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Bella Ciao dopo l’Inno di Mameli per legge? Fermi irride la proposta con la Casa di Carta

La proposta di legge non è fraintendibile anche se limitata al giorno del 25 Aprile, festa della Liberazione: subito dopo l’Inno di Mameli, intonare anche Bella Ciao, riconoscendone così il “carattere istituzionale”.

L’idea è targata Pd, Iv e LeU ed è racchiusa in una proposta di legge presentata alla Camera il 21 aprile scorso, a prima firma del deputato Dem Gian Mario Fragomeli.

Il testo di legge è di poche righe e parte dal presupposto che Bella Ciao sia “un’espressione popolare” che rappresenti “valori fondanti” della Repubblica. Ragion per cui le spetta un posto d’onore: in occasione della Festa di Liberazione dal nazifascismo dovrà essere cantata immediatamente dopo l’inno nazionale.

 

“Possiamo affermare con certezza – scrivono – che Bella ciao non è espressione di una singola parte politica, ma che, al contrario, tutte le forze politiche democratiche possono ugualmente riconoscersi negli ideali universali ai quali si ispira la canzone”.

Inutile dire che la proposta ha già suscitato dibattiti e polemiche. Tra queste, quella quasi irridente del presidente del consiglio regionale lombardo, il comasco Alessandro Fermi (Forza Italia). Il quale, tramite il proprio profilo facebook, ha dedicato alla questione poche righe: “Il nostro Paese, ora più che mai, ha bisogno di riforme strutturali e serie, proposte di questo tipo sono completamente fuori contesto”.

Ma, più che altro, ha irriso la proposta con un meme ben più smaccato. Lo vedete qui sotto.

Chiarissimo, graficamente, il riferimento alla serie tv Netflix di enorme successo “La casa di Carta”.

Perché? Semplice, perché la storia del Professore e della sua banda di ultimi della società che decidono di fare una rapina alla Zecca di Stato (e poi alla Banca di Spagna) è contassegnata dalla presenza di Bella Ciao come simbolo di una resistenza contro il potere delle banche e della finanza contro il popolo.

Da qui il parallelo tra proposta di legge e serie tv, con finalità tutt’altro che elogiatorie, di Alessandro Fermi.

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7 Commenti

  1. È interessante osservare come i politici locali coltivano la propria immagine sul loro territorio. Hanno modi diversi rispetto ai politici nazionali che per un’inquadratura al Telegiornale sono capaci di troncare le brillanti carriere di giornalisti e dirigenti RAI. Il presenzialismo di questi ultimi è paradossalmente meno scientifico e meno curato di quello dei politici nostrani. Ad esempio, il nostro Presidente del Consiglio Regionale non ha mai commentato le inefficienze della Regione nella gestione della pandemia, nessuna parola sulla delibera da lui votata a marzo 2020 sulla gestione dell’epidemia nelle RSA, nulla neppure sulle performance della società informatica della Regione, ARIA, e nessun commento sulla chiusura di Villa Erba il 15agosto. In compenso, il nostro Presidente del Consiglio si pronuncia sull’abbinamento del canto Bella Ciao all’Inno Nazionale. Detto fra noi, è un argomento di cui frega pochissimo a moltissimi ed è per questo che per curare scientificamente la propria immagine pubblica il nostro Presidente si esprime. Solo per questo. Sono argomenti, a differenza della caporetto della Regione durante la pandemia, su cui il suoi parere ha lo stesso valore di quello di tutti noi.

  2. Deve essere il meglio che riescono a concepire, ius soli, sbarchi a iosa, c’e’ posto x tutti, ogni commento e’ vano,……

  3. Bella Ciao è diventata, ovunque, un inno contro tutti i tipi di potere considerato oppressivo e liberticida (vedere su youtube i video dei curdi in guerra contro l’Isis o i giovani iraniani che manifestano contro il governo teocratico). Ritengo che da noi, Bella Ciao, sia troppo divisiva perché ritenuta, a torto, patrimonio di una sola parte politica. Osservo ancora una volta, senza stupore, che la cultura del sig. Fermi è basata essenzialmente su telenovelas e serial televisivi.

    1. ha le prove per questa squallida battutina su serial televisive e telenovelas??? ricordo per par condicio che anche nel 2021 anpi parma,nega l’esistenza delle foibe di tito in istria,grazie

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