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Centro islamico in Valle Intelvi, Butti: “A tutto c’è un limite”. Poi frecciata ai “pentaleghisti”

La destra comasca si ricompatta (o quasi, come vedremo) improvvisamente contro l’ipotesi di un centro culturale islamico in Valle Intelvi, e in ipotesi a Pellio dove sarebbe stato individuato un immobile adatto dalla comunità musulmana della zona.

Dopo la barriera già alzata dal sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, oggi anche il deputato comasco di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, si scaglia contro l’ipotesi ma non senza togliersi un sassolino dalle scarpe nei confronti della Lega romana.

“Preciso di condividere il tenore dell’intervento del sottosegretario Molteni e le preoccupazioni di numerosi cittadini, anche amministratori, che mi hanno coinvolto nella vicenda – afferma Butti – Ho depositato con il collega Foti la Proposta di Legge A.C. 1.059 recante Modifica all’art 71 del codice del Terzo settore in materia di compatibilità urbanistica dell’uso dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale”.

“La proposta di Fratelli d’Italia – spiega Butti con frecciatina allegata – ha iniziato il suo iter presso la Commissione Territorio Ambiente della Camera, della quale sono vice presidente, ma per motivi interni alla maggioranza di governo pentaleghista procede a rilento. Per risolvere il problema di Pellio Intelvi e di molti altri comuni italiani basterebbe che il presidente della Commissione, il leghista Benvenuto, venisse sollecitato dai suoi amici di partito per velocizzare l’iter e quindi l’approvazione della nostra proposta di legge”.

“La Proposta in esame è volta ad escludere, per le associazioni di promozione sociale che svolgono (anche occasionalmente) attività di culto, l’applicazione della normativa di favore prevista (dall’art 71, comma 1, del D.lgs 117/2017) per il cambio di destinazione d’uso dei locali utilizzati come sedi degli enti del terzo settore – conclude il deputato di Fratelli d’Italia – Infatti quella norma dispone che le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal Decreto del Ministero dei Lavori pubblici 2 aprile 1968 n 1.444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica”.

“C’è molta giurisprudenza a sostegno della proposta di Fratelli d’Italia, che incide sul governo del territorio (competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni), toccando in particolare i profili appartenenti all’urbanistica e all’edilizia – è il passaggio finale – L’approvazione di tale proposta solleverebbe anche i sindaci da particolari incombenze e metterebbe la parola fine ad ogni polemica pretestuosa. Figuriamoci una moschea in Valle d’Intelvi, a tutto c’è un limite”.

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