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Economia

Basta nomine sine die e gruppi di potere: Camera di commercio, il morso dei “piccoli”

Il 9 aprile scorso – quando ancora la presidenza della nuova Camera di Commercio di Como e Lecco, ora nella mani del presidente di Confartigianato Marco Galimberti, era di là da venire, davamo conto delle nuove alleanze per la formazione dell’ente camerale unitario. Il titolo era questo: “Ribaltone Camera di Commercio: patto Unindustria-Confcommercio-Confartigianato. Sbranati i piccoli”.

La sintesi, poi confermata dai fatti, era che l’alleanza Unindustria-Confcommecio-Confartigianato (22 seggi sui 33 totali) avrebbe facilmente dominato il nuovo ente camerale tra giunta e consiglio, a dispetto dei ribattezzati “piccoli”, costretti necessariamente a stare fuori dalle stanze dei bottoni.

Lo scenario ora è realtà, ma i “piccoli” – che poi, almeno a livello di rappresentanza tanto piccoli non sono affatto – ora vanno all’attacco. E con un documento congiunto, siglato da Api Lecco, Confesercenti Como e Confesercenti Lecco, Cdo Como e Cdo Lecco, Cna del Lario e della Brianza, Confcooperative Insubria, Confcooperative dell’Adda, Rappresentanza Abi, alzano la voce. Di fatto chiedendo espressamente che nomine, poteri, e rappresentanze nella Camera di Commercio non diventino un oligopolio ristretto ai “grossi”.

Alleghiamo di seguito il documento cliccabile in formato integrale (lo trovate cliccando qui e in fondo all’articolo), invitando però – tra il mare di passaggi concilianti e oggettivamente tesi a dare un nuovo slancio collegiale alla Camera – a fare attenzione alle frasi più appuntite e forse significative. Ad esempio, quella contenuta nella premessa accompagnatoria al documento vero e proprio, dove i firmatari affermano che “l’intenzione è di evitare gelosie associative e nomine sine die che rendono più difficoltosa e ingessata l’attività, invitando alla collaborazione di tutti per il bene del territorio e delle sue realtà economiche e sociali”.

E poi, passando al testo unitario vero e proprio, vi sono contenuti passaggi come “l’unificazione delle Camere di Commercio di Como e di Lecco può costituire una grande opportunità per le imprese e per le famiglie e i cittadini dei nostri territori […] Pertanto è necessario confrontarsi con le prerogative , il respiro e le visioni di un soggetto totalmente nuovo abbandonando una visione esclusivamente sommatoria delle realtà esistenti ed escludendo qualsiasi ritorno al passato“.

E ancora, rispetto al modello organizzativo: “L’esigenza principale è quella di promuovere una partecipazione attiva da parte di tutti i soggetti istituzionali e non garantendo nel frattempo il rispetto dei ruoli delle competenze, e la tempestività e agilità di decisione ed intervento evitando la costituzione di gruppi associativi precostituiti rispondenti a logiche superate e di solo potere che non si addicono come visione e missione al nuovo modello di Camere di Commercio che prefiguriamo“.

Oppure, giusto per dare un terzo esempio dei chiarissimi moniti lanciati alla “triade”, sul tema delle società partecipate dall’ente: “Le società a cui il nuovo Ente partecipa potranno sicuramente trarre beneficio dall’accorpamento che potrà anche essere un’occasione per una verifica e ridefinizione dei ruoli. L’unificazione delle Camere concentra anche le quote di partecipazione accrescendo così le potenzialità e il raggio d’azione delle iniziative delle stesse società partecipate. La rilevanza delle quote possedute e delle risorse investite o da investire richiedono la condivisione con tutto il Consiglio e con i suoi componenti delle loro mission. La rotazione degli incarichi può sicuramente favorire una valutazione condivisa di queste società e una partecipazione più condivisa di tutto il mondo associativo“.

CLICCANDO QUI, IL DOCUMENTO INTEGRALE SOTTOSCRITTO DALLE ASSOCIAZIONI

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Un commento

  1. quanta guerra e che schieramenti per l’occupazione delle poltrone di un Ente che per legge dovrebbe chiudere. Ricordo male o tutti fanno finta di niente ?

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