Mentre lavoratori e sindacati attendono novità sul fronte del piano industriale, dopo la pausa natalizia ci sono novità per il management Canepa. L’azienda di San Fermo – che lo scorso 11 dicembre ha presentato domanda di Concordato in bianco (qui tutti i dettagli) – in queste ore ha individuato il nuovo amministratore delegato: Marco Cordeddu.
Uomo interno di Dea Capital (socio di riferimento con il 67% delle quote) Cordeddu segna un lungo percorso che parte da De Agostini Communications (Project Manager) passa per Zodiac Entertaiment (Managing Director), Mikado (Film General Manager) e arriva a Circuito Cinema (amministratore delegato).
Di fatto si tratta una scelta che managerialmente cambia poco o nulla. Luca Peli, AD uscente, resta in azienda con l’incarico di responsabile della parte industriale e operativa. Era stato lo stesso Peli, il cui incarico è da subito stato dichiarato pro tempore. a chiedere la nomina: la procedura di concordato, fatalmente, ha aumentato i carichi di lavoro tra gestione dei consulenti e trattative con eventuali futuri partner industriali. Insomma, servivano altre mani: i due lavoreranno in ticket.
Dopo lo sciopero dello scorso 14 dicembre (qui) il Fondo ha deciso di anticipare parte degli stipendi in vista della pausa festiva (qui). Oltre ai dipendenti comaschi (circa 450) e alle aziende connesse, la Canepa occupa altri lavoratori a Melpignano di Lecce (Tessitura del Salento) per un totale di circa 770 persone.
In queste settimane non pare aver trovato fondamento la notizia anticipata dopo il vertice regionale pugliese: Crisi Canepa, TaskForce in Puglia. I sindacati: “Il Fondo vuole acquirente già in febbraio”. Anche tecnicamente (dati i tempi della procedura di concordato) è impossibile che la vicenda possa trovare soluzione già il mese prossimo.
Nella strategia del Fondo, almeno per il momento (e parallelamente alla costruzione del piano industriale previsto dal concordato in bianco) vi è la ricerca, si è detto, di un partner industriale (quindi operativo) che porti sinergie.
Resta comunque fortissima la preoccupazione dei dipendenti e dei sindacati che, viceversa, hanno chiaramente denunciato il rischio dello spezzatino, vale a dire lo smembramento e la vendita per blocchi dell’azienda.