Colpa nostra, arriviamo tardi. Ma è comunque degno di nota riferire – pur con latenza di 48 ore – dello scontro al veleno purissimo che ha diviso ferocemente nelle ultime ore due volti storici e – pur con pesi diversi – notissimi anche a Como, che hanno fatto la storia lombarda e locale dell’ex Alleanza Nazionale e ora di Fratelli d’Italia. Stiamo parlando del deputato comasco e dominus di FdI sul Lario, Alessio Butti, e dell’ex assessore bresciano al Territorio (ma in gran parte “alle paratie” con Maroni presidente), Viviana Beccalossi, da venerdì scorso ormai ex del partito di Giorgia Meloni.
La prima mossa è toccata proprio a Beccalossi, negli anni scorsi spessissimo a Como per il cantiere sul lungolago assieme all’ex governatore regionale. Il suo addio al partito, ufficializzato da una nota, nasce da scontri diretti proprio con Giorgia Meloni. Da un lato, l’ex assessore regionale difese il famoso referendum sull’Autonomia voluto da Maroni e dalla Lega in genere e stroncato da Meloni in più occasioni. Dall’altro, a dividere ulteriormente le due primattrici di FdI, pare siano intervenuti anche dissapori sulla scelta dei vertici del partito di candidare alle ultime regionali lombarde l’ex Forza Italia Cristina Almici nelle liste bresciane di Fratelli d’Italia. Da qui, un addio alle insegne di FdI da parte di Beccalossi (3.900 preferenze e rielezione a Milano lo scorso 4 marzo ndr), con parole anche molto dure: “Lascio Fratelli d’Italia con grandissimo dispiacere – si legge nella nota dell’esponente politica bresciana – Una scelta dolorosa, ma ponderata e oggi inevitabile […] Da un po’ di tempo pero’ mi sono resa conto che questa comunità e’ cambiata e che, a torto o a ragione, alcune mie posizioni politiche, peraltro coerenti con la storia della destra lombarda e nazionale, vengono mal sopportate e non condivise. L’evidente imbarazzo, precedente e successivo al voto, con cui ho avvertito essere tollerate la mia presenza e le mie battaglie – continua Viviana Beccalossi – mi impedisce di proseguire un’azione improntata alla dignità”.
Un addio a cui, assieme ad Alessio Butti, hanno replicato con toni pesantissimi anche i deputati lombardi di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti (coordinatrice regionale), Carlo Fidanza e Marco Osnato assieme al consigliere regionale Riccardo De Corato: “Siamo sorpresi e amareggiati dall’inspiegabile scelta di Viviana Beccalossi. Sorpresi perché solo poche settimane fa ha chiesto di candidarsi come capolista di Fratelli d’Italia alla Camera e in Regione nella sua città, evidentemente condividendone obiettivi e progetto politico. Amareggiati perché dobbiamo prendere atto che per lei, dopo tanti anni in cui si è erta a paladina della disinteressata militanza, la propria posizione personale è diventata prioritaria rispetto al bene della comunità politica che le ha permesso, dal 1995 in poi, di ricoprire incarichi di prestigio in Consiglio Regionale, in Giunta e in Parlamento […] A questo punto, a chi si erge a maestra di coerenza chiediamo di comportarsi come vorrebbe insegnarci e di dimettersi dal Consiglio Regionale dove siede grazie allo sforzo di un’intera comunità, lasciando spazio agli altri candidati bresciani che hanno ottenuto risultati, anche in termini di preferenze, altrettanto brillanti”.
Insomma un divorzio dai toni (politicamente) cattivi e più che aspri che, al di là del questione relativa al singolo partito, suggeriscono anche un altro parallelismo, quello della recente ed evidente divaricazione di vedute tra il leaderissimo della Lega, Matteo Salvini, e l’ex presidente della Regione, Roberto Maroni. Con quest’ultimo al momento fuori dai giochi romani e milanesi del neo-potentissimo Carroccio, e con il “suo” assessore al Territorio fuori da Fratelli d’Italia, il tandem che per 5 anni ha seguito le paratie comasche è sostanzialmente sparito. Ora, si attendono i successori.