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Economia

Allarme 2024 per l’economia lombarda, Como soffre: lo studio Cna. Solo il turismo è sempre super

Con l’inizio del nuovo anno risuona un importante campanello d’allarme per l’economia della Lombardia. Le prospettive di crescita per il 2024 sono notevolmente peggiorate, tanto che il PIL dovrebbe crescere solamente dello 0,8%, in netto peggioramento rispetto alle stime di ottobre 2023 (+1,3%). Sono questi alcuni dei dati forniti da CNA Lombardia nel Primo Focus sull’andamento dell’economia regionale, realizzato dal Centro Studi Sintesi (qui il documento integrale).

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la crescita dei consumi +1,2%, in rallentamento rispetto ai valori dell’anno precedente. Preoccupante anche la tendenza degli investimenti, che dopo anni di crescita impetuosa nella regione sono destinati a rallentare sensibilmente, solo +0,1%, sia rispetto all’anno precedente sia in riferimento alle stime dell’autunno scorso: una frenata imputata al rialzo dei costi di finanziamento, alle condizioni più rigide di accesso al credito e all’esaurirsi degli effetti legati agli incentivi nell’edilizia.

“In generale, potremmo parlare di una situazione economica di tiepida crescita con performance abbastanza positive molto settorialmente concentrate – afferma Pasquale Diodato, Presidente di CNA Lario Brianza -. Bene i servizi, il commercio, alberghi e ristoranti, bene soprattutto il turismo. Sono questi i settori che permettono all’economia regionale di segnare 76 mila occupati in più a fine 2023 rispetto al 2022”.

Vista la situazione europea e internazionale occhi puntati anche sulle esportazioni. Dopo il biennio 2021-2022, contrassegnato da un progresso significativo dell’export della Lombardia, i dati gennaio-settembre 2023 indicano una debole crescita rispetto all’anno precedente (+1,6%). Si osservano performance positive rispetto al 2022 per meccanica (+6,5%), sistema moda (+6,8%) e agroalimentare (+7,8%), mentre il valore delle esportazioni nella metallurgia (-6,5%), nella chimica-gomma-plastica (-3,9%) e nel sistema casa (-1,3%) evidenzia contrazioni significative. Segnali contrastanti, invece, dalle varie province: molto bene Sondrio (+9,3%), Monza Brianza (+8,9%) e Lodi (+8,5%); seguono Bergamo (+4,7%), Milano (+4,7%), Varese (+2,4%), Lecco (+2%) e Pavia (+0,3%). In peggioramento, invece, Mantova (-11,5%), Brescia (-6,6%), Cremona (-6,3%) e Como (-0,6%).

“Dopo il primo rimbalzo post-covid del 2021-2022, rallentano la crescita delle esportazioni – spiega Diodato – Solo il +1,6% nel 2023 rispetto al 2022. A soffrire soprattutto metallurgia, chimica-gomma-plastica, sistema casa. Impossibile non pensare agli effetti della recessione tedesca sulla Lombardia.”

A pesare sulla crescita, davvero contenuta, di tutti gli indicatori è l’inflazione che in Lombardia nell’ultimo trimestre si è raffreddata, tanto che a dicembre 2023 fa registrare un +0,9% rispetto allo stesso mese del 2022. Ma considerando invece l’intero 2023, si osserva una crescita dei prezzi del +5,5%, che si aggiunge al +7,8% del 2022: in sostanza dal 2021 a oggi nella regione i prezzi sono aumentati del 13,7%. Nel 2023 la dinamica dei prezzi è guidata da alimentari e bevande (+9,1%), servizi ricettivi e ristorazione (+7,4%) e mobili e beni per la casa (+6,1%). Sul fronte territoriale a risentire maggiormente della crescita dei prezzi rispetto al 2022 vi sono la provincia di Milano (+6%) e Varese (+5,9%). Seguono Lecco (+5,7%), Lodi (+5,7%), Mantova (+5,6%), Como (+5,2%), Brescia (+5,1%), Pavia (+5,1%), Bergamo (+4,9%) e Cremona (+4,7%).

“L’Inflazione sta rallentando la sua corsa ma non dimentichiamo che sommando 2022 e 2023 siamo al +13,2% in due anni – sottolinea Diodato -. A guidare questa tendenza soprattutto alimentari e bevande, servizi ricettivi e ristorazione (settori in positiva crescita). Siamo preoccupati per la fiducia e la propensione ad investimenti e consumi.”

