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Politica

Alberto da Cassano punta al trono: l’uomo di Renzi a Como e sogna la fascia da sindaco

Inutile provare a chiedergli direttamente una conferma, una smentita, un indizio: una risata gentile, accompagnata da un altrettanto cortese ma inflessibile “click” del telefono, vi seppellirà. E ci ha seppellito. Ma, notoriamente, da questa parti non basta per placare certi pruriti.

D’altronde: come si potrebbe resistere alla tentazione di indagare sull’indiscrezione politica del momento, ovvero che l’ex primo cittadino di Albese con Cassano, al secolo Gaffuri Alberto, ideatore delle mitiche “Lariopolde”, ex Pd, renziano della prima e ultima ora, oggi volto e anima della neonata creatura lariana generata-non-creata dalla stessa sostanza del Giglio, Italia Viva, stia studiando da sindaco di Como?

E infatti, eccoci qui. Perché lui non parla, non dice, non conferma, forse smentirà. Ma gli spifferi attorno all’uomo di Renzi nel Comasco sibilano. Spifferano, appunto.

Ad esempio sottolineano come non sia stata affatto casuale la scelta di puntare su Como per la sede della prima riunione di Italia Viva carpita dai media (in via El Alamein).

Così come ancora meno legata a questioni di fato pare sia stata l’organizzazione allo Yacht Club di Como, lo scorso 14 ottobre, dell’uscita ufficiale del partito con schieramento di tre sindaci (Carlo Ballabio di Albese con Cassano, Fabio Chindamo di Bulgarograsso ed Ettore Pelucchi di Ponte Lambro) e due parlamentari “Made in Renzi” (Maria Chiara Gadda e Gianfranco Librandi). Lo Yacht Club: uno dei templi della politica comasca da lustri.

E, incidentalmente, la sede da cui Mario Landriscina, nel dicembre 2016, annunciò la candidatura al trono di Palazzo Cernezzi.

Certo, il partito dell’ex premier deve radicarsi, crescere. A Como e non solo: le percentuali, a oggi, indicano un’oscillazione tra il 3 e il 5% al massimo.

E, per fare un esempio, alle regionali umbre, Italia (non è) Viva. Assente. Eppure Palazzo Cernezzi tenta Gaffuri e suoi. Tanto, pare.  E quale strada, allora, per arrivare alla discesa in campo per la fascia tricolore, da qui a due anni?
Uscite pubbliche, per cominciare. Poi contatti a vasto spettro (magari con quel vasto mondo moderato molto orfano della “fu” vera Forza Italia e che si spinge fin verso altre creature simil-Leopoldine, vedi soggetti come le Officina Como, i Paolo De Santis, i Maurizio Traglio ecc).

Ci sono poi i temi da gettare nell’agone: non (solo) buche e lampioni. Ma ad esempio il futuro di uno stadio da riqualificare e rilanciare, un legame più stretto con Milano per un’eco più nazionale e internazionale del “brand” Como.

Una Ticosa vista più come polo di scienza e conoscenza che come enorme area di sosta e stop, l’idea di ambasciatori vip alla Remo Ruffini (puro esempio) per portare la città nel mondo e viceversa.

E poi una nuova Lariopolda, preceduta – il 29 ottobre sera – da un incontro con iscritti e cittadini all’Officina della Musica di via Giulini. Ovviamente a Como.

E dove, sennò, se vuoi diventarne sindaco?

 

L’articolo che hai appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Se già il partito può aspirare a massimo il 5%, un candidato così prende la metà dei voti di lista.

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