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Emergenza Freddo chiude a metà: 50 posti per un altro mese. Per i senzatetto, poi, il nulla

Se non una soluzione definitiva quantomeno un mini-tampone. Poi la polvere tornerà sotto il tappeto, anzi sotto i portici.

Si avvia alla chiusura il servizio Emergenza Freddo di via Sirtori, struttura che accoglie i senzatetto durante l’inverno garantendo letti, caldo, notti al riparo e (ultimi ma non ultimi) supporto e ascolto.

Cala dunque ancora una volta con forza la questione del supporto alle gravi marginalità: indipendentemente dalle temperature (e da colpe, fato, scelte o nazionalità) un centinaio di persone abita le strade cittadine tutto l’anno.

Non si svela nulla evidenziando che quasi sempre si tratta di situazioni estreme dove malattia (fisica, psichicha), solitudine e povertà si intrecciano in un nodo che non si risolve con l’arrivo della primavera e delle fioriture. “Fa caldo, tutto a posto ci sentiamo a dicembre”: non è così.

Gli ospiti tra fine marzo e fine aprile (sotto spieghiamo come il servizio proseguirà a metà) si troveranno nuovamente in strada, senza più accoglienza notturna (restano tutti i supporti diurni). Da più parti la questione è posta con forza. Il tema è chiaro e la domanda legittima: può la sola rete del volontariato sostenere l’accoglienza?

Senzatetto, denuncia Lissi: “800mila euro ereditati da Lucini. Dove sono? La giunta tace” 

Lo ha chiesto, per esempio, in queste ore il consigliere comunale Dem, Patrizia Lissi. “Ieri sera in consiglio comunale – ha scritto su Fb – ho ricordato che fra pochi giorni chiuderà l’ Emergenza freddo nel silenzio totale di questa amministrazione ( ci sono tanti italiani che usufruiscono del dormitorio ). Con il decreto Salvini c’ è il rischio che altre 400 persone saranno escluse dall’accoglienza e rimarrebbero in strada, alla faccia della sicurezza urlata dalla lega. Quello che non si dice e che le varie associazioni mi hanno riferito è che stanno arrivando in Italia tantissimi migranti rimandati da vari paesi, Germania ecc”.

“I paesi sovranisti, populisti come il nostro – ha proseguito – non hanno voluto cambiare il trattato di Dublino, meglio girare per il paese a dire bugie e a farsi selfie. Ci sono 800.000 euro che questa amministrazione si è trovata in ereditá per i senza tetto provenienti da fondi europei legati alla grave marginalità e all’inclusione sociale. Chiedo se dopo quasi due anni sono ancora bloccati, se li abbiamo persi. Chiedo anche di intervenire, di pronunciarsi sui cartelli inneggianti al fascismo apparsi per le vie della città. Silenzio, silenzio”.

La chiusura, dicevamo, sarà a metà. Se con la fine di marzo Emergenza Freddo storica (cioè la parte del servizio aperta nei locali di via Sirtori – centro Cardinal Ferrari – che fa riferimento al Tavolo per la grave marginalità) chiuderà i battenti, resterà invece aperto tutto aprile il servizio gestito negli stessi spazi – ma nei tendoni esterni – da Como Accoglie.

Ph: PozzoniA Conti fatti dei circa cento senzatetto che vivono in città (o la raggiungono la sera per usufruire del supporto) cinquanta verranno ancora assistiti, per venti sono stati trovati posti in altre strutture. Dunque trenta persone fatalmente dovranno tornare in strada.

Ph: Pozzoni

Con l’inizio di maggio (cioè con la chiusura definitiva del servizio) diventeranno 80 e riproporranno una questione fino a oggi mai affrontata politicamente: se, cioè non sia opportuno aprire un servizio di accoglienza notturno, stabile e operativo 12 mesi l’anno. L’alternativa è che l’ex chiesa di San Francesco venga nuovamente eletta a dormitorio improvvisato (come detto non esistono alternative) fino al prossimo inverno.

Ph: Pozzoni

Ben note le posizioni del deputato, vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali, la leghista Alessandra Locatelli è contraria senza se e senza ma.

Ph: Congregalli

Il sindaco Landriscina, invece, interpellato sul tema in una lunga intervista pubblicata da ComoZero settimanale (qui l’integrale), aveva risposto in modo estremamente sibillino:

Ecco, passato l’inverno molte persone senza casa torneranno in strada. Dove andranno?
Al momento non lo so, lo sapessi non lo direi. Ma ho presente molto bene la questione.

Ph: Congregalli

L’uomo e il medico Landriscina che ho conosciuto prima della politica paiono dissonanti oggi con le posizioni su senzatetto e migranti del suo fiero alleato padano.
Un’osservazione, calzante o meno, ininfluente al fine del risultato.

No, lei è sindaco, deve esprimere una posizione chiara, segnare una via. Distinguere giusto e sbagliato, secondo un pensiero politico, per il consesso civile.
Quello che mi importa è cercare soluzioni, non rivangare principi. Da medico vivevo di minuti e secondi, adesso sono mesi, se non anni. E’ una logica diversa. Non voglio strumentalizzare perché non giova rispetto ai risultati. Quando tornerò libero cittadino dirò la mia e avrò da dire tante cose.

SENZATETTO: LE CRONACHE DI QUESTI ANNI

 

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Un commento

  1. “Quando tornerò libero cittadino dirò la mia..” Abbiamo un sindaco che non si sente “libero”!! E che non può o non vuole esprimersi nella sua veste di primo cittadino! La logica conseguenza sarebbero dimissioni immediate: Sindaco, si riprenda la Sua vita, e forse la città di Como potrà riprendersi la propria.

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