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Como, mozione di Tufano (Fratelli d’Italia): “Parole di Gobbi intollerabili. La Svizzera rispetti gli italiani”

Dal Comune di Como si leva una proposta per una risposta formale e politica all’ormai celebre fuorionda del presidente del governo del Canton Ticino e titolare del dicastero delle Istituzioni, Norman Gobbi.

“Chiedilo agli italiani che c… mi frega a me”, si sentiva nel breve filmato durante una trasmissione di Teleticino. Parole che realtà pare fossero la risposta di Gobbi a un cronista che gli chiedeva se intendesse fare qualcosa per consentire agli italiani residenti in Ticino di incontrare i propri cari, abitanti in Lombardia e Piemonte, oggi regioni inaccessibili dalla Svizzera a causa della pandemia.

QUI LA RICOSTRUZIONE DI TICINONEWS CON IL VIDEO

Eppure anche le ricostruzioni successive, dopo lo scalpore suscitato dal breve filmato, non hanno placato la voglia di rivalsa del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Tony Tufano. Il quale, anzi, ieri ha chiesto all’intero consiglio comunale di convergere su una mozione che stigmatizzi formalmente Gobbi.

“Lo sventurato fuorionda di Norman Gobbi – ha affermato Tufano – denota, con una frase offensiva, sprezzo per i nostri concittadini. Ritengo non sia tollerabile che chi ha il compito di guidare il Dicastero delle Istituzioni contribuisca a instaurare un clima di insofferenza verso i nostri connazionali che contribuiscono in maniera determinante al benessere degli stessi elvetici”.

“Sono certo che i colleghi condivideranno ciò che dico, perché so che è in animo di molti – ha concluso il consigliere di Fratelli d’Italia – Lancio dunque un’iniziativa comune che spero sia recepita: una mozione per sensiblizzare a un maggior rispetto verso gli italiani, in particolare verso i comaschi”.

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3 Commenti

  1. Ho lavorato per una multinazionale svizzero-tedesca e da allora non riesco a prendere sul serio i ticinesi. I miei ex-colleghi rispettavano i ticinesi, come i ticinesi rispettano noi e come noi rispettiamo gli extracomunitari. Ognuno è il “negher” di qualcun altro.
    Ma per i ticinesi è diverso. La ricerca di una loro connotazione è quello che li frega. Sono svizzeri che parlano italiano o sono una minoranza di lingua e cultura italiana in mezzo alla Svizzera? Questo è il dilemma ed è la ragione per cui i loro connazionali di lingua tedesca li prendono in giro. Scimmiottano i tedeschi ma non lo sono. Non diamogli l’importanza che cercano e trattiamoli per quello che sono: un’insignificante minoranza di svizzeri del sud che parlano un buffo italiano.

    1. hai lavorato per una multinazionale non significa aver compreso la realtà elvetica. durante la guerra diversi italiani fascistoni residenti a lugano si vantavano delle vittorie dell’asse e che una volta vinta la guerra avrebbero “pensato” anche a noi ticinesi. il rispetto si guadagna, non é in omaggio assieme al passaporto.

  2. Se il Paese dove emigri e cerchi lavoro ti denigra, ci rimani male, incredibile vero?

    Roba che ti trovi a dover dichiarare come “non sia tollerabile che […] contribuisca a instaurare un clima di insofferenza verso i nostri connazionali”. Fantascienza.

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