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Cultura e Spettacolo

Teatro Sociale, 200 anni di Casino. Bocchietti: “Quando in Sala Bianca c’erano biliardi, bancone bar e si arruolavano i Mille”

La Società del Casino del Teatro Sociale di Como compie 200 anni: un pezzo di storia del teatro e della città da raccontare e festeggiare.

Per questo, la Società dei Palchettisti, proprietaria dell’intero teatro, ha organizzato con la collaborazione dell’associazione Sentiero dei Sogni, un evento celebrativo nella giornata di domenica 5 dicembre. Data non casuale, in quanto la nascita della storica società fu il 6 dicembre del 1821, giorno nel quale si riunirono i primi soci.

Nel convegno in Sala Bianca, diversi gli interventi: Alberto Longatti, giornalista e storico, Stefano Lamon, critico musicale, e Claudio Bocchietti (nella foto), Presidente della Società Palchettisti, che ci ha raccontato l’importanza di questo traguardo.

Difficile sintetizzare 200 anni di storia, ma come possiamo spiegare la nascita della Società del Casino e i suoi obiettivi?

Questo sodalizio nacque in epoca ottocentesca, quando attorno ai teatri prendevano forma gruppi di appassionati e cittadini attivi che avevano voglia di organizzare eventi e animare la vita culturale della città. A Como si unirono i palchettisti, proprietari del teatro che mettevano in scena le opere liriche, e i rappresentanti della classe borghese e le associazioni che, nel Ridotto del Teatro, ora Sala Bianca, si incontravano per assistere a concerti da camera, convegni, piccole rappresentazioni teatrali o più semplicemente trascorrevano in piacevole compagnia le loro serate tra amici. In questo spazio infatti c’erano biliardi, un bancone-bar, una fornitissima biblioteca e anche un’emeroteca. Alle pareti vi erano quadri che ricordavano l’epopea risorgimentale comasca a cui tanta linfa ha dato la stessa Società del Casino diventata, per esempio, Centro di Arruolamento per la spedizione dei Mille del 1860.

Nel vasto archivio custodito dal teatro quali sono i documenti o le testimonianze più importanti che rappresentano la sua gloriosa storia?

Per celebrare i 200 anni, abbiamo pensato di esporre al pubblico alcuni documenti storici inediti. Tra questi, il registro dei compositori che si sono esibiti in Sala Bianca, con una dedica autografa del grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini, e il libro degli ospiti della Società del Casino che riporta le firme di tutti gli scienziati, tra cui un giovanissimo Enrico Fermi, che nel 1927 si ritrovarono per il Convegno internazionale di fisica, in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta.ù

Fare cultura, spesso, è un’occasione anche per organizzare iniziative benefiche. Questa vocazione la ritroviamo anche nel passato?

Assolutamente sì. I rappresentanti della società borghese dell’epoca, composta da uomini, donne, industriali, professionisti, artigiani e commercianti erano già molto sensibili a questi temi e c’è traccia dell’organizzazione di iniziative benefiche a cui partecipavano i più importanti artisti di quel tempo. Tra questi, ad esempio, il concerto del 1832 tenuto dalla cantante lirica Giuditta Pasta, che promosse una raccolta fondi a favore della Fondazione Cà di Industria. Un suo busto in marmo ricorda quell’avvenimento. Amicizia, rispetto, cultura sono stati per 200 anni i principi ispiratori della Società del Casino.

Tornando al presente, come si è evoluta oggi la Società? E quali sono le sue attività?

Inutile dire che molte cose sono cambiate e forse si è un po’ perso il piacere dell’uscire la sera semplicemente per dialogare con i propri concittadini, ma i valori sui quali è sorta questa associazione rimangono immutati ed è sempre bene ricordarli. Per questo, abbiamo pensato a dei riconoscimenti per tre figure molto importanti: Pierangela Molteni , attuale vicepresidente della Società del Casino; Federica Simone, in memoria del padre, l’avvocato Roberto Simone, appassionato presidente per tanti anni, e Cristiana Corti, storica segretaria, instancabile organizzatrice di eventi e ideatrice della collaborazione con i Clubs di servizio della città di Como, che ci ha raccontato di essere entrata per la prima volta a 7 anni con il suo papà in teatro, per poi rimanerci legata a vita. Il Covid ha ovviamente bloccato tutti i momenti di riunione che, in sostanza, erano il fondamento di tutte le attività. Speriamo ci sia una ripresa importante, noi saremo al loro fianco per far sì che la società prosegua la sua storia.

Da maggio è presidente del Teatro Sociale Simona Roveda. Come sta andando la collaborazione?

Sono molto ottimista perché sta impartendo al teatro una svolta green che tutti intendiamo sostenere e ha ribadito la volontà di proporre eventi di qualità.

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