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Economia

“Precari e pagati poco, i giovani qualificati di Como vanno in Svizzera per stipendi più alti e lavoro migliore”

Como si colloca al terzultimo posto nella classifica delle province lombarde per valore aggiunto pro capite nel 2023, ma al quinto posto per valore aggiunto totale.

A diffondere i dati la Cgil di Como che sottolinea anche come “questa discrepanza rifletta una struttura economica caratterizzata da dinamiche complesse. La crescita dell’occupazione nei settori a basso valore aggiunto, accompagnata dalla contemporanea contrazione dei settori ad alto valore aggiunto, determina un impatto negativo sui salari medi e sulla qualità complessiva del lavoro”.

Il sindacato nella nota rimarca anche altri punti che alleghiamo di seguito:

Questo fenomeno è ulteriormente aggravato dalla diffusione di rapporti di lavoro precari e dal part-time involontario, che colpisce in modo particolare donne e giovani. In molti casi, inoltre, i contratti part-time si configurano come possibili strumenti di elusione fiscale e contributiva, alimentando una spirale di precarietà e penalizzando le tutele dei lavoratori.

La recente presentazione del rendiconto sociale dell’Inps evidenzia che il 72,5% delle attivazioni lavorative nel 2023 riguarda contratti precari. Questo dato denuncia un mercato del lavoro caratterizzato da instabilità, che ostacola la crescita economica e costringe molti lavoratori a rimanere confinati in posizioni a bassa qualificazione. Una situazione che deve essere monitorata con attenzione riguarda l’esodo dei giovani qualificati. Molti scelgono di costruire il proprio futuro in altre province, attratti da opportunità più remunerative, o si dirigono verso la vicina Svizzera o l’estero, alla ricerca di stipendi più alti e prospettive professionali più promettenti. Questo fenomeno deve farci riflettere e agire, poiché impoverisce il territorio delle competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro e rilanciare l’economia locale.

Di fronte a questa situazione, la Cgil di Como propone di istituire un tavolo istituzionale che coinvolga le parti sociali, le associazioni datoriali, le istituzioni locali e regionali, come la Provincia di Como e la Regione Lombardia. Questo tavolo dovrà affrontare in modo sistemico le criticità emerse, partendo dalla valorizzazione del capitale umano e dalle potenzialità inespresse del territorio.

È necessario puntare sulla diversificazione e l’innovazione, attrarre investimenti per sostenere il tessuto produttivo locale e creare nuove opportunità lavorative che sappiano valorizzare i talenti e rispondere alle esigenze delle imprese. Allo stesso tempo, vanno promosse politiche attive del lavoro che riducano la precarietà e favoriscano la partecipazione delle donne e dei giovani al mercato del lavoro.

Solo attraverso l’impegno collettivo e condiviso Como potrà trasformare questa discrepanza in un’opportunità per costruire una prospettiva di sviluppo sostenibile e inclusivo. È il momento di agire.

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