Nota molto dolente che ha caratterizzato in negativo l’intero 2023 sono i prestiti alle imprese. Tra settembre 2022 e settembre 2023 il totale dei prestiti alle aziende in Lombardia è diminuito del 7,8%: la flessione riguarda in particolare quelle di piccola dimensione (-10,8%). Con riguardo ai tassi di interesse, a novembre 2023 il tasso medio applicato ai nuovi prestiti fino ad 1 milione di euro ha toccato il 5,98% (+2,51 punti in un anno); relativamente ai prestiti di importo superiore a 1 milione di euro, invece, il tasso medio ha raggiunto il 5,3% (+2,62 punti in dodici mesi). Sul fronte dei territori a risentire maggiormente dell’accesso al credito sono le imprese della provincia di Brescia (-15,3%), seguita da Varese (-12,6%), Sondrio (-10,3%), Lecco (-10,1%), Como (-10%), Bergamo (-9,8%), Pavia (-9,5%), Cremona (-8,9%), Milano (-5,8%), Monza Brianza (-4,9%), Lodi (-4%), Mantova (-2,3%).

“Resta alta, troppo alta, la pressione subita dalle micro e piccole imprese sul versante del costo del denaro – afferma il Presidente -. Il valore dei prestiti alle imprese è sceso del 7,8% tra settembre 2022 e settembre 2023. A pagare questo credit crunch sono soprattutto le piccole imprese, per le quali il volume del credito erogato è calato del 10,8%. Si rende quindi necessaria una più energica azione della politica, a tutti i livelli, nei confronti del sistema bancario. Si tratta anche e soprattutto di ricostituire un processo di filiera forte ed equilibrato, tra Banche, Fondo Centrale di Garanzia e consorzi fidi.”

Nota positiva relativa al terzo trimestre 2023 dell’economia lombarda è invece relativa all’occupazione e al turismo. Infatti, nei primi nove mesi dell’anno si registra un aumento del numero di 76.000 occupati (+1,7%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Nello specifico, l’incremento del numero di occupati si concentra nei servizi (+2,6%) e nel settore commercio-alberghi-ristoranti (+5,3%), mentre la maggiore riduzione si riscontra nelle costruzioni, (-2,1%), nell’industria (-1,2%) e nell’agricoltura (-1,2%).

“Ci lascia estremamente soddisfatti invece il dato dei flussi turistici – conclude il Presidente Diodato-. Tra gennaio e ottobre 2023 le presenze in Lombardia sono arrivate a 44 milioni di persone, con un incremento del 25% rispetto al 2019. La qualità delle produzioni artigiane è uno dei fattori che rende la Lombardia un territorio bello, una meta di grande capacità attrattiva.”

Ancora da tenere monitorata, invece, la questione relativa alla demografia d’impresa. Nel quarto trimestre 2023, infatti, torna a scendere il numero di imprese attive in Lombardia: perse 4.587 aziende rispetto a settembre 2023. Tuttavia, rispetto a fine 2019 si osserva una sostanziale invarianza (+0,1 punti percentuali). Negli ultimi quattro anni la Lombardia ha visto comunque aumentare il numero di imprese di oltre 1.100 unità grazie al settore delle utilities (+11,2%), servizi (+10,5%) e all’edilizia (+1,2%), mentre si riscontra una diminuzione significativa per commercio-turismo (-5,6%), manifatturiero (-8,3%) e agricoltura (-5,7%). Sempre in riferimento al trend sul 2019, le migliori province risultano essere Milano (+3,1%), Varese (+0,7%), Monza e Brianza (+0,4%) e Brescia (+0,1%), mentre le peggiori sono Mantova (-7,7%), Sondrio (-4,5%), Cremona (-4,5%) e Pavia (-3,7%), Lodi (-3,3%), Lecco (-2,2%), Bergamo (-2%) e Como (-0,5%).

Anche le imprese artigiane della Lombardia, che rappresentano il 28,6% delle imprese totali, non stanno attraversando un periodo estremamente florido: a dicembre 2023, infatti, sono calate di oltre 2000 unità rispetto a settembre 2023. Inoltre tra il 2019 e il 2023 il numero di imprese artigiane è diminuito di oltre 9.100 unità, passando da circa 241.500 a poco più di 232mila, con una contrazione del 3,8%. in particolare, si nota la flessione delle imprese artigiane nel manifatturiero (-5.311 aziende in quattro anni), nell’edilizia
(-2.701 imprese) e nella logistica (-1.335). Sempre con riferimento al trend sul 2019, l’unica provincia a far segnare segno positivo è Varese (+2,6%). Tutte le altre fanno registrare un segno negativo a partire da Mantova (-11,2%), Cremona (-6,6%), Pavia (-6,5%), Lodi (-5,4%). Seguono Sondrio (-4,8%), Bergamo (-4,5%), Brescia (-4,2%), Lecco (-4,1%), Como (-4,1%), Monza e Brianza (-3,3%) e Milano (-2,8%).

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