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Como e il caso Azienda Sociale: “Rapinese arrogante, cittadini fragili a rischio. Ci appelliamo a tutti i consiglieri, arginiamo questa deriva”

Non si placa la tempesta sul caso Azienda Sociale (qui trovate antefatto e cronache complete). Lunedì la notizia: Regione Lombardia dice basta al Comune di Como e commissaria. Poi l’attacco del coordinatore provinciale e consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi: “Rapinese sbugiardato da 18 comuni, caparbia arroganza che colpisce i deboli”. E un altrettanto duro sindaco: Rapinese mostra i muscoli: “Sindachelli e burattinai comprate popcorn e gustate lo spettacolo”.

Oggi un nuovo intervento sempre dagli azzurri con i consiglieri comunali Alessandro Falanga e Giordano Molteni

I nodi vengono sempre al pettine e il caso della situazione del Comune di Como nei confronti dell’Azienda sociale risulta purtroppo particolarmente emblematico.

Da mesi ribadiamo in ogni sede opportuna e con i nostri interventi in aula un concetto che ormai è sotto gli occhi di tutti: l’atteggiamento arrogante e pretenzioso del sindaco Alessandro Rapinese è il classico boomerang, che in questo particolare caso coinvolge, ed è ciò che a noi sta più a cuore e che è più grave, tante cittadine e cittadini fragili e in difficoltà cui rischiano di non venire erogati servizi essenziali.

Un modo di fare insensato e pericoloso quello del sindaco nella gestione della vicenda, non avere sottoscritto l’accordo di programma ed essersi messo contro quelli che con sprezzo del senso dell’istituzione che rappresenta definisce populisticamente ‘comunelli’ ha portato alla situazione attuale: Regione Lombardia ha dovuto passare per legge alle vie di fatto come aveva a tempo debito informato l’attuale amministrazione comunale.

Con amarezza constatiamo ancora una volta che questa amministrazione e chi la guida non solo non è all’altezza del compito ma giorno per giorno allinea comportamenti e atti che danneggiano oggettivamente la collettività o rischiano di farlo. A questo punto sembra impensabile un cambio di rotta. Ci appelliamo comunque al senso civico e al senso di responsabilità dei consiglieri comunali, di qualsiasi schieramento, per tentare di arginare questa pericolosa deriva che mese dopo mese rischia di diventare uno tsunami per la città di Como che si merita ben altro.

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