“Mi sembra assai chiaro che il Pd, cioè la sinistra italiana, con i suoi voti non sarebbe tornato al governo prima del 2050, occhio e croce”.
Ovvio, perché dovrebbe toccarla piano? Il suo partito, Fratelli d’Italia, dal primo giorno della crisi invoca elezioni immediate e un accordo per il centrodestra.
Così a poche ore dal sì ufficiale dei Dem a un Governo Conte-Bis ecco che scatta il leader maximo dei meloniani in terra comasca, Alessio Butti.
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E sciabola con un certo sarcasmo: “Così (sempre i Dem, Ndr) hanno sfruttato la disperazione dei 5 stelle, che se fossimo tornati al voto avrebbero ridotto la loro rappresentanza parlamentare a un terzo di quella attuale, e si sono sparati un inciucione ‘democratico e rispettoso della Costituzione’“.
“In questi mesi tra PD e 5 Stelle abbiamo registrato solo insulti che hanno riempito i social e il web in generale. Anche Salvini e Di Maio – spiega il deputato – si sono insultati a morte per poi dare vita ad un governo. Vero è infatti abbiamo visto che fine ha fatto. La sinistra stava perdendo tutte le regioni e avrebbe perso anche le storiche roccaforti come l’Emilia e la Toscana. E così il mago Renzi, riprendendosi il partito dopo aver detto “stai sereno Zingaretti”, ha tirato fuori il coniglio Di Maio dal cilindro. Due partiti, PD e 5 Stelle, decisamente antitetici su mille questioni, ma che hanno trovato la sintesi su due punti: il voto per la presidente tedesca della Commissione Europea e la sete di potere”.
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Quindi l’analisi, in prospettiva buttiana, di quello che sarebbe senso profondo di questa nuova intesa di Governo, con annuncio: “Questo accordo ha due obiettivi: la spartizione delle poltrone e non far vincere alle elezioni il centrodestra. Manifesteremo democraticamente tutto il nostro sdegno mobilitando civilmente le piazze perché dal 2011 in questo paese governano signori che non si sono mai sottoposti al giudizio degli italiani. A chi parla a vanvera della Costituzione ricordo che questo modo di concepire la politica e il Parlamento ci riporta indietro di 40 anni quando, in piena Prima Repubblica, i partiti se ne “fottevano bellamente” del parere degli italiani e davano vita a improbabili maggioranze variabili pur di non tornare al voto. Questo è il risultato di 14 mesi di governo del cambiamento”.
8 Commenti
Solo qualche considerazione sulle dichiarazioni di chi invoca la costituzione. Vero che si debba sempre ricercare una maggioranza possibile in parlamento, ma quando il tentativo è già stato fatto una volta e non ha prodotto risultati, sembrerebbe inutile rifarlo in quanto non si vede cosa possa essere cambiato se non il timore di perdere le elezioni. Seconda considerazione, come si fa a dare l’incarico a chi ha sostenuto una politica esattamente contraria a quella che sarà costretto a sostenere in futuro?
E chiaro che l’analisi di quello che sta avvenendo prima e dopo la crisi del governo gialloverde venga fatta a secondo della propria posizione politica, ma quello che è incomprensibile è il comportamento di Salvini che, mi permetto di dire, ingenuamente ha pensato che dopo la crisi si potesse andare a elezioni anticipate. Certo, proseguire con il governo non aveva molte prospettive e la quasi certezza che il prossimo presidente della repubblica sarebbe stato appannaggio del m5s. Quindi tutto sommato l’unica soluzione era quella adottata, tenendo conto che anche il governo che sta nascendo non ha molte possibilità di durata. Penso che il comportamento dei due attuali alleati si commenta da se.
Mattarella non ha indetto le elezioni perché sapeva che Salvini avrebbe stravinto.
O forse non le ha indette perché una legislatura dura 5 anni.
Non è che ogni vadano rifatte ogni due per tre solo perchè qualcuno vuole trarne vantaggio.
Fai l’insurrezione con la Locatelli
In parlamento i voti si contano e non si pesano….come sui social.
Purtroppo caro Alessio sono il primo e il secondo partito, il problema è silvio che così com’è non se lo fila più nessuno e il centrodestra va rifondato
Se con le intenzioni di voto si facessero le maggioranze, si andrebbe a votare ogni settimana. 5anni fa Renzi, dopo le Europee aveva il 40%, ha continuato a governare con Alfano e con una maggioranza risicata al Senato.
Alle politiche del 2018 vinsero i 5Stelle, secondo partito il PD, poi la Lega su misura su FI e dopo ancora FdI. Capisco la voglia di portare la borraccia al “capitano” ma …..come non si può fare il Giro d’Italia ogni mese, non si può votare ogni anno. Se esiste una maggioranza tra chi ha vinto alle politiche e chi è arrivato secondo (pur antipatica che sia!)….ha diritto di governare.