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Commissione Sicurezza, torna l’ipotesi Nessi presidente: “A disposizione ma nessuno mi ha chiesto niente”

Bonduri (Lega), De Santis (Fratelli d’Italia), Nessi (Svolta Civica). Il trittico di nomi emersi in queste settimane per la Commissione Sicurezza, spina nel fianco della maggioranza, è questo.

Il nuovo organismo, è noto, è stato solo un boomerang per l’amministrazione Landriscina (qui le cronache). Discusso per volontà di De Santis ha dapprima radunato forze trasversali e pareva pronto al varo. Poi è diventato moneta di scambio per gli equilibri tra partiti che sostengono il sindaco Landriscina (Lega, Civica Insieme, Fratelli, Forza Italia) durante la crisi e il brutto rimpasto del 19 novembre.

(Ph: Carlo Pozzoni)

Infine è passato, malamente (per la maggioranza), in consiglio grazie al voto azzurro, delle opposizioni (Rapinese escluso) e all’astensione (inevitabile poiché un voto contrario sarebbe stato un drammatico danno di immagine) dei meloniani.

Al centro dei summit politici di questi giorni (da ultimo ieri con il sindaco) l’organismo è solo un problema da risolvere. Ma ormai è cosa da fare. Tema dunque la presidenza. Se il carroccio (contrario da sempre alla Commissione) cerca di tamponare il danno piazzando al vertice la consigliera Alessandra Bonduri, il padre della commissione, De Santis, ancora e nonostante i pasticci politici, mira a guidare la sua figlioccia.

PER APPROFONDIRE:
Commissione Sicurezza, nuovo vertice da Landriscina: tensione sul presidente. Rispunta De Santis

A più riprese in queste settimane è però spuntato, tra le file della maggioranza, il nome di Vittorio Nessi. Consigliere d’opposizione, vero, ma curriculum di profilo non discutibile e perfetto per un incarico che sotto la sua guida assumerebbe un profilo assolutamente bipartisan e poco politico. La carriera da magistrato di Nessi ne fa, a tutto tondo, un nobilissimo uomo di Legge e d’istituzione. Cosa che, nell’ultimo anno e mezzo, in aula è stata ampiamente riconosciuta da tutti i consiglieri.

(Ph: Carlo Pozzoni)

Parlano ancora di lei, è da un mese che il suo nome torna ciclicamente
Al momento nessuno mi ha contattato

Mai?
Mai, davvero. Apprendo le cose da voi

Accetterebbe?
Deve essere molto chiaro, non sono in cerca di incarichi o poltrone. Accetterei per spirito di servizio.

Si aspetta un contatto con la maggioranza?
Non ne ho idea, ci sarà una votazione alla fine. In ogni caso anche fosse individuato qualcun altro contribuirò, presumo, come componente della commissione

Chi meglio di lei, in effetti
Nel gruppo non ne abbiamo ancora parlato approfonditamente ma direi che per competenze avrebbe senso

E’ automatico. Intanto vediamo se farà il presidente
Così non fosse avrò più tempo per le mie amate passeggiate in montagna

Al momento non è possibile capire dove, un attimo prima del voto, si sposteranno i pesi e chi verrà eletto. La battaglia sulla presidenza è tutto un equilibrio tra partiti e viene giocato nelle relazioni pericolose con l’alleato meno sereno: Forza Italia. Gli azzurri a oggi su molti temi danzano scientificamente sul filo dell’ambiguità tenendo in costante tensione gli altri compagni di viaggio (d’altronde, senza una delegazione in giunta, il gioco per i berlusconiani si è spostato tutto in aula).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Sulla vicenda della commissione sicurezza mi pare che si possa dire di tutto tranne che il gruppo di Forza Italia sia stato “ambiguo”. Ha solamente e semplicemente fatto quello che ha detto sin dall’inizio. Significa essere “ambigui”?

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