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Domenica il Bongiasca bis (senza avversari). Pozzi e Latorraca: “Inciucione e niente collegialità, non votiamo”

Pochi, comprensibilmente, se ne ricorderanno o addirittura se ne saranno resi conto. Ma domani, domenica 27 novembre, si vota per l’elezione del nuovo presidente della Provincia di Como. Consultazione senza storia: non soltanto voteranno solamente i sindaci e i consiglieri comunali (dunque non i cittadini in senso lato) ma l’unico candidato è proprio l’uscente, Fiorenzo Bongiasca (anche sindaco di Trezzone), che sarà sostenuto praticamente da tutti: Pd, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

Nell’immediata vigilia di questo strano appuntamento, comunque, non manca qualche spazio polemico, al netto di un risultato già scritto. Sia il consigliere comunale di opposizione a Cantù, Vincenzo Latorraca (che poche settimane fa si dimise da consigliere provinciale con una lettera fortemente critica per i metodi del presidente), sia il sindaco di Laglio, Roberto Pozzi, hanno preso posizione. Contestando, tra l’altro, la lettera di invito al voto spedita da Bongiasca nei giorni scorsi a tutti i potenziali elettori.

“In questi giorni, come tutti i consiglieri comunali della Provincia di Como ho ricevuto una lettera del Presidente Bongiasca che ci invita a votare alle elezioni del presidente della Provincia che si terranno domenica 27 novembre – ricorda infatti subito Latorraca – Al di là della scelta (a mio giudizio inopportuna) di ricorrere all’appello al voto da parte del Presidente in carica, unico candidato, vorrei pubblicamente ribadire il mio dissenso. Io non voterò e non lo farò per una precisa scelta che non ha nulla di personale, ma riguarda il funzionamento dell’istituzione”.

Poi l’ex consigliere provinciale ribadisce le sue accuse: “Non ho condiviso la scelta di tutte le forze politiche presenti in Consiglio di candidare l’attuale Presidente. Ho manifestato il mio dissenso con la decisione, sofferta, di dimettermi. L’attuale Presidente opera in assenza di Commissioni Consiliari, non ha concesso deleghe ai singoli Consiglieri, non ha nominato un Vicepresidente e prescinde, nelle scelte che gli sono attribuite, dal principio di Collegialità”.

“Questa situazione – conclude il consigliere comunale di Cantù – rappresenta un grave anomalia: tutte le province lombarde, ad esclusione di quella di Como, hanno istituito commissioni, prevedono consiglieri delegati e la nomina del Vicepresidente. Aggiungo che non conosco il programma politico ed elettorale del Presidente. Date le circostanze non intendo esercitare il diritto di voto”.

Una linea identica a quella espressa in precedenza dal primo cittadino di Laglio con un post dal titolo già emblematico: “Consociativismo? No grazie”.

“Anche questa tornata provinciale per la nomina del nuovo presidente della Provincia di Como del prossimo 27 novembre non vedrà la mia partecipazione. So per certo che nessuno sentirà la mia mancanza, ma giova (almeno a me) motivare la scelta. La legge n. 56/2014, la cosiddetta Legge Del Rio, tra le altre cose, declassava le Province a Enti di secondo livello, dove consiglieri e presidente non vengono eletti dai cittadini ma dagli amministratori locali con il criterio del “voto ponderato”. Che non significa affatto che ci devi pensato bene prima di votare, ma che il tuo voto vale in percentuale al numero dei cittadini del Comune che rappresenti. Per somma confusione, poi, l’elezione di consiglieri e presidente non è contestuale”.

“Il 18 dicembre 2021 sono stati eletti i consiglieri ed il prossimo 27 novembre, come detto, verrà eletto il “nuovo” presidente. Ci sarebbe di che ridere e chiamare uno bravo per scoprire la ratio di questa normativa, ma di comico non c’è proprio nulla – aggiunge Pozzi – La cosa che più indigna è che i cittadini sono espropriati del loro fondamentale diritto di voto, unico strumento atto a garantire una maggioranza e una (o più) minoranze a tutela del controllo democratico delle scelte. Quando viene meno il voto popolare si creano assemblee “allargate” che “tutelano”, principalmente, gli interessi dei partiti che, in questo caso, sono molto efficaci nel trovare soluzioni condivise. E’ il caso di questo rinnovo presidenziale con un’unica candidatura presentata. Un presidente quattro stagioni, double face, che va bene su tutto. Un anomalo processo decisionale che una volta si sarebbe chiamato “inciucione”, mentre oggi, con linguaggio forbito: consociativismo. No grazie”.

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