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Chiusura centro migranti, i Fratelli ritrovano la parola. De Santis: “Solo gli irresponsabili ragionano col paraocchi”

Come d’incanto ritornano a parlare. Curiosa, se non al limite del sospetto, l’assenza dal dibattito sulla chiusura del Centro Migranti di Via Regina di Fratelli d’Italia. Non foss’altro che a dare il calcio d’inizio a una delle polemiche più sapide degli ultimi tempi è stato il capo supremo del partito in terra lariana: il deputato Alessio Butti (qui).

In un’intervista al quotidiano La Provincia era stato più che lapidario: “Chiudere il centro di via Regina può avere delle conseguenze non positive – aveva dichiarato al quotidiano Butti – Lo dico senza alcuna polemica. Sta arrivando l’inverno, non vedo perché si debbano montare le tende quando a Como esiste già questa struttura, decentrata, gestita bene dalla Croce Rossa, con medici e volontari che vanno ringraziati”

Ne è seguito un confronto feroce (qui tutte le tappe, oramai parecchie) culminato in tre passaggi fondamentali. La mozione delle opposizioni a Palazzo che perfida e grondante furbizia ricalca quasi alla lettera il Butti-ragionamento e di fatto costringe il centrodestra a schierarsi (qui), il coming-out del capogruppo di Forza Italia, Tony Tufano, che pur non (ancora?) annunciando il voto al documento si schiera con l’onorevole (qui), infine l’attacco del sottosegretario leghista Nicola Molteni (primo attore della chiusura) al collega Butti (qui).

Molteni non solo chiede all’alleato (amministrativo. A Roma, si sa, vi sono altre trazioni governative) di spiegare il cambio di rotta sul tema rispetto al passato (“Io coerente – dice – lui?”) ma verga sui tavoli del Cernezzi un ultimatum a tutto tondo:  “Noi siamo amici e alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia in Comune a Como – ha detto il deputato lumbard – ma se voteranno la mozione delle opposizioni, sostenuta concettualmente e ideologicamente dal peggior radicalismo di sinistra, si aprirà un problema politico enorme, un cortocircuito evidente. Votare la mozione significa votare contro il contrasto all’immigrazione irregolare”.

Dopo le prime esternazioni buttiane il silenzio dei Fratelli è stato quasi totale (a eccezione di un comunicato del coordinatore provinciale, Stefano Molinari). Difficile immaginare che il gruppo consiliare (quantomeno buona parte) fosse in disaccordo con il leader, piuttosto si è trattato di imbarazzo, prudenza, richiesta di una linea coerente ai vertici del partito.

Un paio di cene negli ultimi giorni, telefonate fiume e lenzuolate di WhatsApp hanno sbloccato il mutismo imperante. Così su Facebook è uscito il consigliere Sergio de Santis che, davvero, non la tocca piano rivolgendosi, evidentemente, al Carroccio:

“Spacciare la chiusura di un centro di accoglienza come una cosa intelligente, prima ancora di aver risolto definitivamente il problema della presenza di migranti irregolari e definito quella dei regolari, è come chiudere un ospedale, cacciare i malati in strada e dire di aver sconfitto una malattia. Il problema non è la struttura, ma ciò che si cura al suo interno. O vogliamo diffondere il problema in tutta la città rendendolo ancor più incontrollabile? Solo degli irresponsabili ragionano col paraocchi”.

Intanto, da prassi, fra colpi e contraccolpi è arrivato il pieno sostegno a Molteni da un altro deputato e collega di partito, il comasco Eugenio Zoffili. “Io sto con il Sottosegretario Nicola Molteni, con il Viminale del Ministro Matteo Salvini, con la Lega e soprattutto con l’impegno preso in campagna elettorale con i cittadini comaschi di chiudere il centro “migranti” di Como.
La Lega di Matteo Salvini mantiene le promesse ed è coerente. La nostra gente non ha le fette di salame sugli occhi ed è con noi. Nicola e Alessandra, bravi! Avanti tutta. Chiudiamo il centro e pensiamo subito al prossimo problema di Como da risolvere insieme e non a questi perditempo”.

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Un commento

  1. Zoffili ? Incapace di risolvere i problemi ad Erba, parla di risolvere quelli a Como ?
    Il Commissario regionale della Lega in Sardegna si ricorda che esiste Como ?
    Hanno fermato 2 barconi mentre ci sono 500.000 immigrati irregolari in Italia e non ne parlano ? Forse perché non hanno la minima idea di come risolvere il problema.

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