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Politica

La repubblica autonoma di Pettignano: il Comunicato sulla decadenza di Pallanuoto Como inviato all’insaputa di sindaco e giunta

Premessa, l’atto è amministrativo e segue un iter non politico.

Ma il peso della partita era, ed è tuttora dati gli ultimi sviluppi, talmente pesante da imporre un confronto politico quantomeno per una presa d’atto che sancisse condivisione.

Con ordine.

Sei giorni fa, era venerdì 17 luglio, alle 18.14 l’Ufficio Stampa del Cernezzi ha diramato una nota. Poche parole ma valore notizia enorme:

Como, 17.7.2020 – Gli uffici competenti, in seguito alle verifiche effettuate, oggi hanno comunicato a Pallanuoto Como la conclusione del procedimento di decadenza dall’aggiudicazione per il compendio sportivo di Villa Geno a causa di discordanze rispetto al numero di tesserati agonisti dichiarati in sede di gara.

Chi ha voluto e autorizzato la comunicazione? L’assessore al Patrimonio, Francesco Pettignano, ne siamo assolutamente certi.

Dunque, nell’arcinota e intricatissima vicenda Como Nuoto-Pallanuoto Como, il Comune ha messo la parola fine (non secondo il punto di vista di Pallanuoto Como, come diranno le cronache del giorno dopo, ma questo aspetto ora non c’entra ai fini della ricostruzione che stiamo offrendo).

I retroscenisti, verificati con molta attenzione più volte da ComoZero nel corso degli ultimi giorni, raccontano che l’invio del Comunicato abbia scatenato un certo nervosismo a Palazzo. Tensione all’apice, con il sindaco, Mario Landriscina, che avrebbe appreso della decisione (potremmo scrivere pure “ha appreso” dati i margini di sicurezza), così come tutta la giunta, dagli articoli dei giornali seguiti alla nota.

Cos’è accaduto dunque?

Che la determina del dirigente al Patrimonio e Demanio, Rossana Tosetti, che sancisce la “Decadenza aggiudicazione concessione in uso del compendio immobiliare denominato ‘impianto sportivo a lago’ sito in viale geno n°14 alla Ati Pallanuoto Como e Crocera Stadiumo e contestuale aggiudicazione alla Asd Como Nuoto”, è stata firmata e comunicata coram populo senza che il primo cittadino ne fosse informato.

Si diceva in premessa, non vi è un obbligo formale, l’azione è tecnica e gestita interamente dagli uffici.

Ma visto il disastro di una faccenda che si protrae da anni fuori e dentro i tribunali amministrativi, planata nel dibattito politico dopo i numerosi interventi in aula del consigliere Alessandro Rapinese, nonché l’interesse pubblico che racchiude, ecco, anche il meno avvezzo ai meccanismi di Palazzo avrebbe alzato il telefono e allertato la massima autorità comunale.

Non solo cortesia, peraltro certamente dovuta, o autotutela dell’assessore in una materia tanto spinosa ma anche una verifica: “Sindaco, stiamo scrivendo alle redazioni. D’accordo?”.

Insomma uno scivolone mica da ridere, che ha scatenato molte tensioni. Quale sia, allo stato, il clima tra Pettignano e Landriscina non è dato sapere. Ma la temperatura nelle stanze del potere cittadino sembra essere piuttosto alta.

 

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6 Commenti

    1. Lui ovviamente non si schioda: ha fatto jackpot quindi si guarda bene dal togliere l’attack.

      Ma il sindaco, se solo avesse un minimo di dignità, potrebbe sempre rimuovergli le deleghe. E invece nulla…

  1. Chi si affida e da incarichi di responsabilità senza testare capacità e competenze, allafine si ritrova con qualche boccone amaro da digerire, intanto continuano i balletti tra dirigenti e assessori chissà se vedremo mai dei risultati su qualcosa con atti coerenti e privi di interventi legali se non giudiziali

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