappresentato una linea di confine e diviene, oggi, un luogo simbolico di riflessioni tra ciò che unisce e ciò che divide. La mostra fotografica di Carlo Pozzoni celebra un suggestivo traguardo visivo di un percorso di moda etica e creatività integrata ideato e curato da Francesca Gamba e che ha coinvolto allievi della scuola Cias formazione professionale, le ragazze e i ragazzi africani richiedenti protezione internazionale della Cooperativa Intesa Sociale di Como che hanno lavorato fianco a fianco nell’ambito del capello e hanno tradotto l’onda africana nella moda occidentale, in una felice contaminazione di stili. Con la complicità della seta comasca i ritratti di Pozzoni celebrano vero e proprio metissage etico ed estetico.

Hanno partecipato anche il laboratorio di Rebbio Karalò nella realizzazione di alcuni outfit progettati dalla curatrice e gli allievi di grafica del Setificio nella fase di postproduzione delle foto di Pozzoni. Dopo l’allestimento nelle sale del Museo della Seta, nel 2020 la mostra BLACK WAVE prosegue ora il suo viaggio al Castello del Bardello dove è allestita per tutto il mese di maggio, celebrando in questa roccaforte l’apertura alle diversità e a una bellezza senza confini. Vernissage della mostra a partire dalle ore 18:00 del 05 maggio, con una introduzione di Francesca Gamba e con la presenza di Luigi Cavadini, che ne ha curato il percorso critico. Dalle ore 19:00 esibizione della Franz Terraneo Orchestra nella formazione che vede Clara Marzorati e Claudia Monti, rispettivamente primo e secondo violino, Federica Andreoli alla viola e Umberto Pedraglio al violoncello che eseguiranno musiche di W.A. Mozart e composizione dello stesso Pedraglio.

A seguire degustazione a cura della pasticceria Fuin (già pasticceria Baradello) che presenterà dolci fortemente legati al territorio miascia e resta e che per l’occasione presenterà in anteprima la pralina “Pavè de Comm”, un dolce eseguito con il un particolare cioccolato il “Komuntu”, che in lingua ubuntu significa “io sono perché noi siamo”; un piccolo omaggio che ci riporta al senso di comunità e appartenenza di un popolo. Questa e molte altre storie in una serata che, siamo certi, rimarrà nella memoria.

Lettura critica a cura di Luigi Cavadini

La Black Wave, l’onda nera che ha positivamente contaminato la moda occidentale in quest’ultimo decennio, si incontra a Como, per il tramite di scuole e di esperienze sociali di particolare spessore, con i prodotti tessili del territorio in una operazione che si fa mostra di multiforme creatività coinvolgendo, gli allievi della scuole di acconciatura ed estetica CIAS Formazione Professionale e in particolare i ragazzi migranti africani della Cooperativa Intesa Sociale, che vi hanno frequentato dei corsi di formazione, e il laboratorio sartoriale Karalò, attività maturata all’interno della Parrocchia San Martino di Rebbio. Di supporto, inoltre, alcune aziende tessili del distretto comasco che hanno messo a disposizione i loro tessuti stampati per la realizzazione dei capi di abbigliamento e l’Istituto di Setificio che ha collaborato, come diremo, alla postproduzione delle fotografie in mostra. Non ultimo, ma significativo per l’apprezzamento dell’operazione e l’ospitalità concessa, il Museo della Seta, operativo da sempre nella narrazione del divenire della storia tessile della città ma sempre vigile nel registrare e dar voce ad occasioni significative della contemporaneità legate alla creatività e al mondo industriale e formativo del territorio in un’ottica ampia e internazionale come in questo specifico caso.

Ma veniamo al contenuto della rassegna che presenta immagini fotografiche di grande formato stampate su supporti tessili e che riassume gli esiti del “progetto di moda etica e di creatività integrata” curato da Francesca Gamba, che si sviluppa tra professionalità e gioco (che è sempre un binomio capace di generare leggerezza). Fotografie-ritratto, fotografia di moda e di hair style, fotografie che intrecciano modi di intendere (e interpretare) il tempo presente nel segno della multiculturalità che ormai caratterizza in modo trasversale la nostra società.

Nelle fotografie si legge fra l’altro anche la storia della costruzione dell’immagine, che coinvolge diverse professionalità e che trova poi, nella posa – ora seriosa, ora giocosa – della protagonista del momento, la valorizzazione dell’azione corale che l’ha preceduta.

