Sala piena, ogni sedia occupata, persone affacciate persino nel corridoio pur di assistere e partecipare. L’assemblea di Confesercenti Como si trasforma in un momento di forte emozione collettiva, un incontro che unisce memoria, riconoscenza e spirito di comunità.
Il presidente Claudio Casartelli apre la parte ufficiale della serata con un discorso sentito, ricordando che quella è l’ultima riunione in quegli uffici, casa dell’associazione per ventisei anni. “Tra queste mura – spiega – sono nate centinaia di attività nel commercio e nei servizi. Qui molte persone hanno imparato un mestiere, affrontato difficoltà e trovato il coraggio di ripartire. Durante momenti difficili, come la crisi del 2008 o la pandemia, questi locali sono stati un rifugio, un luogo dove sentirsi compresi e mai soli”.
Con tono fiducioso, Casartelli parla della necessità di adattarsi ai tempi e di trasferirsi nella nuova sede di via dei Mille 5, “una nuova casa, più funzionale, ma con lo stesso spirito di sempre”. Ringrazia poi collaboratori, dirigenti e professionisti che ogni giorno sostengono l’associazione, definendoli “l’anima della nostra piccola ma combattiva Confesercenti, una squadra di persone che crede nel valore dell’impresa come motore della comunità”.

Le librerie storiche di Como
La serata entra nel vivo con la premiazione dei librai e degli editori storici della Fiera del Libro di Como, introdotta dall’assessore alla Cultura del Comune, Enrico Colombo, che ricorda come “la Fiera del Libro sia un simbolo di vitalità e partecipazione, un evento capace di coniugare la dimensione commerciale con quella culturale, dando voce a chi crede ancora nel valore della lettura”.
Il primo riconoscimento viene consegnato alla Libreria Andreoli, una delle anime storiche della Fiera. “Questo premio – spiega Laura Andreoli – è un riconoscimento che dedichiamo a chi continua a credere nel libro come strumento di libertà e incontro. È bello sapere che, dopo tanti anni, questa manifestazione è ancora sentita come un patrimonio della città”.

È poi la volta della famiglia Nicoli, con Editrice LarioLogo, che da oltre quarant’anni pubblica libri e materiale incentrato sul territorio. “Siamo orgogliosi di ricevere questo riconoscimento – commenta Marino Nicoli – perché sentiamo di far parte della storia culturale di Como. Anche senza una vetrina in centro, il nostro lavoro è sempre stato dedicato alla diffusione del sapere”.

Sul palco sale quindi Gerardo Monizza, di NodoLibri, che ricorda con emozione mezzo secolo di attività: “Partecipiamo alla Fiera del Libro da venticinque anni, e in questo tempo abbiamo visto cambiare il mondo dei libri e della città. Ma la passione è rimasta la stessa. È bello lavorare oggi con un’amministrazione attenta e collaborativa: un segnale di fiducia che dà forza al nostro impegno”.

Infine, Corina Dominioni, per Dominioni Editore, chiude la cerimonia con parole di ringraziamento: “Questo riconoscimento è per mio padre Alessandro e per tutta la nostra famiglia. Confesercenti ci è sempre stata vicina, con amicizia e sostegno, e fa piacere sapere che anche nel mondo dei libri l’unione fa la forza”.

Luca Cavaleri, Fall Mafall e Giuliano Giovannelli
Infine, il direttore Angelo Basilico prende la parola per un momento di ricordo, forse il più toccante della serata. Con voce ferma ma visibilmente emozionata, commemora tre figure care all’associazione: Luca Cavaleri, Fall Mafall e Giuliano Giovannelli.
“Ricordare chi non c’è più – comincia Basilico – non è solo un gesto di affetto. È un dovere morale. Le persone che hanno camminato accanto a noi hanno lasciato un segno profondo, e quel segno resta, anche quando loro non ci sono più. Confesercenti è questo: una comunità che non dimentica nessuno”.

Raccontando la storia di Giuliano Giovannelli, Basilico dipinge la vita di un uomo partito dal nulla: “Giuliano veniva da una famiglia poverissima, ma con la sua determinazione riuscì a costruire un’attività che diede lavoro e dignità a decine di famiglie. Non cercava la ribalta, ma faceva ogni cosa con responsabilità e amore per la collettività. La sua è la storia di chi crede nel lavoro come riscatto”.

Di Luca Cavaleri, storico ambulante e figura amatissima nei mercati di Como, Basilico racconta: “Luca era il collante del gruppo, il cemento che univa tutti. Durante il Covid fu tra i primi a manifestare, non per interesse personale, ma per difendere il diritto al lavoro di un’intera categoria. Era una persona retta, sempre pronta ad aiutare gli altri. La sua sciarpa del Como 1907 la portava come un simbolo, e con quello stesso entusiasmo affrontava ogni giornata di mercato”.
Poi, parlando di Fall Mafall, la voce di Basilico si incrina: “Fall era un uomo straordinario, pieno di vita, di ironia, di contraddizioni, ma con un cuore grande. È arrivato da noi con un’idea semplice ma potente: aiutare gli altri a “essere in regola”. Diceva sempre: ‘Bisogna rispettare le leggi, perché le leggi servono a costruire un Paese giusto’. E in questo credeva davvero, con la forza di chi ha conosciuto la difficoltà sulla propria pelle”.

Il direttore aggiunge: “Fall ha aiutato centinaia di persone a trovare lavoro, dignità e stabilità. Ci mancherà la sua risata, la sua capacità di sdrammatizzare tutto, anche nei momenti peggiori. Ma la sua eredità morale resterà: quella di un uomo che ha costruito ponti, non muri”.
Basilico conclude con parole che lasciano la sala in silenzio: “Noi non siamo solo colleghi. Siamo una famiglia che lavora, che sbaglia, che discute, ma che si vuole bene. E quando qualcuno se ne va, resta comunque con noi. Le persone passano, ma i valori restano: rispetto, solidarietà, dignità del lavoro. È questo che rende Confesercenti viva, anche nei momenti più difficili”.
Tra applausi, strette di mano e commozione, l’assemblea si chiude con un sentimento condiviso: Confesercenti Como non è solo un’associazione di categoria, ma una famiglia che cresce, cambia e resiste, unita dai valori del lavoro, della cultura e della solidarietà.

