“E’ successo tutto ieri sera. Prima mi ha chiamato Salvini. Poi la segreteria del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Infine ho incontrato il premier è mi ha detto che avevano pensato a me”.
C’è ancora, si percepisce, un tocco di incredulità nelle parole del ministro Alessandra Locatelli, catapultata nel volgere di poche ore dal ruolo di vicesindaco di Como e assessore ai Servizi Sociali al tavolo più importante della politica italiana (ah, per inciso, “con ufficio a Palazzo Chigi”). Impossibile, vista la chiara sorpresa con cui la notizia della nomina ha colto tutti, non partire dal prima. Da molto prima.
Locatelli, ora sembra passato un secolo. Eppure due anni fa passava ancora le notti ad attaccare i manifesti della Lega, davanti al centro di via Regina, accovacciata sul tavolo della segreteria comasca del partito.
“Era passione. La passione che ho ancora adesso. Poi sì, è vero in due anni sono successe tante cose”.
Beh, sì. Passare in una notte da vicesindaco di una città di 84mila abitanti a ministro della Repubblica non è proprio da tutti. Ci racconta come è nato questo gran salto?
Tutto in poche ore. Ieri sera, martedì, il primo a chiamarmi è stato Matteo Salvini. Mi ha anticipato qualcosa ma ci eravamo aggiornati per tornare sulla questione. Poi, però, è arrivata una telefonata dalla segreteria del presidente del Consiglio che mi chiedeva se potevamo scambiare due parole di persona.
Vi siete incontrati a Palazzo Chigi. E cosa le ha detto il presidente del Consiglio?
E’ stato molto gentile. Mi ha detto che aveva pensato che io fossi la persona giusta per ricoprire l’incarico lasciato da Lorenzo Fontana (ora ministro agli Affari Ue, ndr) perché c’era bisogno di persone con esperienza sui temi delle fragilità, delle disabilità, delle famiglie. Io ho anche provato a dire che forse c’erano persone con più esperienza, che c’erano altri nomi…ma la scelta era fatta.
E ora è ministro. Emozionata?
Beh, un po’ di emozione c’era e c’è, impossibile negarlo. Ma devo dire che è stato tutto così veloce che quasi non ho avuto tempo di pensare a tutto quello che stava succedendo. Di sicuro ho un gran mal di testa da ieri. Passerà. Devo dire che mi ha colpito tantissimo l’emozione delle persone che mi hanno chiamato per farmi il classico in bocca al lupo, per farmi i complimenti. Spero di non deludere nessuno.
Ha risentito ancora Salvini?
Sì, oggi, dopo l’incontro con il premier. E mi ha spiegato che per lui e per la Lega ero la persona giusta.
A lei andranno la Famiglia e la Disabilità.
Per la verità, ho chiesto subito di cambiare nome alle deleghe. Il ministero sarà alle Disabilità e alla Famiglia. Questo perché il mio campo specifico è sempre stato quello delle fragilità e anche così vorrei rimarcarlo e dare il segnale che l’attenzione sarà massima. Porterò sicuramente avanti l’iniziativa lanciata da Fontana per una Commissione Speciali sui fatti di Bibbiano, per far luce su una vicenda che sembra portare a galla abusi inaccettabili su minori indifesi. Ma la tutela dei più deboli sarà comunque sempre al centro della mia azione.
Inutile dire, però, che molta attenzione – anche mediatica – si concentra sul tema della famiglia. Lei cosa intende per famiglia?
Quella sancita dalla Costituzione.
Intende quella che la Lega ha sempre definito come “tradizionale”, giusto?
La Costituzione è molto chiara sul concetto e sulla definizione di famiglia. Io mi attengo a quello.
A proposito, curiosità di moltissimi: la sua situazione famigliare/sentimentale?
Sono divorziata.
Torniamo un passo indietro. In molti oggi hanno rilanciato le sue dichiarazioni sulla volontà di togliere la foto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dagli uffici comunali. Oggi come è stato incontrarlo per il giuramento?
Tutto molto veloce, per la verità. La cerimonia sarà durata dieci minuti, non di più. E il presidente è stato gentilissimo, mi ha stretto la mano, mi ha fatto gli auguri.
Poi le telecamere hanno immortalato un abbraccio lunghissimo con Giancarlo Giorgetti.
Sì, è stato un momento molto bello. Ci conosciamo da una vita, era contento per me. Era molto commosso, emozionato. Come me. E’ stato bellissimo.
Forse entrambi avete visto i tanti anni precedenti, il percorso quasi incredibile che in un paio d’anni l’ha portata dalla segreteria della Lega comasca al Consiglio dei ministri?
Forse in parte c’era anche quello. Io penso di aver raccolto il frutto di tanti anni di impegno e di lavoro specifico nel campo del sociale. Magari l’esperienza diretta mi ha dato una sensibilità particolare per ascoltare le persone, per affrontare certi problemi legati al mondo della fragilità. Poi è chiaro che l’impegno ha trovato un momento storico-politico favorevole, ma due anni fa a Como facemmo una campagna elettorale importante, io risultati la più votata del centrodestra, vincemmo le elezioni. Poi sono arrivate le Politiche, la scelta della Lega di dare importanza al territorio e quindi l’elezione in Parlamento. Insomma, è accaduto qualcosa di straordinario ma c’è stato un grande impegno dietro a tutto questo: mio e di tutti coloro con cui ho avuto la fortuna di lavorare.
Le è spiaciuto lasciare il Comune di Como?
Sì, tantissimo. Anzi, fino all’ultimo ho sperato di poter in qualche modo rimandare l’addio all’amministrazione, di poter continuare il lavoro iniziato. Non c’era modo e ho dovuto lasciare. Ma di sicuro non dimenticherò la città e il territorio, ci sarò sempre. Intanto ora devo organizzare il passaggio di consegne con chi mi succederà. E nello stesso tempo avrò bisogno della stessa cosa per me, per l’incarico da ministro. Devo ancora capire tutto, conoscere tutto.
Si trasferirà a Roma?
Non lo so, è ancora tutto in divenire. Non ho deciso nulla, tutto è accaduto troppo velocemente.
Avrà letto molti articoli di queste ore che tracciano il suo profilo come di una dura, quasi estrema, su temi come l’Islam, i migranti, i clochard.
Non ho avuto il tempo di leggere, sul serio. Ma anche se mi descrivono come una dura, che male c’è? Mica è un reato. La coerenza con le mie idee la rivendico.
Cosa dice l’agenda di domani, da ministro?
Dunque, mi faccia pensare. Ah sì, ho il primo Consiglio dei ministri. Poi un’intervista. O una conferenza stampa, non so, devo ancora organizzarmi bene…
3 Commenti
“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale basata sul matrimonio”.
Quindi, diamo per scontato che per la Locatelli questa
https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/07/10/news/unione_civile_per_il_consigliere_comunale_della_lega_-230908183/
sia una famiglia tradizionale.
Bene così, allora.
Ministro, ci pensi bene prima di cambiare nome al ministero “FAMIGLIA” ed anteporre altri titoli a quella che è “la cellula naturale della società” …. uomo e donna Dio li creò ! L’attenzIone dello Stato a supportare la disabilità con idonei provvedimenti legislativi è segno di libertà, eguaglianza, fratellanza …. oltre la solidarietà; ci provi Ministro Alessandra Locatelli, buon lavoro !
Sensibilità per le fragilità…
Non so se essere più preoccupato per il ruolo maggiormente ingombrante che le han dato a livello nazionale o più contento perchè non l’avremo più a Como (?)