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“Egoismo, ingordigia, famelicità, voracità, insaziabilità”, affondo Rapinese sulla sfida con Varese per il Centro del Ghiaccio

Colpo su colpo. E’ ovvio, il tema è delicatissimo. Parliamo ancora una volta della sfida Como-Varese sulla futura assegnazione dei 25 milioni di fondi del Pnrr per la realizzazione del Centro federale degli sport del ghiaccio (qui tutti gli approfondimenti). In queste ore abbiamo dato conto dell’appoggio, molto pesante, arrivato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, il leghista Giancarlo Giorgetti alla candidatura varesina. E nello stesso articolo si riportavano le parole del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, arrivate due giorni prima in un’intervista a La Prealpina dove, senza mezzi termini, parlava di “ingordigia, bulimia” rispetto alla richiesta del vicino capoluogo: qui trovate tutti i dettagli.

Il primo cittadino lariano, ieri 22 giugno, è tornato sull’argomento con un’ampia riflessione sul suo profilo Facebook. La proponiamo integralmente:

Il 15 novembre 2022, pochi giorni fa, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ed il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana hanno inaugurato a Varese quello che lo stesso sindaco Davide Galimberti ha definito “un fiore all’occhiello degli impianti sportivi italiani ed europei”, ovvero il nuovo palazzo del ghiaccio con annessa piscina, palestra e campi da paddle.
Bene.
A Varese quindi i giovani sportivi del ghiaccio sono a GIÀ a posto per almeno i prossimi 30 anni.
Nonostante ciò Varese vuole anche vedersi assegnare da Regione Lombardia fondi pubblici del PNRR per costruire un ulteriore nuovo palazzetto del ghiaccio completo di due ulteriori piste.
La richiesta di Varese è legittima ma si qualifica come un raro caso di egoismo, ingordigia, avidità, famelicità, voracità e insaziabilità senza precedenti nella storia della Repubblica.
A Varese però, oltre all’ingordigia, non manca nemmeno l’incoerenza: apprezzabile infatti il discorso del sindaco Galimberti quando parla della: “…voglia di tutti i territori lombardi di contribuire ai prossimi eventi olimpici perché siano un grandissimo successo per tutto il nostro Paese”, peccato però che machi coerenza sul terreno logico tra affermazioni e azioni.
Come può Varese affermare che vuole il successo del Paese intero quando invece sta cercando di costruire sul proprio suolo doppioni (che tra l’altro alla propria comunità non servirebbero a nulla) lasciando nel disagio comunità adiacenti?
Nella mia Como il palazzetto è all’aperto e consente di praticare gli sport del ghiaccio solo quando le temperature lo consentono. Appena le temperature salgono, fine della festa. Oltre a ciò il nostro palazzetto è pure a pezzi e non si sa per quanto tempo sarà consentito ai ragazzi comaschi di avere l’opportunità di crescere sani, uso ora le parole del Presidente Mattarella, “luoghi di raccolta, incontro, espressione e realizzazione” quali sono i luoghi deputati alla pratica sportiva.
Se Regione Lombardia, senza un solo motivo plausibile, mentre Como arranca e lotta per la sopravvivenza degli sport del ghiaccio, consentirà a Varese di realizzare, con fondi pubblici (anche dei contribuenti comaschi quindi), il “grande capriccio” di avere addirittura tre piste del ghiaccio nuove di zecca, saremmo di fronte alla più iniqua e scellerata scelta politica mai operata da una Amministrazione Pubblica.
Confido in Attilio Fontana.
QUI IL POST COMPLETO CON VIDEO

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14 Commenti

  1. Gioele, sinceramente, tu manderesti mai dei soldi per un’opera sportiva ad una città che a manifestatamente dimostrato di lasciarli andare in malora? Piscina Muggiò, via del Dos, Sinigaglia, palazzo del ghiaccio.

    Frequento sia Varese che Como, e ti assicuro che la prima è rinata negli ultimi 5 anni, con una serie di interventi di riqualificazione notevoli.

    Viene da pensare che il nodo non sia la questione del palazzetto in sè, ma una banalissima questione campanilistica che vede dall’altra parte l’odiatissima Varese. Il che, nel 2023, rende tutto francamente ridicolo. Non credo ci sarebbe stata la stessa sceneggiata se la questione fosse, chessò, tra Como e Monza.

  2. Pur di riconquistare il comune di Varese, per la Lega vanno bene anche tre piste di ghiaccio!
    Del resto, Como ha già avuto: ci sono in corso i lavori delle paratie, e c’è da mettere in conto anche la promessa del “ramo” di pedemontana tanto desiderato dalla Città. Rapinese si dovrà accontentare, ricordando che ha iniziato il suo ciclo di potere amministrativo (da cui sarà difficile alla Lega di scalzarlo a breve…) grazie allo spot imprevisto di Salvini.
    Piuttosto, faccia di necessità virtù, e si apra a relazioni socioeconomicopolitiche, magari ieri impensabili, che assicurino, però, una marcia in più alla Città. Un politico, di tempra buona, è capace sempre, di poco o di molto, a sorprendere…

  3. A parte la teatralità con cui espone i suoi pensieri, Rapinese Sindaco non ha torto. È vero che Varese ha già inaugurato un mega impianto sportivo polifunzionale con pista del ghiaccio compresa. Ed è altrettanto vero che Como ha un palazzetto del ghiaccio fatiscente, non ha palestre e non ha neppure uno straccio d’impianto sportivo degno di questo nome. La provincia non è da meno. Perfino la Pallacanestro Cantù, dal proprio feudo leghista, dopo Desio dovrà emigrare a Seveso. E Rapinese Sindaco non ha neppure colpe. Como e Provincia, dati elettorali alla mano, hanno contribuito moltissimo con i loro voti sia all’elezione del varesino Fontana come Governatore e sia alla vittoria della coalizione di centrodestra alle politiche. Non è colpa di Rapinese Sindaco se a Varese i leghisti pensano a costruire palazzetti del ghiaccio in città mentre a Como pensano di inondare il San Primo di neve artificiale distruggendo il paesaggio e confidando ingenuamente di fare concorrenza a Saint Moritz, San Bernardino e Splugen. Insomma, Rapinese Sindaco ha molte colpe…..ma non accusiamolo che il geniale Zoffile è onorevole, il simpatico Molteni sottosegretario e la dolce Locatelli Ministro. Non è colpa sua. È colpa nostra.

      1. Neppure io. Ma la responsabilità è anche nostra che non riusciamo a proporre ai nostri concittadini un’alternativa più credibile delle solite fanfaronate degli acchiappavoti di Fontana e Giorgetti.

  4. il sindaco non rinuncia a parlare alla pancia dei comschi, più che al cervello; prima di tutto dovrebbe risolvere i problemi che in campagna elettorale (ed anche oltre) si è impegnato a risolvere in tempi brevi (problema piscine per esempio)

  5. Se, come presumibile, la progettualità del ghiaccio della Giunta Rapinese è uguale a quella dell’acqua (cfr. piscina di Muggió), ogni show verbale sarebbe, in realtà, inutile propaganda.
    Probabilmente, il Sindaco sa bene che l’isolamento di Como a cui la sua amministrazione ha contribuito in modo determinante, non consente alcuna speranza. Quindi, egli sembra comportarsi come l’avvocato delle cause perse che arringa la giuria (gli elettori-ndr) per guadagnarsi la parcella (il “consenso”).
    Si tratterebbe, nel caso, di uno spettacolo tragicomico a cui nessun cittadino meriterebbe di assistere!

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