Avvisaglie di terremoto per la vicenda del doppio bando indetto dall’amministrazione provinciale per individuare il nuovo presidente dell’Ato, acronimo che sta per Ambito territoriale ottimale in relazione ai servizi di acquedotto, fognatura e depurazione in tutte le loro fasi, tariffe incluse (154 Comuni comaschi rappresentanti).
La vicenda in sintesi (qui invece integrale) è questa: tra settembre e ottobre, la Provincia indice un primo bando per recuperare i curriculum da vagliare e dunque designare il nuovo presidente dell’Ato. A Villa Saporiti arrivano 4 nomi, ma dopo una primissima scrematura sui requisiti ne restano 3. L’esito del bando, però, non sarà comunicato: l’iter si blocca e finisce in un cassetto per 4 mesi. Fino al 6 febbraio scorso, per la precisione, quando a sorpresa sempre la Provincia pubblica un secondo bando per l’identico motivo precedente – la selezione dei curriculum per individuare il presidente dell’Ato – motivando la scelta con lo scarso numero dei partecipanti della prima volta e spiegando che sia i primi candidati sia i secondi saranno sullo stesso piano al momento del vaglio.
Il bando-bis si chiuderà il prossimo 22 febbraio, ma ora – e siamo al punto – scoppia la bomba. A innescarla è proprio uno dei 3 candidati che depositarono la propria candidatura tra settembre e ottobre, come conferma l’interessato stesso a Comozero. Si tratta del dirigente della Uil comasca, nonché ex consigliere comunale a Como per il Pd tra 2012 e 2017, Gioacchino Favara, che minaccia fuoco e fiamme.
“Io sono uno dei candidati che ha presentato il curriculum durante il primo bando – rivela Favara – Ho aspettato per mesi l’esito della procedura e invece non si è saputo nulla. Ora apprendo che esiste un secondo bando che cerca la stessa identica figura, ossia il futuro presidente dell’Ato. Una procedura di cui non mi capacito e su cui voglio andare a fondo”. Per farlo, l’esponente del Pd non lesina le mosse pesanti: “Ho intenzione di presentare un esposto alla Guardia di Finanza in prima battuta, affinché vengano acquisiti tutti gli atti e venga chiarito questo iter. E’ tutto già pronto. Se poi questo non bastasse, quando anche il secondo bando sarà chiuso e se lo riterrò opportuno, mi riservo di valutare con i miei avvocati anche un’azione legale a 360 gradi. Per fare chiarezza e per tutelarmi”.
Nel frattempo, i rumors danno il Partito Democratico lariano in subbuglio e già al corrente di questa sfuriata del compagno Favara. Non è esclusa a brevissimo una riunione dei vertici per affrontare e analizzare una vicenda che, oltre Favara, interessa anche la presidente della Provincia e candidata Pd alle regionali, Maria Rita Livio.