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“Da Rapinese linguaggio indegno. Da lui atto punitivo verso i commercianti, ma a Como non serve Batman”

Le dure parole riservate dal sindaco di Como Alessandro Rapinese nei confronti dei vertici di Fratelli d’Italia sulla questione dei maxi dehors fissi che ora dovranno essere smantellati per tutto il periodo estivo, arriva la replica del coordinatore cittadino Alessandro Nardone e del presidente provinciale Stefano Molinari. Di seguito, il testo della nota diffusa oggi sabato 1 novembre.

Il sindaco Rapinese risponde in diretta a Espansione TV alle nostre osservazioni con insulti e offese personali, segno evidente di un nervosismo ormai incontrollabile e di una totale mancanza di argomenti.

Definire “prostituzione intellettuale” la posizione di chi difende i commercianti comaschi è un linguaggio indegno di un rappresentante delle istituzioni.

Ma ormai simili comportamenti non ci sorprendono più.

Del resto, è lo stesso stile adottato contro genitori, insegnanti, opposizioni, associazioni e persino semplici cittadini che osano manifestare posizioni diverse da quelle del sindaco Rapinese.

Ancora una volta ignoriamo simili comportamenti – che connotano chi li adotta – per entrare, con la serietà che ci contraddistingue, nel merito della questione.

Il punto non è la legalità dei dehors – che nessuno pone in discussione – bensì le modalità con le quali il sindaco applica la normativa che li riguarda.

L’azione di un sindaco non dovrebbe essere quella di applicare la legge con modalità punitive ma, al contrario, con buon senso e raziocinio, al fine di condurre gli operatori economici della propria città al rispetto delle regole.

Ma è evidente che se il sindaco di Como adottasse l’atteggiamento che auspichiamo non farebbe notizia, come invece tanto piace a Rapinese, pur a discapito di chi si trova a subirne le conseguenze.

Altrettanto grave è che il sindaco, nell’enfasi che lo contraddistingue, faccia affermazioni pubbliche che non corrispondono a verità.

Non esiste infatti alcuna legge nazionale o regionale che imponga lo smontaggio dei dehors entro sei mesi, né tantomeno che preveda il “penale diretto” (curiosa definizione coniata dalla fantasia del sindaco) in caso di violazione di questo termine.

La Legge Regionale 6/2010 demanda ai Comuni la disciplina di dettaglio, mentre la Legge Concorrenza 2024 ha prorogato fino al 31 dicembre 2025 le concessioni di suolo pubblico.

Inoltre, lo stesso Regolamento comunale di Como (Delibera di Consiglio Comunale n. 37/2022) consentiva l’installazione di strutture amovibili anche per tutto l’anno, prevedendo sanzioni solo amministrative, mai penali, in caso di irregolarità.

Molti dehors “strutturati” sono presenti da anni perché autorizzati e rinnovati dal Comune stesso: non sono certo abusivi.

Dunque la verità è che quella del sindaco e della sua amministrazione è una scelta politica, non frutto della necessità di assolvere un obbligo di legge.

Ed è altrettanto evidente che si tratta di un atto punitivo verso i commercianti, travestito da crociata moralizzatrice.

Anche in questa occasione Rapinese ha trovato il modo di dipingere Como come una “Gotham City” piena di illegalità e di biechi personaggi. È la versione della realtà che gli serve per la sua narrazione, a cui i fatti hanno tolto ogni briciolo di credibilità. Il suo problema è che non ne ha un’altra, per questo è così nervoso.

La nostra città non ha bisogno di un aspirante “Batman” che si atteggia da giustiziere, ma di un sindaco capace di ascoltare e valorizzare chi ogni giorno lavora e crea occupazione.

Trattare i commercianti come fuorilegge, gli insegnanti come “piagnoni” e gli anziani come “peso” è il marchio di fabbrica di un sindaco che non governa per i comaschi, ma contro di loro.

Quanto alla sua battuta su “quelli di Fratelli d’Italia che ambiscono a governare”, lo confermiamo: sì, ambiamo a governare, ma con modalità ben diverse da quelle adottate da lui: con correttezza, educazione, visione e rispetto per i comaschi. Tutti, nessuno escluso.

Con la competenza che serve per costruire, non per distruggere.

Con il coraggio di dire la verità, ma senza insultare nessuno.

Con la determinazione di rimettere Como al centro, restituendo dignità e voce ai cittadini che oggi si sentono intimoriti e umiliati da un’amministrazione autoritaria e autoreferenziale.

Perché mentre Rapinese parla dal suo scranno con una smorfia di disprezzo di “sgabbiozzi”, noi, guardandoli negli occhi, parliamo alle persone, alle famiglie e alle imprese che stanno dietro quelle strutture.

Noi stiamo con loro, non con lui.

Stefano Molinari – Presidente provinciale Fratelli d’Italia

Alessandro Nardone – Coordinatore cittadino Fratelli d’Italia

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