Inevitabilmente, l’opposizione va all’attacco dell’ennesima frattura nella giunta di Palazzo Cernezzi.
D’altronde, l’eco del clamoroso strappo con addio dell’assessore Marco Galli è tutt’altro che spenta.
“Vedere la giunta Landriscina perdere un altro pezzo è l’ennesimo segnale imbarazzante che la maggioranza a Como è arrivata alla fine della corsa e che il sindaco è incapace di comunicare con i suoi assessori, figuriamoci gestire la squadra per il bene di Como”, dichiarano Stefano Fanetti, capogruppo Pd in Comune e Tommaso Legnani, segretario cittadino Dem di Como.
“Non è solo un tutti contro tutti tra amministratori trattati come se fossero di serie A e serie B. È anche un “liberi tutti” per mancanza di leadership – aggiungono nella nota congiunta – Le dimissioni dell’assessore Galli rendono solo più evidente queste dinamiche, oltre al finto civismo dell’amministrazione Landriscina visto che pressoché tutti gli assessori estranei ai partiti di centrodestra hanno deciso di andarsene”.
E ancora: “È inammissibile però che a farne le spese siano solo e soltanto i cittadini che, ricordiamo, da più di due anni non possono utilizzare la piscina di Muggiò o il palazzetto dello sport, o non si sono visti restituire l’area della Ticosa, vista la bonifica non completa. Quattro anni buttati e il quinto pronto a produrre il solito nulla, viste le defezioni cariche di veleni personali”.
Poi un po’ di autopromozione in vista del voto per le comunali 2022: “L’unico spiraglio? Le elezioni si avvicinano. Il Partito Democratico sta lavorando a tutto tondo con forze civiche e politiche per offrire un’alternativa per ricostruire Como dalle fondamenta, dopo che chi siede a Palazzo Cernezzi ha azzerato le prospettive dei comaschi. La città merita di meglio: competenze solide e direzione, tanto per iniziare a fare la differenza”.