Sul caso della battaglia tra la storia Associazione Carducci e l’amministrazione comunale di Como, che ha chiesto le indietro le chiavi del Museo Casartelli che occupa il primo piano dell’edificio di viale Cavallotti, intervengono con una nota congiunta Pd e Svolta Civica. La nota in realtà riprende in larga parte l’intervento delle ore scorse della vicesegretaria cittadina del Pd, Livia Sarda, ma soprattutto pone una domanda “Chi sarà il prossimo?”, riferendosi al caso dello ‘sfratto’.
“Oggi anche questa realtà deve vedersela con il Sindaco di Como che veicola fredde diffide per avere le chiavi di alcuni locali dell’associazione e poi si sottrae a qualsiasi dialogo – scrivono Pd e Svolta Civica – A che titolo e per farci cosa non è dato comprendere. Molte associazioni della città sono già state messe in crisi per il rincaro dei costi degli spazi concessi dal Comune. E tante non sono riuscite a tenere aperte le porte ai cittadini”
“Così però si sgretola, senza un minimo di visione, un tessuto sociale che svolge una funzione fondamentale – conclude la nota – Così però si condannano i cittadini a starsene in casa, magari da soli. Di questo passo non ci sarà più un posto dove andare, dove incontrarsi, dove migliorarsi, dove ci si prende cura, in modi diversi, delle cose di tutti e dell’anima delle persone”.
Un commento
Rapinese non ha ragione. E’ indubbio.
Come è indubbio però che l’associazione in questione non renda molto fruibile il suo spazio alla cittadinanza.
Quindi, sarebbe auspicabile che l’Associazione Giosuè Carducci in futuro continui a poter occupare quegli spazi alle medesime condizioni osservate sino a oggi, ma sarebbe altresì opportuno che come sarà certamente previsto nello statuto organizzi eventi consoni al luogo volti a diffondere la cultura e l’arte tra la cittadinanza.