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Armani chiude il contratto con Dhl. I sindacati: “50 posti a rischio. Molte le donne e le mamme”

Tensione altissima in queste ore a Rovellasca e sindacati sul piede di guerra. Al centro la decisione del noto marchio “Giorgio Armani” di non di non proseguire il contratto con Dhl (azienda che riceve e smista il materiale per conto del brand), “mettendo così a forte rischio il posto di lavoro complessivamente 50 addetti e la stabilità delle loro famiglie”.

La Rsu e le segreterie della Filt Cgil Como e Fit Cisl Laghi – si legge in una nota – hanno immediatamente convocato le assemblee sindacali con i lavoratori e attivato vari tavoli di trattativa con Dhl supply chain. Venticinque lavoratori diretti di Dhl e circa 25 indiretti della cooperativa e dei magazzini di Dhl a Rovellasca rischiano di perdere il posto di lavoro. La fine del contratto tra Armani e Dhlè previsto a ottobre 2018, contratto già revocato dall’alta Firma della Moda che cancella senza neanche pesarci due volte circa 11 anni di ottimo e qualitativo lavoro che i svolto.
I sindacati hanno avuto più incontri con Dhl: da marzo 2016 l’azienda aveva promesso di attivarsi a trovare nuovi clienti per il sito, ma a oggi registrano un completo fallimento dell’azione commerciale e l’imminente chiusura a ottobre 2018. E le sole soluzioni sino ad oggi registrate sono i prepensionamenti e le attivazioni di licenziamenti collettivi, più una proposta per circa cinque lavoratori di essere riallocati.
La Rsu e i sindacati sono stufi di attendere questo conto alla rovescia e inizieranno da subito ad attivarsi con forme di lotta in difesa dei lavoratori affinchè Dhl si impegni a mantenere vivo il sito e garantire il lavoro.
I sindacati inoltre rivendicano che, nella peggiore delle ipotesi, Dhl dovrà onorare gli impegni presi in accordi sottoscritti, dove si prevedeva in casi estremi di riallocare i 25 dipendenti diretti in altri sedi e la Cooperativa per il suo personale in raggio di distanza kilometrica ragionevole visto che l’80% del personale sono donne e mamme“.

(Immagine: Wikimedia Commons)

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