Nel mondo del centrosinistra comasco, l’ombra di un corpo imponente si staglia già sulle prospettive politiche. E’ quella di Maurizio Traglio, imprenditore, candidato sindaco opposto a Mario Landriscina nel 2017, attuale consigliere di minoranza in Svolta Civica e – secondo più di un osservatore – tutt’altro che alieno rispetto all’ipotesi di un tentativo bis nel 2022.
Nulla di certo, mancano ancora due anni al voto (salvo naufragi anticipati del centrodestra). Ma a oggi, sulla scena politica della città di Como, l’unico nome che potrebbe coprire una bella fetta di centrosinistra (dal mondo civico al Pd, passando magari per qualche moderato in potenziale uscita dal centrodestra per allargare il campo), resta lui. Il quale, valuta, riflette, non dice ancora sì ma nemmeno no.
Eppure, esattamente sullo schema del 2017, quando uno spezzone non trascurabile dell’allora giunta Lucini decise di fare da sé (leggi Bruno Magatti) condannando pressoché a priori Traglio alla sconfitta al ballottaggio, la sinistra-sinistra cittadina ora sembra pronta a rialzare la voce. A farsi sentire, quantomeno, senza nascondere una certa, profonda amarezza per l’assenza di rapporti con chi a Palazzo Cernezzi c’è ancora, in opposizione alla giunta Landriscina.
Esempio luminoso, il post di oggi su Facebook di Celeste Grossi, consigliera di maggioranza con Luigino Nessi nel quinquennio Lucini e poi candidata sindaco con la Prossima Como dopo dolorissima frattura con l’ex collega di tante battaglie, Bruno Magatti.
“Con amarezza, condivido un post di 3 (solo tre anni fa) – ha scritto Celeste Grossi – L’amarezza dipende dalla constatazione che i consiglieri e le consigliere di minoranza (tranne Vittorio Nessi e Bruno Magatti) non li ho mai più sentiti. Altro che rappresentare la Sinistra che in città esiste, ma a Palazzo Cernezzi no”.
Ma cosa diceva il post-ricordo del 2017? Di fatto, era il sofferto annuncio del voto a Maurizio Traglio nel ballottaggio 2017. Il quale a questo punto sembra il destinatario complesivo del messaggio, forse sintetizzabile con un “fatti sentire (magari prima di pensare a “sgraffignare” forzisti o simili nell’altro campo, buttiamo là noi).
Comunque, di seguito il post di Grossi del 2017.
Non mi piace la legge elettorale per l’elezione del sindaco: al secondo turno ti costringe a scegliere tra due opzioni che non corrispondono alla tua cultura politica. Sono convinta che solo il proporzionale possa garantire rappresentanza istituzionale anche a chi come me e tante e tanti altri continua a ritenere che la sinistra esiste, è bella, è necessaria.
La mia visione di città è diversa da entrambi i candidati sindaco a Como, ma questa mattina ho votato al ballottaggio per le amministrative. Il mio voto non è stato solo un voto contro Mario Landriscina, contro la visione di città e contro le proposte delle liste di destra che lo sostengono, lontanissime dal mio ormai lungo percorso politico di sinistra unita e plurale.
Ho votato perché Como è la mia città e voglio continuare a coltivare speranza e futuro. Sono convinta che il mio voto peserà. Maurizio Traglio e le liste che lo sostengono sanno bene che noi, la sinistra che a Como esiste, eserciteremo dal basso vigilanza e controllo. Non lesineremo le nostre critiche tutte le volte che lo riterremo necessario. Lo faremo con la libertà che ha sempre contraddistinto il nostro stile, nonviolento ma radicale, nel senso che va alle radici delle questioni, non resta in superficie
Ho votato anche per un altro motivo che considero fondamentale. Il diritto al voto è il primo diritto di cittadinanza e non ci rinuncerei per alcun motivo. Un diritto che noi donne abbiamo conquistato con le lotte di altre donne alle quali io sono grata e che cerco di ringraziare non con le celebrazioni, ma con il quotidiano impegno per conquistare altri diritti per tutte e tutti in ogni parte del mondo. Anna Garofalo nel 1946 ha scritto: “Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere hanno un’autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d’amore”.
2 Commenti
Dio ci salvi dal proporzionale! E lo dico da elettore di sinistra.
Se non ha più sentito nessuno poteva far loro una telefonata invece di lamentarsi su Facebook.