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Crisi, quel furbastro d’un Landriscina spariglia: “Vertice entro tre giorni, poi si chiude”

E’ un continuo effetto elastico, tipico dei momenti di crisi. Giorni di accelerazioni si alternano a istanti di apparente bonaccia e sospettosissimo silenzio. D’altronde non si urla (e basta) nelle (decine di) stanze dei bottoni coinvolte in questa faccenda. A un certo punto bisogna cominciare a trattare seriamente, è ovvio. Ma se il fattore tempo cambia, cambia tutto.

(copertina: Foto Pozzoni)

CRISI A PALAZZO
TUTTE LE CRONACHE

Il sindaco di Como, Mario Landriscina, lo ha detto più volte: “Sto alla finestra e aspetto”. Insomma che si scannino tra loro, i partiti. Scelta sensata, in effetti.

Oggi però fa la furbata e spariglia le carte: “Mi ero dato tempo fino alla fine della prossima settimana per risolvere la crisi, invece ora credo sia arrivato il momento di accelerare, ho deciso chiudere prima, presto. Entro due, massimo tre, giorni voglio incontrare i vertici dei partiti alleati e capire cosa chiedono”. Lega e Civica (i fedelissimi), Forza Italia e Fratelli d’Italia (gli inquieti) ora devono tirare le somme in fretta. Manovra chiara quella del primo cittadino, stringere i tempi rispetto agli annunci significa obbligare i più insofferenti a far sintesi in fretta e presentarsi con richieste chiare e obiettivi precisi.

E quindi?
Io so cosa voglio, una maggioranza compatta, capace di dare consigli, di discutere come è giusto che sia. Ma voglio anche che sia strutturata

Consiglieri che si muovono, assessori che se ne vanno. Bella ambizione una maggioranza strutturata
C’è stato un ampio rimescolamento. Ragionevolmente porterà a una revisione degli equilibri. Sono qui, attendo di conoscere le posizioni dei partiti

Giunta Landriscina

Quando metterà mano alla giunta?
Quando qualcuno me lo chiederà, di formale non ho avuto nulla. Forza Italia ha assunto una posizione forte. Ha ribadito l’appoggio a me e alla maggioranza però si è chiamata fuori dall’esecutivo

Più o meno. Amelia Locatelli è fuori. Pettignano le ha rimesso il mandato, tecnicamente è ancora assessore
Io ho in mano un pezzo di carta firmato dove si ritira, per me è ampiamente sufficiente. Il resto è burocrazia che può svolgere Pettignano in prima persona. Faccio il sindaco e ho delle dimissioni di un assessore, direi che non serve altro

Si dice rientreranno: Locatelli sempre per gli azzurri, Pettignano per i Fratelli (dove si è appena paracadutato)
Qualcuno me lo deve chiedere, intanto, poi decido

Fino alle dimissioni eravate 10 in giunta, lei compreso. In teoria potreste arrivare a 11, sempre lei compreso
Escludo. Non ci saranno aumenti

Riunione coi partiti entro lunedì. Obiettivo?
Capire cosa vogliono. Poi il sindaco decide. Decide se le garanzie sono sufficienti, se non ci sono, se si possono soddisfare le esigenze.

Se non trovasse la quadra?
La città non ha bisogno di un governo incerto. Mi pare di capire, a conti fatti, che se una qualsiasi delle tre forze principali di maggioranza (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) si dovesse ritirare io non potrei governare. Dovrei riconsegnare la città. Ma, creda, mi pare ci siano elementi positivi

Pare che alcuni alleati vogliano incontri bilaterali
Disponibile anche a quelli così come sono pronto a incontrare tutti i consiglieri comunali

Ma non le viene voglia di mollare? E’ oggettivamente sfibrante

Non ho alcuna intenzione di lasciare, la città ha bisogno di continuità

Si era dato un paio di settimane, ora vuole chiudere
E’ vero. Bisogna dare certezze alla città. Ci sono scadenze importanti come Ticosa e altre cose di assoluto peso da portare avanti. Voglio stringere

Entro il Consiglio di Lunedì?
Spero, al massimo poco dopo

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Come candidamente ammette, è in piena balia dei partiti di maggioranza che lo “sostengono”.

    Partiti che litigano su boiate e ripicche che nulla c’entrano con la città. Magari prima o poi torneranno a occuparsi pure di Como, chi lo sa..

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