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Como Acqua, clamoroso: “Perizie sulle società sbagliate di 30 milioni di euro”

Clamoroso colpo di scena nella vicenda Como Acqua, la società che avrebbe dovuto fondere in una nuova srl ben 12 multiutility già operanti sul territorio nell’ambito dei servizi idrici. Come noto, il progetto di fusione venne stoppato alla fine del 2017 in particolare dal Comune di Como e da quello di Cantù, molto scettici in particolare sulle perizie relative al valore di alcune società destinate a confluire nel nuovo soggetto.

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Ebbene, questa sera è stato l’assessore al Bilancio di Palazzo Cernezzi, Adriano Caldara, a riferire in consiglio comunale l’esito della verifica sulle perizie, comunicato precedentemente in sede di Commissione di Controllo Analogo (di cui Caldara fa parte).

“E’ stata presentata oggi alla commissione la relazione sulle verifiche delle perizie delle società destinate a essere incorporate in Como Acqua (eseguite dai professionisti Angelo Palma e Silvio Cerruti, ndr). Si tratta di oltre 40 pagine. Il Comune – ha aggiunto Caldara – è sempre stato favorevole alla fusione delle 12 società in Como Acqua, ma il consiglio comunale non votò a favore chiedendo la verifica delle perizie sulle società (relative al valore, ndr) e chiedendo di avere anche un piano industriale”.

A questo punto, ecco la bomba. “La relazione presentata oggi fa luce sulle perizie – ha affermato Caldara – Il valore economico delle società secondo le precedenti perizie infatti era pari a 86.460.259 euro, mentre il valore economico secondo le nuove perizie è di 56.819.069 euro. Con i precedenti valori Como Acqua avrebbe avuto un aumento di capitale di 2.336.194 euro, mentre l’aumento di capitale risultante dalle nuove perizie è di 1.523.801 euro, con la differenza di 812.393 euro. Ad oggi non è ancora stato presentato il piano industriale”.

“Si conferma pertanto – ha concluso l’assessore  – la correttezza dell’atteggiamento prudente dell’amministrazione di Como che, senza decisioni affrettate, ha preferito una scrupolosa verifica del progetto di fusione”. Il futuro della società pubblica per i servizi idrici, a questo punto, è sempre più in bilico.

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