Ecco allora l’esuberanza delle treccine che generano una sorta di moderna Gorgone o che creano un velo oltre cui si intravvede uno sguardo penetrante, ecco i copricapo che lasciando intendere una capigliatura costruita e sagomata a generare diversi volumi, ecco, qua e là, trucchi di varia evidenza, ecco capi di abbigliamento che intrecciano con grande efficacia stili esotici e moda occidentale, ecco stampati di produzione comasca che mostrano influssi provenienti da lontano, ecco il combinarsi di tessuti africani con le sete di casa nostra. E tanto altro ancora: la modella spavalda, quella timida, quella che aggiunge un sorriso pieno alla provocazione dell’abbigliamento, quella che danza con le volute dei colori che disegnano il vestito, quella che si accoccola tra le ampie e morbide onde di una stoffa che la circonda…

Un mondo. Che è un mondo vero, senza confini, senza preclusioni, senza veti.

E, per finire, resta da notare la sorpresa offerta dai fondi colorati da cui emergono tutte le “figure” di questa mostra. Fondi realizzati da allievi del Setificio in postproduzione – sulle fotografie scattate da Carlo Pozzoni a fondo bianco – per valorizzare ulteriormente l’immagine, a volte con la semplice (si fa per dire) scelta del colore, a volte con l’apporto aggiuntivo di segni o graffiti, tratti dall’immaginario collettivo dal valore universale.

Qualche curiosità in pillole sul making ok di BLACK WAVE, dalla curatrice Francesca Gamba.

Dal discriminatorio tignon all’esaltazione della bellezza afro. La foto scattata da Pozzoni che ritrae la ragazza Perla con un grande turbante di tessuto in testa, intende ricordare ed esorcizzare una legge razzista la “Tignon Law” approvata nello stato della Lousiana nel 1768, con lo scopo di marcare le donne africane, evidenziandone la condizione di inferiorità. Questa norma, attraverso l’uso del pezzo di stoffa (tignon) cercava di mortificare la bellezza delle donne di colore libere, costringendole a coprire l’esuberante e vistosa chioma. Abbigliate secondo lo stile occidentale, le donne afro infatti superavano in beltà le dame dalla pelle bianca e ciò era inaccettabile per l’epoca.

Ma grazie all’inventiva e all’ingegno femminile delle donne afro, il tignon nato come fascia punitiva, diventerà attraverso l’uso di tessuti pregiati e a volte corredato di piume e gioielli, un segno di ulteriore eleganza, potenziando il fascino di queste afroamericane.

La scelta del tessuto di seta con pattern a quadretti è un esempio di sincretismo culturale che unisce tradizione serica comasca con il richiamo allo shuka dei Masai a sua volta ispirato al tartan scozzese.

Celebrazione della creatività Himba – L’arte del capello: Aida fotografa da Pozzoni su sfondo fucsia esibisce un’acconciatura scenografica, frutto di una lunga lavorazione: i capelli sono attorcigliati con un rocchetto viola e filo di ferro. L’ispirazione attinge alle capigliature delle donne Himba della Namibia, le quali avvolgono le ciocche con un impasto di burro, ocra e resine profumate dal colore della terracotta. Il composto otjize che viene spalmato anche sul corpo, oltre a svolgere una funzione antibatterica, è segno di bellezza. Al colore rosso sono legati gli importanti simboli di terra e di sangue.

Infologistiche

La mostra Black Wave sarà visitabile dal 05/05 al 04/06 negli orari di apertura del Castel Baradello dalle ore 09:30 alle ore 18:00 sabato, domenica e festivi.

Informazioni e prenotazioni: +39 392 027 9675 | info@slowlakecomo.com

slowlakecomo.com | castelbaradello.com

Hanno partecipato alla realizzazione:

Slow Lake Como, Slow Moon Art & Events, Ente Parco Regionale Spina Verde, the Art Company, Museo della Seta, Fondazione Setificio, CIAS Formazione Professionale, Cooperativa Intesa Sociale, Istituto Setificio, Fondazione Alessandro Volta, Stamperia di Lipomo, Pasticceria Fuin, Franz Terraneo Orchestra, Tessitura Serica Taborelli.

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