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Caso Carducci, il Comune sconfitto paga. Ma Rapinese: “Quel palazzo lo prendo. Ci berrò prosecco in vestaglia”

Il consiglio comunale di Como ieri ha approvato la delibera frutto della sconfitta davanti al giudice dell’amministrazione per il caso dell’Associazione Carducci e dei famosi locali nell’omonimo palazzo di viale Cavallotti. In totale, a carico dei cittadini va la spesa di 7.500 euro oltre oneri.

Ma sulla scorta del reclamo presentato da Palazzo Cernezzi, sui cui esito evidentemente il sindaco Alessadro Rapinese è fiducioso, sempre il primo cittadino ha rilanciato la battaglia per cacciare a ogni costo l’associazione da lì.

Dopo aver ripetutamente rinfacciato alle opposizioni la vicenda e gli esborsi per le paratie e nello specifico per l’azienda Sacaim, Rapinese ha detto che “se poi tra qualche ora va a finire che vado a bermi un bel prosecchino ghiacciato da solo dentro al Carducci completamente sfollato?”.

“E quando l’avrò sfollato – ha proseguito – quella sera non porterò un kimono, ma una vestaglia da nobile decaduto e con una torcia, in un angolino, se non crolla, mi berrò una bottiglietta di prosecco e penserò ‘pensa te che questa (la presidente del Carducci, Maria Cristina Forgione, ndr) davvero pensava di tenersi uno stabile pubblico’”.

“Visto che so quanti sono i milioni buttati nel cesso dalle amministrazioni precedenti – ha concluso il primo cittadino – se veramente pensate di farmi le pulci per 7.500 euro, dico che quel palazzo di riffa o di raffa me lo porto a casa. E con una bella vestaglia da nobile decaduto e il prosecchino festeggerò e magari manderò un messaggio nella chat dei capigruppo”

Al sindaco ha replicato dapprima il consigliere di opposizione Vittorio Nessi (Svolta Civica): “Fatto sta che noi dobbiamo pagare 7.500 euro per una vertenza che poteva essere evitata perché non si è voluti arrivare a una transizione. Il Comune ha subito un ordine perentorio di interrompere molestie e turbative verso il Carducci. Noi ci asteniamo e invece chi sostiene che i cittadini debbano prendersi in carico questi 7.500 euro, voti in coscienza”.

Anche Stefano Legnani (Pd) ha rimarcato che “il giudizio politico su questa vicenda va dato ed è quello di una sconfitta per tutta la città. Questa vicenda, giusta o sbagliata che sia la decisione del giudice, aspettando l’esito del reclamo e tenendo conto che le responsabilità possano anche essere in parti variabili di tutte le parti in causa, fa male a Como perché sono anni che quell’immobile lì è fermo almeno per la parte che potrebbe essere utilizzata da altri. E’ una sconfitta per la cultura della città, a partire dal Conservatorio, e faccio fatica a capire come non si riesca a sedersi tutti attorno a un tavolo per trovare un accordo”.

La delibera è stata poi approvata dalla sola lista Rapinese Sindaco, mentre tutte le minoranze si sono astenute.

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