Il deputato e consigliere comunale a Como della Lega, Claudio Borghi, rilancia una doppia prospettiva: uno spostamento dall’attuale sede del Comando provinciale della Guardia di Finanza e, di conseguenza, la trasformazione della Casa del Fascio, capolavoro razionalista di Giuseppe Terragni, in un polo museale.
Borghi ne ha parlato a inizio seduta dell’ultimo consiglio comunale, sottolineando l’opportunità che a suo dire offrirebbe in maniera più concreta rispetto al passato un articolo specifico della nuova Legge di bilancio.
“Come noto uno dei miei sogni e di tanti comaschi è poter finalmente rendere fruibile al pubblico la Casa del Fascio come polo museale – ha premesso Borghi – Da anni sembra veramente una corsa senza fine, con l’impossibilità di mettere assieme pezzi che non vanno mai assieme. Infatti vanno messi d’accordo il ministero della Cultura, quello dell’Economia, Regione, Comune eccetera. E ogni volta che in questa sfortunata legislatura sono cambiate le maggioranze, si è dovuti ripartire daccapo”.
Ora, però, all’orizzonte vi sarebbe una nuova opportunità per il tentativo.
“L’articolo 152 della Legge di bilancio – ha dichiarato il deputato e consigliere comunale della Lega – prevede, dopo un lavoro trasversale molto importante, uno stanziamento di 100 milioni di euro su tre anni per adattamenti, spostamenti e ammodernamenti delle caserme della Guardia di Finanza. Per cui, quello che normalmente è sempre stato il primo ostacolo, ossia spostare in un’altra sede la Guardia di Finanza perché non ci sono i soldi, ora potrebbe venire meno. Di conseguenza, tante delle cose che ostavano al progetto di un polo museale alla Casa del Fascio, ora potrebbero diventare possibili e io sono fiducioso”.
8 Commenti
A Como se non si realizza una più che decorosa ricollocazione per l’Unità della Finanza, non si arriverà mai ad un Museo del Razionalismo, né comunale, né nazionale.
È, perdonate il maiuscolo, una CONDITIO SINE QUA NON.
Anche il Comune di Voghera (39.000 abitanti), nel 2019, è riuscito nell’impresa di trovare idonea collocazione alternativa ad una caserma della Guardia di Finanza. Lì fu sufficiente sottoscrivere una convenzione tra il Sindaco protempore e il Colonnello Provinciale della Guardia di Finanza per lo spostamento della caserma in un altro edificio, della cui ristrutturazione si incaricò il Comune (con una spesa allora di circa 500 mila euro, a fronte di un pagamento di un canone annuale d’affitto concordato di 31 mila euro) comportante la realizzazione oltre che degli uffici, anche degli alloggi per il Comandante e il Vicecomandante.
In effetti, il Comune di Como potrebbe comperare, alla Società che ne ha la proprietà, il primo piano dell’edificio della Banca d’Italia di piazza Perretta, ristrutturarlo e poi con una convenzione, che naturalmente contempli un congruo affitto a beneficio delle casse comunali, affidarlo al Comando provinciale di Como della Guardia di Finanza.
Non servono quindi innumerevoli soggetti: bastano e avanzano il Comune ed il Comando Generale della Guardia di Finanza.
Vero è che la ex Casa del Fascio, indubbio capolavoro razionalista, meriterebbe qualcosa di meglio della Guardia di Finanza; vero è anche che, finché la suddetta Guardia di Finanza rimane lì, il monumenumento non rischia l’abbandono e il degrado. Basti vedere, oltre alla pietosa situazione dell’asilo Sant’Elia, come è ridotta la zona del monumento ai caduti (altro monumento architettonico di valore); basterebbe poco per sistemarla in modo decente, ma anche quel poco sembra impossibile: e quindi pavimentazione sbilenca, aiuole con i cordoli disassati ecc. Un museo nell’ex casa del Fascio? Mah, bisognerebbe sentire che cosa ne pensano gli architetti (a Como abbiamo pure un discendente di Terragni, se non erro), se gli ambienti sono idonei oppure no.
Un museo di tale rilevanza sarebbe nazionale non comunale
Io mi auguro che a nessuno venga in mente di lasciare in Monumento così importante nelle mani di un ormai palese monumento (minuscolo) all’incompetenza e all’insipienza quale è il Comune
Un polo museale di tal rilevanza sarebbe nazionale, non comunale.
Spostare il comando della Guardia di Finanza in un’altra sede, è l’aspetto più semplice della questione. L’aspetto più complesso è evitare che anche la Ca’ del Fascio finisca per subire la stessa incuria che l’attuale Amministrazione, di cui l’on.Borghi è consigliere di maggioranza, sta dimostrando nella gestione dell’Asilo Sant’Elia e delle altre opere patrimonio della città. Forse prima di parlarne sarebbe meglio aspettare le prossime elezioni nella speranza, ovviamente, che non si rivedano gli attuali Amministratori.
Purtroppo senza GdF sarebbe solo lo sfacelo. Ci vorrebbero almeno 20/25 anni per realizzare un progetto Museale, ed a quel punto si dovrà abbattere tutto. Considerare solo il valore oggettivo dell’area, e la costruzione di un bel condominio che avrebbe un valore molto elevato stimolerà molti appetiti. Inoltre in fase di revisionismo storico non so se si potrà ancora chiamare “Casa del Fascio”.
Comunque aspettiamo “il Nulla” che ci risolverà tutti i problemi.
sarebbe un punto importante per una rinascita culturale della città…ma le condizioni attuali dei già esistenti musei cittadini per non parlare di monumenti importanti come il Monumento ai caduti o la torre del baradello non possono che destare preoccupazioni per un eventuale futura gestione comunale della Ex Casa del fascio…