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Accusa Rapinese: “Le firme di Minghetti sulle mozioni sono diverse”. Nessi: “Questione formale”

“Sono firme palesemente diverse ma non tocca a me validare, per questo ho chiesto al segretario generale se ci fosse un falso. Così fosse qualcuno ne risponderà”, spiega contattato in serata.

Alessandro Rapinese è cauto ma preciso. Il caso che ha sollevato questa sera in Consiglio comunale è destinato a alimentare giorni di dibattito. Il consigliere d’opposizione (capogruppo della civica che porta il suo nome) ha posto dubbi circa due firme apposte su altrettante mozioni da Barbara Minghetti, consigliere di Svolta Civica (sempre opposizione).

Si tratta di due documenti distinti.

Il primo è una mozione (P.to 7/19) presentata da Vittorio Nessi, Maurizio Traglio e Barabara Minghetti “per l’apposizione di una pietra d’inciampo di un cittadino comasco di origine ebraica deportato a seguito di leggi razziali”. Qui le firme:

Il secondo è un’altra mozione (P.to 8/19), sempre a firma Traglio, Minghetti, Nessi, “concernente la partecipazione al bando di Fondazione Cariplo per il completamento del restauro di Villa Olmo. Qui le firme:

“Che esito potrebbe avere un documento con firme false?” domanda Rapinese.  “Ho chiesto la sospensione della seduta ai sensi del regolamento per la verifica delle firme. Il mio timore reale è che qualcuno abbia firmato per qualcun altro”.

In aula il segretario generale ha confermato la validità dei documenti (è noto: basta una sola firma perché abbiano effettiva esecutività) non escludendo la rilevanza dell’episodio. La richiesta di escludere il documento dal dibattito presentata da Rapinese poi è stata accolta e la mozione sospesa dall’ordine del giorno.

Raggiunta al telefono, Barbara Minghetti ha spiegato: “Ho visto la mozione (Cariplo, Ndr), l’ho ricevuta via mail, e ho dato il mio assenso nel presentarla”. A precisa domanda sulla firma ha spiegato: “Non l’ho riconosciuta”.

Vittorio Nessi, raggiunto subito dopo, ha evidenziato: “Si tratta di una questione puramente formale per la quale ho presentato la mozione anche a nome della collega e con il consenso. Nulla osta a che la mozione, a breve sarà regolarizzata”.

Non è difficile immaginare che alla base di tutto stia questo episodio:

Il durissimo alterco Nessi-Rapinese sul rispetto delle donne finisce in Tribunale

Con strascico:

Dopo la bufera in aula, Mantovani: “Da donna mi sento ferita da Nessi. Ieri non era lui”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

12 Commenti

  1. è vero anche le firme di Traglio non si somigliano, loro che in campagna elettorale declamavano la legalità,la sincerità ecc. tutte balle! la lista civica della non sVolta si deve dimettere per rispetto dei propri elettori!

  2. Altro che “atto formale” apporre la firma di un altro consigliere, anche col consenso di quest’ultimo, su un documento ufficiale è un fatto di una gravità inaudita.

    1. Formale nel senso che è di forma.
      Non di sostanza, come spiegato nell’articolo “In aula il segretario generale ha confermato la validità dei documenti (è noto: basta una sola firma perché abbiano effettiva esecutività)”

        1. Bello come da parole semplici in italiano, Lei deduce tutt’altra cosa. Quindi che? Nulla, rimane un atto formale, non possiamo farci troppo. (e si che di solito è a Lei che piace attaccarsi a parole e definzioni…)

  3. Raggiunta al telefono, Barbara Minghetti ha spiegato: “Ho visto la mozione (Cariplo, Ndr), l’ho ricevuta via mail, e ho dato il mio assenso nel presentarla”. A precisa domanda sulla firma ha spiegato: “Non l’ho riconosciuta”.

    COMPLIMENTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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