E’ vero, come promesso dall’Ad Michele Canepa, sono scesi da 105 a 63. “Restano comunque molti, ovvio”, spiega dalla Cgil Doriano Battistin. La Canepa di San Fermo, reduce dal recente (e rapidissimo) via libera al concordato arrivato dal tribunale (qui), ieri sera con una Pec inviata alle 19.45 ha comunicato 63 licenziamenti. Ieri mattina infatti è stato revocato l’accordo dello scorso anno che ne prevedeva 105.
Gli esuberi sono ripartiti 50% e 50% tra operai e impiegati (362 i dipendenti dell’azienda) e potrebbero scattare già dal prossimo 14 settembre data che vedrà la fine della Cassa Integrazione.
“La procedura di licenziamento collettivo è aperta – evidenzia Battistin – naturalmente ora si andrà in trattativa e parallelamente organizzeremo assemblee con i dipendenti. Confidiamo, entro la fine di luglio, di arrivare a un accordo per la gestione degli esuberi”. Obiettivo “una sensibile riduzione, ogni posto salvato è una famiglia salvata”.
Il sindacato ha già un’idea, non scontata, non semplice ma applicata già con successo in alcune aziende del territorio. “Immaginiamo degli ammortizzatori sociali artigianali, costruiti in casa. Premesso che è necessario il consenso dei lavoratori e anche quello dell’azienda, è possibile ridurre il numero di ore lavorate tra i dipendenti per preservare delle professionalità. Visto il piano di rilancio è un modo intelligente per attraversare il momento di difficoltà e mantenere l’occupazione”. Una sorta di lavorare meno, lavorare tutti. “Canepa aveva dichiarato una riduzione sensibile dei licenziamenti, così è stato e ne diamo atto. Tutelare professionalità costruite negli anni significa tutelare l’azienda in vista del rilancio. L’anno scorso abbiamo avviato questo metodo in un’altra azienda, l’orario è stato ridotto e i posti sono stati salvati. Oggi tutti i dipendenti, dopo il part-time temporaneo, sono tornati al full time. Sono forme di solidarietà tra lavoratori utili a mantenere il lavoro, speriamo di trovare un’intesa”.