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Ph: dal profilo di Maurizio Facchini
Politica, Punti di vista

Cantù, il consigliere Facchini (Lega) sentenzia: “Vogliono leggi per proteggere gli omosessuali più degli etero. Etero una colpa. Gay pride trash”

Gira, vorticosamente gira, tra chat Messenger e Whatsapp.

E’ lo screenshot di un commento Fb del coordinatore della Lega di Cantù, nonché consigliere comunale (con delega alle Nuove Tecnologie, Informatizzazione e Innovazione), Maurizio Facchini.

Scrive: “Io il trash lo vedo ai gay pride, nelle trasmissioni dove l’omosessualità diventa la normalità ed essere etero è ormai una colpa”. E sono pure i ‘concetti’ più blandi.

Con ordine e in breve, l’antefatto.

Da qualche giorno è scoppiata una polemica pesante intorno alla puntata del 3 aprile di ‘Avanti un altro’, trasmissione condotta da Paolo Bonolis. L’hard trash ostentato che diventa omofobia, così durante la puntata si scherza con misera leggerezza sull’omosessualità.

“Ric**ione per hobby”, è la frase pronunciata a un certo punto da un certo tizio, così si scatena un siparietto di squallida comicità.

Per completezza tizio dice: “A me piace cantare, ballare e fare la drag queen. Il mio nome d’arte è Reginella. In pratica la drag queen sarebbe una trans. Io faccio la trans nei momenti di divertimento. Faccio la trans il ric****ne! Mi piace fare queste cose qui, per divertire me e per far divertire gli altri”. Risponde il conduttore: “Ah, lei fa il ric****ne?“.

Tizio, che di cognome fa Esposito, poi sottolinea: “Sì, faccio il ric****ne per hobby, perché mi piace tanto. Però non faccio solo il ric****ne, gioco anche a pallone. Certo, faccio l’ala morta anche. L’importante è che mi diverto, perché nella vita bisogna divertirsi“. Gioca anche a pallone.

La vicenda, tra le decine di altri giornali, viene ripresa e stigmatizzata anche da Affari Italiani (qui articolo completo):

Come è normale Affari Italiani posta l’articolo sul proprio Facebook:

E qui la questione spinge il consigliere padano-brianzolo, in un afflato d’orgoglio, a intervenire.

Così il Facchini prende lo smartphone (o la tastiera) e verga sul Social: “Al medioevo ci vogliono riportare con la censura. Il trash lo vedo ai gay pride, nelle trasmissioni dove l’omosessualità diventa la normalità ed essere etero è ormai una colpa, nelle leggi che si vogliono promulgare per affermare che se un omosessuale viene aggredito deve essere più tutelato rispetto a un eterosessuale”.

Nel momento in cui scriviamo il commento è presente e ha scatenato un microdibattito in cui Facchini dopo essersi definito “bullizzato” dalle contestazioni degli altri utenti, rivendica: “Io il politicamente corretto l’ho abbandonato da tempo ormai, da quando stanno cercando di reprimere i miei pensieri”.

Il confronto nella gallery da sfogliare:

Questo è quanto.

 

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2 Commenti

  1. Il bello della Lega è che perfino il Consigliere canturino Facchini si esprime senza timore su un tema universale così spinoso e complesso come questo. Il punto non è che chi è omosessuale, se aggredito, è più tutelato di un eterosessuale, se aggredito. Il punto è che bisogna tutelare quelli che sono aggrediti in quanto omosessuali, transgender, neri, disabili, eterosessuali, vecchi, belli, brutti e leghisti. Bisogna tutelare chi è aggredito solo perché si permette di esprimersi in modo diverso rispetto a quello che altri, che aggrediscono, definiscono arbitrariamente “normale”. La battaglia non è per l’omosessualità ma per il diritto di essere difesi da tutti quelli che si arrogano il diritto di definirsi “normali” a discapito di chi loro ritengono “a-normali”. È una battaglia contro le discriminazioni che vale la pena combattere proprio perché sembra impossibile da vincere. Ma si vincerà anche questa. ?

  2. Che dire, alla fine il modo migliore per tenere testa al trash dilagante è sempre rifarsi ai grandi classici:

    “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

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