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Elezioni 2022, i Cinque Stelle tendono la mano al centrosinistra: “Superiamo le divisioni”

La scelta di Barbara Minghetti di accettare la sfida e candidarsi come sindaca di Como con il sostegno di tutto o almeno di gran parte del centrosinistra (le incognite sono Civitas e gli eventuali altri “cespugli” più a sinistra), ha inevitabilmente avuto ripercussioni un po’ su tutto lo scenario politico comasco.

A parte l’unica immodificabile situazione, ossia la candidatura in solitaria di Alessandro Rapinese, il centrodestra è ancora alle prese con la difficile scelta del proprio alfiere, mentre i Cinque Stelle sembrano tendere una mano al centrosinistra.

Ad avazare l’ipotesi è il deputato pentastellato Giovanni Currò, che delinea anzi la volontà del Movimento di discutere con le forze del centrosinistra per trovare una sintesi e dunque stringere un possibile patto politico-elettorale.

“Per il bene della città di Como – afferma il deputato comasco – è importante superate le divisioni dei partiti e che quelle che oggi sono discussioni interne vengano estese al dibattito anche con gli altri movimenti e partiti”.

Parole vagamente criptiche, in assoluto, ma che sembrano in realtà celare l’intenzione dei Cinque Stelle di essere coinvolti in un confronto generale con il centrosinistra, in questa fase in cui lo schieramento è alle prese con l’entusiasmo nettamente maggioritario per Minghetti (Svolta Civica, Pd, partiti centristi) e, di contro, con Civitas che invece si è mostrata più freddina pur senza alcun ultimatum.

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“Da sempre abbiamo affermato con forza che la priorità dell’attenzione in queste elezioni dovrà essere dedicata ai temi più che agli interpreti – aggiunge Currò – perché è arrivato il momento che vengano affrontate seriamente, al di là del colore politico, le grandi problematiche che hanno costretto la nostra città ferma al palo da troppi anni. Il Movimento 5 Stelle è pronto ad affrontare questi temi sentendo sulle proprie spalle il dovere di farlo con grande responsabilità verso i cittadini”.

 

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2 Commenti

  1. Ma speriamo di no: meglio perderli che trovarli.

    Soprattutto contando che se arrivano al 3%, per loro sarà grasso che cola.

  2. La prima sfida della coalizione di centrosinistra sarà non perdere i pezzi. Non sarà facile far lavorare tutti insieme e definire le priorità di un programma comune. Non credo, infatti, che quelle del PD di Orsenigo/Fanetti, di Svolta civica e del Gruppo Agenda 2030 siano le stesse di quelle del PD di Braga, di Civitas o di Articolo 1 o le stesse, sempre che saranno della partita, di Europa Verde e dei gruppi ambientalisti. Minghetti, anche se ci fosse il tandem con Bartolich, dovrà mettercela tutta. Una volta che li vedrà seduti intorno a un tavolo dovrà per prima cosa risolvere le diffidenze ataviche e qualche antipatico precedente; poi dovrà trovare una mediazione sul programma. Dice bene Currò che bisogna lasciarsi alle spalle le incomprensioni politiche. Ma non ha capito che quelle nazionali, tra i 5Stelle, Italia Viva e Azione, sono molto più facilmente superabili che quelle locali. Speriamo nell’intelligenza di Barbara Minghetti, nelle capacità di mediazione di Adria Bartolich ma soprattutto nella disponibilità di chi, nei diversi schieramenti, è in grado di trovare una situazione di equilibrio sempre che qualche leader, come al suo solito, non farà di tutto per imporre le sue soluzioni.

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